Morti sul lavoro in Italia: da gennaio a novembre 968 vittime

Sul «podio» dell’insicurezza in zona rossa ci sono: Abruzzo, Umbria, Basilicata, Molise, Puglia e Campania – Trentino Alto Adige in zona arancione

Meno infortuni mortali rispetto al 2022 (-3,8%), ma solo grazie alla diminuzione degli infortuni in itinere. Continuano invece a crescere i morti in occasione di lavoro.
I lavoratori stranieri soggetti ad un rischio di infortunio mortale più che doppio rispetto agli italiani.
l’attività manifatturiera è il settore più colpito dagli infortuni (70.161).
Nei primi undici mesi del 2023 è sempre il settore delle Costruzioni a registrare il maggior numero di decessi in occasione di lavoro: sono 139.
È seguito dal settore dei Trasporti e Magazzinaggio (97), dalle Attività Manifatturiere (96) e dal Commercio (61).

 Il commento ai dati aggiornati al mese di novembre 2023  
«Sono quasi 1.000 le vittime sul lavoro nel nostro Paese da inizio 2023. E manca ancora un mese per chiudere il tragico bilancio di fine anno.
«I numeri parlano di una leggera diminuzione degli infortuni mortali rispetto al 2022, ma in effetti a diminuire del -21,5% sono gli infortuni mortali in itinere, mentre crescono ancora del 3,2% gli infortuni mortali registrati in occasione di lavoro.»
Mauro Rossato, Presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega Engineering di Mestre, commenta alcuni dei più significativi passaggi dell’ultima dettagliata analisi dell’emergenza realizzata dal proprio team di esperti.
«Vorrei porre l’attenzione sui dati relativi ai lavoratori stranieri: una categoria “fragile” con un’incidenza infortunistica ben superiore alla media nazionale, in ragione spesso di una non adeguata formazione sulla sicurezza.
La formazione, infatti, rimane sempre uno dei principali fattori per ridurre gli infortuni, ma evidentemente dobbiamo riuscire ad incidere in modo molto più efficace anche sui lavoratori stranieri, superando le frequenti difficoltà legate alla comprensione della nostra lingua e ad un background culturale molto diverso dal nostro.»
 
 Il rischio di morte, regione per regione  
Da gennaio a novembre 2023. dalla zona rossa alla zona bianca.
Sono 968 le vittime sul lavoro in Italia, delle quali 745 in occasione di lavoro (+3,2% rispetto a novembre 2022) e 223 in itinere (-21,5% rispetto a novembre 2022).
Ancora alla Lombardia va la maglia nera per il maggior numero di vittime in occasione di lavoro (123).
Seguono: Campania (70), Veneto (69), Emilia Romagna (64), Piemonte (60), Puglia (57), Lazio (54), Sicilia (47), Toscana (31), Abruzzo (29), Umbria (21), Calabria (20), Marche (19), Friuli Venezia Giulia (18), Liguria (17), Sardegna (16), Trentino Alto Adige (14), Basilicata (10), Molise (5) e Valle d’Aosta (1).
Nei primi undici mesi del 2023 è sempre il settore delle Costruzioni a registrare il maggior numero di decessi in occasione di lavoro: sono 139. È seguito dal settore dei Trasporti e Magazzinaggio (97), dalle Attività Manifatturiere (96) e dal Commercio (61).
In zona rossa nei primi undici mesi del 2023 con un’incidenza superiore al 25% rispetto alla media nazionale (Im=Indice incidenza medio, pari a 32,3 morti sul lavoro ogni milione di lavoratori) sono: Abruzzo, Umbria, Basilicata, Molise, Puglia e Campania.
In zona arancione: Calabria, Sicilia, Friuli Venezia Giulia e Piemonte. In zona gialla: Veneto, Emilia Romagna, Marche, Sardegna, Lombardia, Trentino Alto Adige e Liguria. In zona bianca: Lazio, Toscana e Valle D’Aosta.
 
 Il fenomeno infortunistico per fasce di età: a maggior rischio i più anziani  
E oltre alla definizione del livello di sicurezza per ciascuna regione, l’Osservatorio individua anche l’identikit dei lavoratori più a rischio per fascia d’età. E lo fa sempre attraverso le incidenze di mortalità.
Per chi ha un’età compresa tra i 15 e i 24 anni, ad esempio, il rischio di morire sul lavoro è ben superiore rispetto ai colleghi che hanno un’età compresa tra i 25 e i 34 anni (25,3 infortuni mortali ogni milione di occupati contro i 15,7).
Un dato, quest’ultimo, che continua ad essere ancor più preoccupante tra i lavoratori più anziani; e infatti l’incidenza più elevata si registra proprio nella fascia dei lavoratori ultrasessantacinquenni (132,5), seguita dalla fascia di lavoratori compresi tra i 55 e i 64 anni (56,5).
 
 Stanno peggio i lavoratori stranieri  
I lavoratori stranieri soggetti ad un rischio di infortunio mortale più che doppio rispetto agli italiani.
Intanto, anche gli stranieri deceduti in occasione di lavoro da gennaio a novembre, sono 142 su 745. Con un rischio di morte sul lavoro che risulta essere più che doppio rispetto agli italiani, gli stranieri, infatti, registrano 59,8 morti ogni milione di occupati, contro i 29,1 italiani che perdono la vita durante il lavoro ogni milione di occupati.