Qualità e professionalità per rilanciare la l’informazione

Qualità e obiettività vanno slegate da ogni legame con politica. Indipendentemente che l'informazione sia gratuita o pagata



Il rapporto tra media e potere. Ma anche il ruolo del giornalista e di un mondo, quello dei media appunto, spesso più orientato al business e al consenso che all'obiettività e alla qualità.
Ne hanno parlato Massimo Sideri, giornalista economico del Corriere della Sera e Simone Scelsa, avvocato e scrittore, autori di Free Press, edito da Baldini e Castoldi Dalai.
A moderare il dibattito i giornalisti Tonia Mastrobuoni, Alessandra Sardoni e Fabio Tamburini.

La presentazione di Free press, giallo all'insegna della fantapolitica che ha per protagonisti due reporter, un po'gli alias dei due autori, l'avvocato Simone Scelsa e il giornalista Massimo Sideri, ha offerto l'occasione per analizzare il fenomeno della free press e la disponibilità gratuita di informazioni e notizie.
Ma anche per riflettere sui principi del buon giornalismo, su come costruire e difendere una stampa onesta, che sia davvero valido strumento per un' opinione pubblica ben informata.

L'introduzione di Tonia Mastrobuoni e gli interventi di Fabio Tambuini in avvio di dibattito, hanno aperto le porte su alcuni spaccati della professione giornalistica e del mondo dei media.
Su tutti, la qualità dell'informazione e la grande disponibilità di fruire di informazioni e notizie in modo gratuito.

Le provocazioni di Tamburini, definendo grave l'affermarsi dell'idea di poter beneficiare di informazione gratuitamente (come le radio e le TV) ha spostato il fronte del dibattito dalle strette considerazioni sul volume al più ampio discorso sull' attendibilità dei contenuti e la qualità delle notizie veicolate dai media.

Proprio questi elementi, a detta degli autori e di tutti i relatori, devono ritornare a giocare un ruolo fondamentale e determinante per «restituire al giornalista il riconoscimento del ruolo sociale che dovrebbe rappresentare agli occhi dell'opinione pubblica, che ha il dovere di informare in modo oggettivo e puntale, limitandosi a riportare e spiegare i fatti», parole di Sideri e Scelsa.
Che, ritornando a toccare alcuni elementi salienti del libro, hanno evidenziato come effettivamente oggi «si stia assistendo ad una crisi del giornalismo e della professione giornalistica.

Una crisi identitaria dell'intero sistema dei media, troppo spesso più concentrato a capire il migliore modello di business da seguire per resistere alle sfide del mercato che non ad offrire un servizio di qualità, unico fattore di credibilità, garanzia e veridicità nei confronti del proprio lettore Il contrario di quello che accade oggi con le pubblicazioni "free press", in cui i contenuti assumono un ruolo di secondo piano rispetto alle inserzioni pubblicitarie che le finanziano.

Ed ecco un altro riferimento all'attuale dibattito circa la possibilità di offrire o meno notizie a pagamento anche nell'era di internet e della infinita disponibilità di notizie.
«Informazione è davvero un diritto, se la devo pagare?» si domanda provocatoriamente Tamburini.
E ancora: «Se la free press oltre alle piccole notizie di cronaca e alle inserzioni pubblicitarie iniziasse anche a trattare con più insistenza aspetti politici? Come ne sarebbero influenzate le migliaia lettori distratti e poco consapevoli che ogni giorno le leggono o semplicemente le sfogliano?»

Un ulteriore aggancio al sistema reale e presente anche nel libro, in cui tal Hernst, magnate dell'editoria free in Europa decide di scendere in campo candidandosi alla presidenza degli Stati Uniti d'Europa. Ennesimo riferimento ali recenti scenari, che hanno messo in luce come il solo criterio economico e finanziario sia insufficiente per rendere l'Unione Europea davvero unita e solida.

Quel che è emerso, considerazioni e provocazioni a parte, è che per sopravvivere e interpretare il cambiamento l'informazione «che costa» deve riformarsi.
E che solo qualità e obiettività slegate da ogni legame con politica, finanza e potere, sono in grado di produrre una buona e vincente informazione nell'interesse di tutti.
E questo, indipendentemente dal fatto che l'informazione sia gratuita o pagata.