Giornata del ricordo delle vittime trentine della Grande Guerra

La data stabilita dalla legge provinciale è il 14 ottobre, giorno in cui si vuole riconoscere il sacrificio di chi partì per il fronte

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Con il Memoriale dedicato ai caduti trentini del Primo conflitto mondiale, ma anche con la Giornata di ricordo istituita all'unanimità dal Consiglio provinciale il 14 ottobre di ogni anno, si vuole restituire una parte di storia importante ai trentini.
È stato in questo modo che oggi, nel corso dell'evento online promosso dalla Provincia in collaborazione con il Museo Storico Italiano della Guerra e la Fondazione Museo storico del Trentino, l'assessore provinciale alla cultura Mirko Bisesti ha spiegato il significato dell'iniziativa.
 
«Furono oltre 60.000 i trentini che militarono nell'esercito austro-ungarico, 100.000 i profughi sfollati, 12.000 i soldati caduti.
«È difficile trovare una famiglia trentina i cui avi non siano stati coinvolti da questo conflitto, – è stato il commento dell'assessore Bisesti. – E se il Centenario della Grande Guerra è stata una grande occasione di studio e di riflessione per il territorio, con la legge provinciale 11/2017, accanto alla Giornata del 14 ottobre, si è deciso anche di realizzare un Memoriale che ricordi i caduti trentini, che verrà collocato all'interno dell'Ossario di Castel Dante a Rovereto.
«Sono passati più di cento anni ma manca ancora un monumento capace di trasmettere la loro memoria, – ha concluso Bisesti. – Ecco per me il Memoriale sarà questo, una restituzione importante, attenta alle diverse sensibilità ma che ci consenta la costruzione di una memoria pubblica del Primo conflitto mondiale.
«Il mio impegno come Assessorato sarà per la realizzazione di questo progetto, d'intesa con lo Stato e le Forze armate.»
 

Ferrandi.
 
La commemorazione trasmessa sul profilo Facebook della Provincia, che troverà spazio successivamente anche sulle reti locali, ha visto quindi gli interventi di Giuseppe Ferrandi, direttore della Fondazione Museo storico del Trentino, e di Francesco Frizzera, provveditore del Museo della Guerra di Rovereto.
Moderati dal capo ufficio stampa della Provincia, Giampaolo Pedrotti, che si è avvalso anche di spezzoni dell'epoca per trasmettere il senso del conflitto, i due storici hanno illustrato due aspetti diversi delle vicende storiche trentine.
Da un lato Ferrandi ha parlato del «Popolo scomparso», titolo di un famoso fotolibro trentino della Grande Guerra, spiegando come il «popolo trentino non abbia mai avuto una memoria pubblica adeguata», poiché all'indomani della fine della Prima guerra mondiale, con l'annessione al Regno d'Italia, «non si poteva parlare dei combattenti sotto altra bandiera».
Ferrandi ha quindi concluso con una lettera di Piero Calamandrei, padre della Costituzione italiana, ma anche ufficiale italiano del Servizio propaganda, che prestò servizio proprio sul fronte trentino. Una lettera scritta dalla Vallarsa alla moglie, che ben illustra la situazione peculiare del Trentino.
 
Frizzera, invece, nel ricordare come il conflitto in Trentino iniziò un anno prima che nel resto d'Italia, nel 1914 appunto, ha illustrato le potenzialità distruttive di questa guerra e la tragedia vissuta dai trentini sul fronte galiziano, letteralmente decimati già nei primi mesi.
Nel maggio del 1915 l'ingresso in guerra dell'Italia portò il conflitto nelle case dei trentini e quasi un terzo della popolazione venne sfollata.
«Furono evacuati in condizioni che somigliano molto a quelle dei militari, non conoscevano le loro destinazioni che furono per la maggior parte le cosiddette città di legno, – ha commentato Frizzera. – Oggi sappiamo che vi furono 12.000 caduti, un numero sconvolgente, ma per i trentini non ci fu nemmeno la possibilità di sapere dove erano stati sepolti i propri cari, se qualcuno se ne stava prendendo cura.
«Tutto questo ci dà l'idea di come questo territorio sia stato colpito fin nel profondo dalla Grande Guerra e dalle sue conseguenze.»
 

Frizzera.

Qualcosa vogliamo aggiungerlo anche noi de l’Adigetto.it.
Come avevamo detto in occasione del centenario della Grande Guerra al ministro per le attività culturali, Dario Franceschini, i trentini sono gli unici italiani che hanno perso la guerra.
Quando la guerra finì, i prigionieri impiegarono anni prima di tornare a casa, mentre i caduti vennero sepolti in tutta fretta nei cimiteri del proprio paese di origine.
Il Fascismo decise poi che non si sarebbe dovuto mai parlare dei trentini caduti per combattere gli alleati. E così, per quasi cento anni, i nostri 12.000 concittadini che persero la vita combattendo per gli Asburgo rappresentarono più una macchia che una “tragedia di ordinario eroismo”.
Viceversa, i 1.000 trentini che caddero per combattere contro gli Asburgo (sono meno perché erano volontari), vennero sempre considerati eroi.
Ci volle l’allora assessore alla Cultura Franco Panizza per rimettere insieme le carte che consentivano di celebrare i nostri caduti. Oggi possiamo commemorarli nella giusta maniera. Non ci sono distinzioni tra i caduti per una bandiera o per l’altra.
Ci sono solo vittime di un periodo infame che vorremmo dimenticare, ma che giustamente resterà nella storia proprio a ricordare l’inutilità del loro sacrificio.
 

 
 Questi gli appuntamenti dei prossimi giorni  
Fondazione Museo Storico del Trentino
Attività per le scuole secondarie di primo e secondo grado
 
Venerdì 16 ottobre
Soldati e civili nella Grande Guerra
Un percorso online di un'ora con la Fondazione Museo storico del Trentino, dedicato ai trentini, soldati e civili, che hanno vissuto il dramma della prima guerra mondiale.
Partecipazione gratuita, durata 1 ora, su prenotazione scrivendo a [email protected]
 
Trento nella Grande Guerra
Un percorso a piedi per le vie della città per scoprire cosa ha significato la guerra per gli abitanti di Trento e del Trentino.
Partecipazione gratuita, durata 1,5 ore, su prenotazione scrivendo a [email protected]
Attività per la cittadinanza
 
Sabato 17 ottobre ore 10.30
Momento di ricordo presso il Sacrario dedicato ai caduti austro-ungarici del Cimitero monumentale di Trento.
 
Domenica 18 ottobre ore 14.00
Visita guidata al Forte di Cadine
Una fra le prime strutture militari costruite dagli Austriaci in Trentino: simbolo della fortificazione di un territorio che subirà il dramma della guerra.
Partecipazione gratuita, durata 1 ora, su prenotazione scrivendo a [email protected]