Dopo il Covid l'economia cinese pronta a ripartire

L'economia globalizzata in qualche modo si è interrotta, ma le nuove strategie economiche non faranno ripartire subito l'economia di Pechino

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Gli effetti del Covid sulla globalizzazione si sono fatti sentire (e i riflessi permangono ancora) pesantemente. Il blocco totale degli spostamenti delle persone e delle merci ha disconnesso l'economia nazionale della seconda (od ormai prima) potenza economica del mondo qual è la Cina.
L'economia globalizzata in qualche modo si è interrotta, ma le nuove strategie economiche con il venir meno del lockdown non faranno ripartire nella seconda metà dell'anno l'economia di Pechino.
Questa l'analisi del professor Huang Yiping, direttore dell'Institute of Digital Finance dell'università di Pechino con un ruolo di primo piano nella Banca Popolare di Cina, in collegamento con Giovanni Tria, ex ministro e professore onorario di economia all'università Tor Vergata di Roma.
 
Non poteva non partire dalla «madre di tutte le battaglie», come l'ha definita il direttore del Tg2 Gennaro Sangiuliano, ovvero il rapporto tra la Cina e le economie occidentali, il confronto su «Globalization and Chinese Economy»; confronto entrato subito nel vivo quando il professor Yiping ha parlato dei cambiamenti nelle relazioni internazionali post pandemia, dopo un periodo di fortissima crescita dell'economia cinese.
«La Cina è un grande Paese che saprà far fronte a questo periodo attraverso nuove strategie economiche che si concentreranno sulla domanda interna.
«Per quanto riguarda la globalizzazione – ha proseguito – dovranno essere tenuti in considerazione non solo i fattori economici ma anche quelli geopolitici derivanti dalla situazione in atto in Ucraina.»
 

 
«È necessario un coordinamento tra le grandi economie, Stati Uniti, Cina e Russia, sia per le politiche monetarie che per la catena di ricostruzione, – ha aggiunto il professor Tria. – L'economia cinese è aumentata insieme alla globalizzazione e alla sua forza economica farà in modo che l'Asia avrà sempre più un peso economico nel mondo, tanto da ribaltare il rapporto tra mondo Occidentale ed Orientale.»
In un contesto difficile a livello mondiale sono stati rivisti, come ha ricordato il direttore Sangiuliano, i tassi di crescita per la Cina scesi dal 5,1% al 4,4%.
«La pandemia ha sconvolto tutti i piani e temo che la situazione peggiore stia per arrivare. Ma sono convinto che dal governo cinese verranno adottate tutte le misure migliori per superare questo momento: la ripresa dell'economia è prevista nella seconda metà dell'anno», – ha sostenuto il professor Huang Yiping avanzando però il timore di una bolla immobiliare.
 
Con il pericolo di un contagio globale? Ipotesi che non vede in prospettiva l'ex ministro Tria.
«Negli ultimi tre anni la Cina ha approvato nuove norme di apertura del mercato a investimenti cinesi nel settore bancario/finanziario e nello stesso tempo ha emanato delle riforme con nuove norme per la regolazione dei mercati.
«Credo che la Cina dopo un periodo di crescita tumultuosa sia nella fase di consolidamento del sistema.»
La necessità di nuove regole per il commercio internazionale e i mercati finanziari è arrivata dal professor Tria parlando di crescita dei costi delle materie prime (non affrontabile con politiche monetarie restrittive) e degli «squilibri commerciali dovuti al surplus della Cina nell'export».
 

 
Nel corso del confronto non è mancato il tema della «Via della Seta», trattato al quale ha aderito tra vari Paesi anche l'Italia.
Si tratta, è stato chiesto, di «politica commerciale aggressiva e di influenza geopolitica»?
«La Cina – è stata la risposta del decente dell'università di Pechino - vuole collaborare con altri Paesi per consolidare la crescita economica.
«E per questo vuole esplorare nuove frontiere e nuove opportunità non solo in Europa ma anche in Africa e America Latina applicando le stesse esperienze di successo nel nostro Paese in termini di infrastrutture.
«Da noi si dice: se vuoi essere ricco costruisci una strada. Le vie di comunicazione sono fondamentali...»
 
Timori non ne vede l'ex ministro Tria che ha concluso con una battuta: «Se qualcuno vuole comprare i porti è perché c'è qualcuno che li vende: nessuno lo obbliga».
Infine un accenno al congresso del Partito comunista in autunno.
«Non so – ha risposto il professor Huang Yiping ad una domanda di Sangiuliano – se il presidente Xi Jinping punti ad un terzo mandato.
«Posso dire però che il congresso ha un ruolo importante nel decidere le strategie per spingere l'economia verso l'alto...»