Un centro storico diviso in due – Di Alberto Pattini
I cittadini chiedono più sicurezza e più vivibilità non solo per il Centro Storico ma anche per altre zone a rischio sicurezza come in Cristo Re
Foto d'autore: Trento nell'ora blu © Alessandro Toller.
Un centro storico diviso in due, è quello che succede al centro storico di Trento e a tutta la città del concilio negli ultimi anni, vuoi per una maggiore concentrazione di gente e quindi anche aumento della criminalità, vuoi anche per una sempre maggiore difficoltà a gestire le nuove emergenze da parte delle Istituzioni.
Fatto sta che se da una parte ci sono alcune vie e piazze restaurate e valorizzate (vedi Via Mazzini, Giro al Sas, ecc.) dall'altra sempre nel circuito del centro storico ZTL ci sono ancora angoli, quadrilateri bui, trascurati e pericolosi soprattutto.
Guardiamo ad esempio una delle vie principali che portano in via Cavour diventata il biglietto da visita (oggi sempre più zona turistica con la fermata permanente dei pullman in Torre Vanga, oltre all'arrivo dalle due stazioni): in via Pozzo le attività commerciali sono sempre meno curati (tre pizze al taglio e un kebab, tre negozi di abbigliamento di bassa qualità), deficitaria e scarsa è l'illuminazione, sovente ritroviamo sporcizia ed anche desolanti frequentazioni.
Situazione analoga la ritroviamo in via delle Orfane e in tutta l'area parallela a via Belenzani e a piazza Santa Maria.
Per non parlare poi della zona della Portela che, nonostante l'ottimo lavoro del comitato dei cittadini che ha decisamente migliorato la situazione, resta una zona degradata della città.
Altre zone buie sono ancora i vicoli del centro storico. Vorremmo porre l'attenzione sullo spaccio di droga che purtroppo risulta essere presente in varie zone della nostra città.
Spacciatori che si appostano fuori dai locali notturni e di giorno nei vicoli a vendere droga sono da monitorare non solo da parte delle forze dell'ordine ma anche da parte dei cittadini che si attivino a chiamare le Forze dell'ordine se vedono situazioni delittuose ai danni di giovani che potrebbero essere i nostri figli, fratelli, sorelle o amici.
Infine un occhio in più per rilevare i traffici illegali non ci starebbe male anche nei parchi attrezzati della città dove gravitano i bambini con i loro genitori e familiari.
Non pensiamo che sia impossibile istituire un numero verde con risposte immediate per queste due emergenze ma anche per le due piazze Centa e General Cantore dove la situazione è molto simile.
La pulizia insufficiente e la scarsa illuminazione restano una costante in tutto il centro storico e rappresentano un disagio sia per i residenti sia per i molti studenti che portano vita, intelligenza e indotto alla città.
I giovani universitari non devono essere considerati un problema per la loro voglia naturale di svagarsi, ma una risorsa per la città.
Tutto questo poi dovrà avvenire con l'organizzazione di un numero maggiore di eventi rispetto agli attuali, con orari e modalità gestiti attraverso un consorzio unitario di nuova istituzione a guida pubblica.
In questa maniera andremo ad occupare gli spazi che ora sono in mano alla devianza e incrementando il turismo si potranno creare anche posti di lavoro.
Bisogna ritrovare una civile convivenza in una città che deve diventare sempre più mitteleuropea e aperta, ritornando a chiamarsi «città del sorriso» come veniva definita nell'ottocento.
Alberto Pattini