L’Utopia irrealizzata della libertà «dal» lavoro
Una lezione «Alla frontiera» al Castello del Buonconsiglio: Su come investire nel tempo libero
Fa impressione sentir parlare di liberazione dal lavoro, colui che,
in tempi recenti, ha ricoperto la carica di presidente della
Society of Labor Economists e della Midwest Economics Association,
e ancora oggi insegna Economia del lavoro alla prestigiosa
Università di Maastricht.
Eppure Daniel Hamermesh (nella foto) ha ipnotizzato il
pubblico delle grandi occasioni nelle nobili sale del Castello del
Buonconsiglio. Pizzetto imbiancato dall'età, occhi sottili e
sguardo fulminante, Daniel S. Hamermesh ha parlato con leggerezza
di un tema che per molti - soprattutto per chi lo subisce - rasenta
spesso il paradosso: cosa fa la gente quando non lavora?
Si tratta genericamente del dolce far niente, dormire e mangiare o
di attività per cui avrebbe anche pagato?
La faccenda è di quelle serie, vissute diversamente tra uomini e
donne, da paese a paese.
Molte, troppo persone, quando, improvvisamente, non possono
lavorare, non riescono a liberarsi dalle necessità di lavorare. Sì,
perché dopo il lavoro si ritorna a casa e, soprattutto per le
donne, ci sono le pulizie da fare...
La vera ricchezza è il tempo, libero da impegni e da spendere
interamente per se stessi.
Nei paesi ricchi è la vera risorsa che via via è venuta meno per le
persone, mentre sono aumentate al contempo ricchezza e aspettativa
di vita.
Su tutto emerge che le abitudini sono simili in tutti i paesi
ricchi, a maggiore benessere.
Lo confermano i dati sulle diverse tipologie di attività che ci
impegnano. Daniel S. Hamermesh.
«L'utilizzo del tempo è simile tra i vari paesi (Germania, Italia,
Usa e Paesi Bassi). Dormire, lavorare, guardare la tv, sommati
assieme, fanno 2/3 della nostra vita, mentre al quarto posto
ritroviamo le attività ricreative. Tra questi, l'Italia ha la
forbice più aperta tra donne e uomini per il lavoro
retribuito.»
Sempre i paesi ricchi sono simili per il lavoro totale - retribuito
e domestico - ad eccezione dell'Italia, dove le donne svolgono
molto più lavoro, dedicato soprattutto alla pulizia della casa.
«Chi ha tratto vantaggio dalla riduzione delle ore di lavoro? - si
chiede Hamermesh - Un parametro è l'istruzione. Ebbene le persone
che hanno un livello di istruzione più basso hanno subito una
riduzione delle ore di lavoro di circa il 15 per cento, mentre
quello con un grado di istruzione superiore lavora di più. Il
motivo? Lavorano di più le persone che guadagnano di più, anche
perché svolgono lavori più piacevoli e vari.»
Un altro parametro è il sonno.
«Ebbene - spiega l'economista - dormono meno le persone che
guadagnano di più. Dormire costa tempo e quindi libero del tempo al
lavoro. I ricchi sono le persone più stressate con i tempi molto
stretti. Tra loro le più stressate dal tempo sono le donne che
fanno più cose diverse.»
Ma cosa facciamo quando abbiamo tempo libero? Ad esempio, i
pensionati dedicano molto più tempo al sonno, alla televisione e
fanno qualche attività ricreativa.
Questo per gli italiani mentre i pensionati americani spendono
molto più tempo davanti alla televisione.
«Gli studi - conclude Daniel S. Hamermesh - dimostrano che se il
governo ci facesse lavorare meno noi probabilmente spenderemo il
nostro tempo in altre attività. In Europa ci sono molte più ferie
rispetto agli Stati uniti.
«Io vorrei - dice amaro - che gli Stati Uniti ci rendessero meno
criceti e più scoiattoli, simbolo di questo Festival, perché
l'obiettivo della vita non è lavorare ma divertirsi.»