La loro opinione è più che legittima,
dato che in questo Paese - grazie a Dio - c'è libertà di opinione.
Si può legittimamente essere contrari a tale eventualità per
qualsiasi motivo, sia esso politico, economico, anche di semplice
opportunità politica.
Ma perché andare oltre questo splendido esercizio di cultura
occidentale denigrando e offendendo Miss Italia? O meglio tutti
coloro (e sono moltissimi, di tutte le estrazioni sociali) che vi
hanno a che fare?
Evidentemente i detrattori non amano i concorsi di bellezza e non
desiderano che la loro provincia ne ospiti uno.
Ne prendiamo atto, ci dispiace, ma grazie ugualmente.
Forse anche i politici in questione non riscuotono la simpatia di
tutti gli elettori, eppure rivestono ugualmente una carica pubblica
senza che vengano criticati per principio da chi non li ha
votati. O almeno così dovrebbe essere.
Il comune di Salsomaggiore, che l'ha ospitata per 41 anni, è forse
costituito da un gruppo di incoscienti, così lontani dal promuovere
eventi di rilevanza culturale?
Sapete che ha dovuto rinunciare al concorso solo per motivi di
bilancio e che i suoi amministratori sperano di riprenderlo al più
presto?
Miss Italia è una manifestazione quotidianamente davanti agli occhi
di tutti, trasparente come poche altre, è ammirata per la sua
serietà e perché ha il massimo rispetto per le ragazze e per le
loro famiglie; è un concorso effimero per definizione, ma serio,
pulito in tutti i sensi, lontano dagli scandali che
riempiono i rotocalchi e la stampa nazionale su altri argomenti ben
più leggeri di un peraltro blasonato concorso di
bellezza.
È guidato a livello nazionale da una signora, Patrizia Mirigliani,
un esempio di etica comportamentale, così da tutti riconosciuta e
stimata.
Lo stesso giudizio vale per la responsabile per il Trentino Alto
Adige, la dottoressa Sonia Leonardi, da anni considerata una seria
e affidabile professionista, alla quale i genitori affidano le
proprie figliole in tutta sicurezza.
Detto per inciso, la nostra Miss Italia in carica è il
volto e il simbolo di tante cerimonie dell'Anniversario dei 150
anni dell'Unità d'Italia (a Roma, Torino, Perugia, in TV ecc…). È
l'immagine di un'Italia che ha compiuto i suoi splendidi
centocinquant'anni accompagnata anche dalle belle donne che l'hanno
orgogliosamente rappresentata nel mondo.
Ai politici in questione (come ad altri, per carità), questo
concorso non piace. Non piace la gara delle ragazze in costume da
bagno? Non va bene che esse si esibiscano in pubblico? È
deprecabile che portino un numero addosso?
Che cosa dovremmo fare? Vogliamo cancellare - in piena libertà e
democrazia e quindi a maggioranza - i concorsi di bellezza e con
questi l'evento che ha fatto la storia del costume del nostro Paese
negli anni della faticosa ripresa postbellica? Vogliamo abolire una
rassegna corretta, esemplare, un modello di moralità per quanto
riguarda la tutela delle ragazze?
Comunque sia, nessuno ha il diritto di vituperare il concorso: le
«donne oggetto» di cui si parla non sono certamente qui. Da qui, al
contrario, dopo una lunga gavetta, se hanno un po' di talento e
voglia di impegnarsi (come in tutte le attività), le Miss partono
in modo corretto alla conquista del cinema, della fiction, della
televisione, del teatro, della pubblicità.
Se si parla di «valorizzazione delle donne», perché sminuire in tal
modo chi partecipa al concorso, facendole sentire così,
inadatte culturalmente? E facendole passare per
oggetti? Nessuna delle ragazze si sente tale, e numerose
sono le lamentele che ci stanno arrivando in tal senso dopo la
presa di posizione che è andata oltre la semplice opinione.
Per carità, non discriminatele nel nome di valori che vorrebbero
invocare il contrario!
Si provi a pensare, a rispettare e a guardare con occhi diversi, le
stesse ragazze e tutto ciò che si muove intorno a Miss Italia: i
responsabili regionali, organizzatori da prendere ad esempio, i
registi, gli autori televisivi, i coreografi, i parrucchieri, i
truccatori, i giornalisti, le decine di migliaia di spettatori che
assistono alle selezioni nelle regioni, ai milioni di spettatori
che le seguono in tv.
Miss Italia rappresenta ancora per qualcuno l'apoteosi della donna
oggetto, così come per qualcuno le veline a Striscia la
Notizia sono l'antitesi della femminilità.
In realtà i tempi sono cambiati dal 1968 a oggi.
La donna è considerata a tutti gli effetti uguale all'uomo e quelle
che appaiono come discriminazioni (poche quote rose nei
punti che contano) devono solo seguire l'evoluzione dei costumi. Ci
vuole tempo, ma la strada è segnata: stiamo diventando tutti
uguali, uomini e donne!
Anzi a ben vedere, è grazie ai concorsi come Miss Italia che la
donna ha più chance dell'uomo, dato che in questa maniera è in
grado di scoprire se ha il dono della bellezza, il talento
dell'attrice, la professionalità della show-gilr, la capacità di
una sceneggiatrice, la fantasia della scrittrice, il fiuto
dell'imprenditore, l'istinto del politico, la vocazione per
carriera o più semolicemente… per la famiglia.
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