Diritto all'oblio, la Cassazione è contraria

«No alla rimozione delle notizie dagli archivi di un giornale online»

I giudici hanno accolto il ricorso del quotidiano PrimaDaNoi.it annullando con rinvio una precedente sentenza del tribunale di Pescara che condannava il giornale per aver respinto la richiesta di rimuovere un articolo pervenuta un anno e otto mesi dopo la pubblicazione del pezzo.
L'annuncio della chiusura di PrimaDaNoi.it pubblicato il 26 settembre 2018
«La persona protagonista della notizia, salvi i limiti di verità di quest'ultima, non potrà ottenere la cancellazione dall'archivio di un giornale online invocando il diritto ad essere dimenticata.»
 
È uno dei passaggi più rilevanti, contenuti nell'ordinanza della Corte di Cassazione che ha accolto il ricorso presentato dal quotidiano online PrimaDaNoi.it, annullando con rinvio una precedente sentenza del tribunale di Pescara.
Il giornale – attivo dal 2005 al 2018 quando fu costretto a chiudere a causa della valanga di ricorsi innescata da un precedente pronunciamento, di senso opposto, della Cassazione – era stato condannato dal tribunale di Pescara in seguito al rifiuto di cancellare un articolo riguardante una persona che, nel 2015, aveva patteggiato i reati di frode in pubbliche forniture, sostituzione di persona e falso in atto pubblico commesso da privato.
La richiesta di rimozione dell'articolo era pervenuta al giornale un anno e otto mesi dopo la pubblicazione della notizia.
 
Noi pendiamo atto del forte significato di una sentenza del genere in tema di libertà di stampa, ma restiamo favorevoli all’idea che una persona che si è macchiata di un certo reato abbia il diritto di essere dimenticato dopo un ragionevole periodo di tempo, corrispondente più o meno alla durata della penna comminata.
Un giornale online infatti rimane sempre disponibile con un semplice motore di ricerca e non andando a spulciare le raccolte dei giornali cartacei negli archivi.
Ma con questa sentenza lo faremo di nostra volontà e non perché obbligati.