La poeta della Casa di pietra – Di Luciana Grillo

«L’uomo ha bisogno di poesia perché la poesia può cambiare il mondo»

Anna Santoliquido è una poeta (non vuole essere chiamata poetessa) lucana, già docente di inglese, che rivendica con orgoglio la sua nascita in una famiglia contadina.
Ho avuto la gioia di incontrarla e ascoltarla a Maratea: ha raccontato con semplicità che la mamma era analfabeta e che il papà portava sempre con sé nei campi un libro da leggere nelle pause che si poteva concedere.
Genitori semplici, ma intelligenti, intuitivi e moderni: avevano capito che questa figlia avrebbe potuto fare tanta strada e dunque l’avevano spinta a viaggiare, ad andare in Inghilterra e Germania quando ancora una figlia femmina, soprattutto nei paesi del sud, se pure poteva frequentare scuola e università, certamente non poteva andare tranquillamente a studiare e lavorare all’estero.
 
Santoliquido ha elaborato il suo vissuto, non ha dimenticato la casa di pietra della sua infanzia e l’ombra dipinta dal vecchio platano, né le viole nel bicchiere e il mulo nella stalla, né la giovane sposa che pestava il sale nel mortaio, innaffiava il roseto, rattoppava la vita, pensando al suo uomo a New York… tutto questo è nei suoi versi limpidi e veri che raccontano la vita con i suoi dolori e i suoi raggi di sole.
La poeta è convinta che il dolore può essere superato attraverso il miele della poesia.
Il poeta militante deve fare i conti con l’evento traumatico, trasformando il dolore in arte.
 
In numerose interviste sostiene che la poesia non muore, si rigenera soltanto; noi oggi, erroneamente, sentiamo spesso dire che la poesia è morta oppure che ormai non ha più significato, ma è soltanto suono. La poesia, secondo Santoliquido, è l’unione di estetica e etica, è un bel parlare ma anche un profondo messaggio: dunque, la poeta si ricollega a quel filone ideologico che fa capo a Dante.
E a chi le chiede se la poesia avrà un futuro, Anna Santoliquido, la poeta tradotta in molte lingue e tanto amata soprattutto nei Paesi dell’Est, risponde convinta che potrà mutare forma o veste, unirsi ad altre arti quali la musica o prediligere l’oralità alla scrittura, ma non morirà mai.
 
Nel 1985 Santoliquido ha fondato il Movimento Internazionale Donne e Poesia che si occupa di restituire valore alla poesia femminile.
Questo movimento è attivo ancora oggi. La poeta però non è soltanto pioniera nell’ambito della scrittura femminile, ma anche nell’attenzione al problema dell’inquinamento ambientale e ai temi sociali come l’emigrazione che ha visto tanti lucani partire verso le Americhe.
Sottolinea che i suoi versi nascono dall’odore di mosto e di vino, dai contadini e dalle massaie, dai pulcini che le stavano tra i piedi quando era bambina.
 
La Santoliquido raccoglie gli insegnamenti di Orazio, suo conterraneo, segue alcuni stilemi tipicamente leopardiani come l’immagine della ginestra nella lirica «Stupor mundi» o l’immagine del ciuffo d’erba che risorge dalle ceneri nella poesia La casa di pietra.
A me, per alcune immagini, ha ricordato anche Catullo: dunque la sua è una poesia che porta in sé la cultura del passato, che evoca a volte i lirici greci, che ha una intrinseca musicalità.
 
I giovani specialmente, oltre le apparenze, hanno bisogno di spiritualità, necessitano soltanto di buoni insegnanti che permettano loro di amare e apprezzare la poesia.
L’uomo ha bisogno di poesia perché la poesia può cambiare il mondo.