A Drena in silenzio contro la violenza sulle donne

Si è svolta oggi la camminata con cui i sette comuni dell’Alto Garda e Ledro hanno aderito alla Giornata per l'eliminazione della violenza contro le donne

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È stata profondamente segnata dagli ultimi fatti di cronaca, in particolare il femminicidio di Giulia Cecchettin, la camminata istituzionale di quest’anno, che dal 2019 si organizza alternativamente in uno dei sette territori.
Camminata nata in modo spontaneo nel settembre del 2019, all'indomani dell'efferato assassinio di Eleonora Perraro, quando ancora erano vivi la ferita, lo sgomento e l’indignazione per il femminicidio di Alba Chiara Baroni, accaduto a Tenno nel luglio del 2017.
I sette comuni e la Comunità di valle presero parte, il 15 settembre, a una camminata da Nago paese fino al luogo del delitto, in testa i gonfaloni di tutti i comuni e tra i partecipanti anche la madre di Eleonora e i genitori di Alba Chiara.
In seguito fu istituito il Tavolo intercomunale contro la violenza di genere dell’Alto Garda e Ledro e, tra le numerose iniziative, istituzionalizzata la camminata.
 
La cui edizione 2023 è stata a Drena sabato mattina, con ritrovo alle 10 al parco giochi davanti al municipio, dove si è composto il corteo.
Erano presenti in fascia tricolore i sindaci di Drena Giovanna Chiarani, di Arco Alessandro Betta e di Dro Claudio Mimiola (in veste anche di presidente della Comunità di valle, in questo affiancato dall’assessora alle politiche sociali Tiziana Betta), per Riva del Garda la vicesindaca Silvia Betta (la sindaca Cristina Santi, trattenuta da un impegno, si è aggiunta nella parte finale della camminata), per Nago-Torbole la vicesindaca Sara Balduzzi, per Tenno l’assessora alle politiche sociali Evelina Pasini e per Ledro l’assessora alle attività sociali Vania Molinari.
Presenti anche numerosi altri amministratori e consiglieri comunali, oltre all’ex sindaco Tarcisio Michelotti, e una rappresentanza delle forze dell’ordine, della polizia locale e della Croce Rossa.
 
C’era anche Donatella Maffei, presidente del Consiglio comunale a Dro, in rappresentanza del Coordinamento che riunisce i Consigli comunali dei 39 comuni trentini oltre tremila abitanti. E i componenti del Tavolo, tra cui Tommaso Ulivieri, consigliere comunale ad Arco con delega, tra le altre, all'inclusione; Gabriella Pedrotti, assessore alle politiche sociali, condivisione e gentilezza a Drena; e Giuliano Rosà, assessore alle politiche sociali di Nago-Torbole. Presente anche, nella sua nuova veste di consigliera provinciale, Michela Calzà, già vicesindaca di Dro.
E c’erano, infine, i genitori di Alba Chiara Baroni, Massimo e Loredana. Alla partenza, presente anche il parroco, don Stefano Anzelini.
 

 
Oltre al classico striscione «Ma i più violenza sulle donne», quello che si utilizza fin dal 2019, c’era quest’anno quello realizzato dagli alunni della scuola secondaria di primo grado di Cavedine dell’Istituto comprensivo Valle dei Laghi-Dro, una cui rappresentanza ha partecipato alla camminata e, nel momento conclusivo, ha letto alcuni pensieri dedicato alla Giornata e al tema della violenza di genere.
Camminata che ha percorso il cammino dei Ricci per giungere, dopo poco più di un’ora, alla località Open Air Gallery, al confine con il comune di Arco e nei pressi della località Braile, dove si è svolta la parte conclusiva della manifestazione.
Durante e alla fine della camminata, le parentesi canore con il coro femminile La Gagliarda di Calavino diretto da Claudia Rizzo.
 
La sindaca Chiarani ha iniziato il suo intervento invitando i partecipanti a tornare in paese dalla strada asfaltata, creando con il percorso della camminata un anello, simbolo della rete che occorre realizzare per combattere la violenza sulle donne:
«Ne siamo convinti -ha detto- la rete è l’unico strumento con cui contrastare questo terribile fenomeno, che anche dopo il femminicidio di Giulia tante polemiche ha scatenato, anziché un necessario silenzio nel quale portare avanti un’azione costante in campo educativo.
«I dati sono inquietanti, le donne uccise quest’anno sono, solo in Italia, 106, una ogni tre giorni, ma dietro a ogni donna scomparsa ci sono affetti, figli, legami, famiglie.
«I nomi di tutte le donne uccise sono stati scritti su delle barchette di carta rossa, posizionate lungo tutto il percorso, realizzate i ragazzi dell'Istituto comprensivo Riva 2 coordinati dalle insegnanti di storia dell'arte.»
La sindaca ha anche rivolto un pensiero al Franca Bazzanella, già consigliera comunale a Riva del Garda e una delle fondatrici del Tavolo intercomunale, morta per un male incurabile nell’estate di due anni fa a soli 65 anni.
 

 
Quindi, gli interventi dell’assessora Tiziana Betta, che ha spiegato il senso di questa camminata da Drena ad Arco, per la quale si sono scelti luoghi con poca visibilità mediatica, per un’atmosfera raccolta che stimolasse un momento di riflessione, e anche per allontanarsi dalle troppe polemiche sentite in questi giorni.
Sono intervenuti anche Donatella Maffei, presidente del Consiglio comunale a Dro, Alessandro Betta, sindaco di Arco (città che ospiterà la camminata l’anno prossimo) e, infine, i genitori di Alba Chiara, questi ultimi con un ricordo particolarmente toccante della figlia e con la sollecitazione a fare di più, sempre di più per contrastare la violenza sulle donne.
La sindaca Giovanna Chiarani ha informato come lo striscione della camminata sia stato concesso, per i periodi in cui non è utilizzato, alla Pallavolo C9 Arco Riva, società sportiva che recentemente si è impegnata, con il progetto «She Leads», in un percorso per l’equità di genere nello sport.
 
La manifestazione si è conclusa con un momento conviviale a cura dell’associazione Drena oltre i confini, della Pro loco e del Gruppo alpini; con loro, Luogo Comune, che ha realizzato degli orecchini, il ricavato della cui vendita, effettuata utilizzando il carretto di Agitu Ideo Gudeta, assassinata nel 2020, sarà devoluto alla fondazione Pangea onlus, che contrasta in tutto il mondo la discriminazione di genere e si oppone alla violenza e all’oppressione (https://pangeaonlus.org); Anffas, progetto PerLa, che ha realizzato dei portachiavi fatti a casetta; e Gruppo Filò Drena, che ha realizzato dei braccialetti rossi da fare indossare agli uomini.