Modi de dir 'n trentim/ 16 – Di Cornelio Galas
16ª puntata dei modi di dire e frasi fatte della tradizione dialettica trentina
QUALDO EL SOL TRAMONTA, I ASENI I SE EMPONTA – Impegnarsi troppo tardi.
CHE PASSI… – Non è la descrizione di una camminata svelta. O di un atleta che corre con ampie falcate. Piuttosto lo stato pietoso di chi magari è reduce da un pestaggio o è finito suo malgrado in una buca piena di melma o si è messo addosso per uscire la prima cosa che ha trovato nell’armadio.
NÉNTE A FAR QUATRO SALTI? – Invito ad una serata danzante. Non necessariamente per ballare la polka.
AH MA QUANDO TE I LAVI DOPO I SE MÒLA FÒR, I SE SLARGA… – Ottimistica previsione dopo l’acquisto di un paio di jeans che creano all’altezza dell’inguine l’effetto salsiccia o arrotolato.
NO GHE SÉN… Tipica esclamazione dei pensionati, di solito in gruppo, davanti ad un cantiere pubblico. Anche «Ah, no i gh’en vei miga fora sat…».
MA ÈLO TO FIÒL? CHE BEL. I OCI I È QUEI PRECISI DEL NANDO – Attenzione ai dettagli quando si fanno questi apprezzamenti. Malelingue... Possibili gaffes. E risposte di questo tipo: «Vara che son divorziada dal Nando da sete ani. Sto chi el gh’ò avù col me nof compagno, el Renato».
DAI, DAI, LA ME PASSA EL DOTOR SIGNORINA, CHE SO CHE ‘L GH’È – Messaggio lasciato di frequente alla segreteria telefonica dei medici di base.
EN BIANCO PER MI E NA SPUMA PER EL BOCIA – Succedeva una volta nei bar di paese. Molto prima che fosse vietato fornire alcolici ai minorenni. Vedi anche: «Ah, la me daga anca en par de caramele dolze, quele con su la vaca… doe de numer neh che se no ghe mal ai denti».
ZÀ CHE NO TE GH’AI GNÈNT DA FAR… – La frase più odiata dai pensionati. Costretti a impiegare il loro (finalmente) tempo libero in una serie di attività non pagate e molto più impegnative delle vecchie (ma retribuite e sindacalmente garantite) mansioni.
ME CAMBIERÉSSEL ZINQUEZENTO EURI? – Missione impossibile, quasi illegale.
SÉT NAT EN BARCA? – Si dice a chi lascia aperta sistematicamente la porta d’ingresso. Come se fosse appunto su una barca. Ma non nel cabinato.
SE ’L TE PIAS MÒL TE STRACO – Dal corso di autostima inserito nei programmi dell’Università della Terza Età.
L’È ’N PÈZ CHE NO SE VEDE PU EN GIRO EL BEPI… – Allarme comunitario. Prodromo di un qualcosa di tragico. O del ricovero del soggetto in una casa di riposo. Partono subito le indagini… Con relazione, in macelleria, in farmacia, anche in chiesa o in altri luoghi del paese, appena si sa qualcosa di più.
SE FÉN LA GHIRLANDA, NO FEN l’AVISO DA MORT SUL GIORNAL PERÒ… Gli effetti della crisi anche nel settore delle pompe funebri.
EMPÌLELE LÌ – Non è il titolo di una canzone africana ma l’invito a mettere in ordine determinati oggetti: in questo caso femminili plurali. Tipo: tapparelle, corde, scatole, cartelle. Vedi «empìleli» per cartoni, pacchi, pezzi di ferro ecc. Anche «empìlei là, lazò, en font, sora, soto, susora, susoto come te voi…».
L’HA NETÀ SU TUT – Si può riferire ad una pulizia impeccabile del pavimento. Ma anche alla voracità di un commensale che non lascia niente nel piatto.
CHE GAT GH’AT CHE CAGA EN CA’? – Che gatto hai che sporca in casa? Uno dei tanti scioglilingua.
SA TOLT TI? – TÈ - BEH, TI ENTANT TOL EL TÈ, CHE MI TOGO DOPO – Altro scioglilingua.
NO L’E TANT A PIOMBO – Non è giusto. Ovvero non rispetta l’esatta perpendicolare del filo con peso all’estremità utilizzato dai muratori per costruire muri, pareti a regola d’arte.
CIAO, SON MÌ – Classico inizio di una conversazione telefonica. Laddove si dà per scontato che l’interlocutore capisca al volo chi sta chiamando. Questo peraltro succede da molti anni. Ancora prima che I recapiti telefonici in entrata (e quindi anche in uscita) apparissero sul display.
VOI CAVÀRME LA SPIZA… – Prurito da combattere. Nella fattispecie la curiosità di sapere una cosa. O di farla. Notare l’assonanza tra spìza e sfizio.
PADÈLA ROTA – Inaffidabile per la cottura dei cibi. Ancora di più - per analogia - nella custodia di segreti.
LA ME SBRÙSA – Rancore insopprimibile. Vicenda che brucia ancora nell’animo. Prodromo di una vendetta. Segue di solito: «Ah ma prima o dopo el vèi ben sul bachetón».
EL VEGNIRÀ BEN SUL BACHETÓN! – Prima o poi la pagherà.
STAR SU LE ÙCIE – Come i fachiri. Ma con dolore. Senza ascetismo. Avere voglia di menare le mani (non solo per tirarsi via gli aghi da sotto). Essere impazienti. Non sopportare più una certa situazione.
STAR SU COLE RÉCE – Essere guardinghi. Come i gatti che le dirigono perso il pericolo avvertito.
TE PORTA LA COLAZION O ’l DISNAR EN DEL LÈT? – Di solito si dice a chi, dopo una notte brava, a mezzogiorno è ancora a letto… Riguarda in particolar modo figli e figlie la domenica mattina.
LA BARBA? DROPA EL SUGAMAN VALA’ – Riferito a chi, ancora adolescente, ha pochi e radi peli sulla faccia.
MA ’N DO ÈLO EL GEOMETRA? – In un cantiere edile la presenza del direttore dei lavori è perlopiù invocata quando ci sono serie contraddizioni tra progetto e… quello che si sta realizzando.
EL G’HA EL SOL EN TÉI OCI – Persona che è uscita da una sbronza. Tiene gli occhi socchiusi perché la luce gli dà fastidio.
EL FA E GEOMETRA – Sbronzo come un cammello: cammina come se stesse misurando le strade.
CIÒCH DUR COME EN SCALIN – Sbronzo come due cammelli.
L’ARIA DE LA MATINA L’È NA BONA MEDIZINA – In effetti anche se è magari un po’ fredda contribuisce a risvegliare il corpo dal torpore e soprattutto dall’ipocondria.
EL LET L’E’ NA ROSA: SE NO SE DORME SE RIPOSA – Anche se non si prende sonno nel letto comunque ci si rilassa, si riposa.
OGNI PAÉS GH’A LA SO USÀNZA, OGNI CUL GH’A LA SO PÀNZA – Tradizioni locali imprescindibili dal territorio, dal paese. Così come lato A e lato B del corpo.
FIN CHE GH’È L’ORSA SU LA VIGOLANA NO STA CAVARTE LA MAIA DE LANA – Sulla Vigolana, montagna di Trento, in particolari condizioni climatiche sembra di vedere un’orsa. Ecco, vuol dire che c’è ancora la neve e comunque fa freddo…
SAN VINCÈNZ DELA GRAN FREDÙRA – Il 22 gennaio, giorno di S. Vincenzo, di solito fa molto freddo.
CHI GH’A EN MESTÉR EN MAN DAPERTUT EL TROVA PAN – Forse bisogna ripartire dalle botteghe artigiane per dare lavoro ai giovani?
EN ZO TUTI I SANTI I AIUTA – In discesa è tutto molto più facile. Anche grazie ai santi, forse.
A SANTA’AGNESE LE BISERDOLE LE SU PER LE SIÉSE… – A Sant’Agnese inizia la primavera: le lucertole salgono sulle siepi.
… E SE LE SIÉSE NON LE S’È FATTE, LE VA SU PER LE CULATTE – E se le siepi con sono ancora verdi, pazienza.