Un marchio di qualità per i formaggi trentini di malga

Se ne è discusso con i casari in un seminario di aggiornamento a Palazzo Roccabruna

Nell’ambito delle attività organizzate dalla CCIAA di Trento per la Casolara, si è svolto questa mattina nella sede di Palazzo Roccabruna un seminario per operatori di settore dal titolo «I formaggi di alpeggio: tecniche di caseificazione per l’affinamento e la stagionatura».
L’incontro si colloca fra le iniziative che l’Ente camerale sta mettendo in atto per la valorizzazione delle malghe trentine e dei loro prodotti.
 
Espressione autentica e genuina della qualità dell’ambiente alpino e come tale formidabile strumento di comunicazione del territorio, il formaggio di malga è una delle specialità agroalimentari più rappresentative del Trentino.
Si tratta di una produzione di nicchia in grado di veicolare efficacemente quei valori di autenticità, artigianalità e genuinità che contraddistinguono l’immagine agroalimentare della provincia.
 
Per questo l’Ente camerale in collaborazione con Slow Food si sta impegnando nella definizione di un disciplinare di processo che - come ha sottolineato Silvio Barbero, vicepresidente di Slow Food Italia - «mira a valorizzare il prodotto a partire dall’alimentazione nel pascolo fino alla stagionatura per elevarne la qualità».
Si tratta di un percorso che l’Ente camerale intende affrontare con la collaborazione dei casari per giungere alla costituzione di un marchio condiviso in grado di tutelare il prodotto e di garantirne la qualità finale.
 
Ospite del seminario Paolo Ciapparelli, presidente del Consorzio di salvaguardia del Bitto storico, che ha testimoniato l’esperienza di successo dei produttori della Valtellina che a partire dagli anni Novanta si sono impegnati nella promozione e valorizzazione di un formaggio tradizionale del territorio.
«Oggi una civiltà alpina che perde l’alpeggio perde la sua identità», – ha ammonito Ciapparelli.
Silvia Schiavon, ricercatrice del Centro per il trasferimento tecnologico dell’Istituto agrario di San Michele all’Adige, ha illustrato alcune tecniche di affinamento e stagionatura che saranno approfondite nel corso di un prossimo percorso di formazione per operatori di settore.