Elezioni in Francia: la destra si conferma primo partito

Secondo gli exit poll, la destra avrebbe il 33,5% dei voti, la sinistra il 28,5%. A Macron le briciole: il 21%

Il territorio francese è suddiviso in 577 circoscrizioni elettorali, pari al numero di seggi del parlamento da rinnovare.
Undici circoscrizioni sono fuori dal territorio nazionale, cioè all’estero.
In ogni collegio può vincere una sola persona candidata e può vincere al primo turno se ottiene il 50 percento più uno dei voti espressi da almeno il 25 percento degli elettori iscritti alle liste.
Il secondo turno si svolgerà in tutte quelle circoscrizioni che non avranno eletto un candidato al primo turno. Potrebbero verificarsi, al secondo turno, anche casi con tre o più candidati: accederanno infatti al ballottaggio non i due che hanno ottenuto i due migliori risultati al primo turno, ma tutti quelli che al primo turno hanno ottenuto almeno il 12,5 per cento dei voti delle persone iscritte nelle liste elettorali.
 
Tutto ciò lo abbiamo premesso per spiegare per quale motivo tra una settimana i francesi si recheranno nuovamente al voto.
Stavolta verrà eletto colui che avrà ottenuto il maggior numero di voti.
Vista la particolare situazione, in cui le destre hanno dimostrato di essere una forza significativa per il governo del Paese, l’affluenza al voto è stata molto elevata: il 65,5%, contro il 47,7% dello scorso 2022.
Secondo gli exit poll, potrebbero essere una cinquantina i deputati eletti al primo turno elettorale.
 
Sempre stando agli exit poll, la destra avrebbe consolidato la propria posizione emersa dalle elezioni europee con un rimarchevole 33,5%.
Però avrebbero ottenuto un buon risultato anche le sinistre: il 28,5%.
Il che sta a significare in buona sostanza che il partito di centro, quello che ha fatto eleggere il presidente Macron, si è ridotto ai minimi termini.
Domani pubblicheremo i risultati ufficiali e, se possibile, le decisioni che Macron vorrà prendere alla luce della situazione politica venutasi a creare.
Ovviamente Macron vorrà comunque attendere i risultati dopo il ballottaggio, ma è chiaro che la nomina dei vertici della UE dovrà subire una nuova versione.