La moda, inaspettato collegamento tra Oriente e Occidente

Domenica prossima a Rovereto l’ultima lezione con Domenico Quirico

Interessante incontro, questa mattina a Trento presso la Sala della Filarmonica, con Maria Giuseppina Muzzarelli, docente di Storia medievale e di Storia del costume e della moda all’Università di Bologna, che si è soffermata sulle tendenze nate in Oriente e fatte proprie dall’Occidente
Quando si parla di moda molto spesso si pensa ad un universo vacuo, superficiale ed effimero.
Ma la moda è anche e soprattutto uno straordinario mezzo per capire e analizzare i cambiamenti di una società nel corso degli anni e dei secoli.
Anche per questo, quando si parla dei rapporti tra Oriente e Occidente e più in generale di orientalismo, per meglio comprenderne le dinamiche è bene soffermarsi sul fascino che il modo di vestire degli orientali esercitò per secoli sugli europei e sulle tendenze che dalle terre lontane arrivarono e si diffusero anche in Italia.
 
Di questo e di molto altro si è parlato questa mattina a Trento, presso la Sala della Filarmonica, in occasione del penultimo appuntamento con le Lezioni di Storia.
Relatrice Maria Giuseppina Muzzarelli, docente di Storia medievale e di Storia del costume e della moda all’Università di Bologna, che ha relazionato su «1590 - La moda guarda all’Oriente».
1590 è una data che segna l’uscita della famosa opera di Cesare Vecellio «Degli habiti antichi, et moderni». Un volume che, pur cavalcando un genere diffuso in quegli anni, appare unico grazie all’intreccio tra lunghe didascalie e ben 400 tavole che illustrano il modo di vestire dei popoli di tutto il mondo.
Grande spazio è dedicato all’abbigliamento degli orientali che esercitava un notevole fascino sugli occidentali.
 
Interessante rilevare come Vecellio ne parlasse senza aver mai visitato terre così lontane.
Ma del resto, nella florida Venezia del Cinquecento, non era raro incontrare donne velate o uomini di cultura che sfoggiavano il turbante e la barba, fino a quel momento vista con sospetto.
Pochi anni prima grande ammirazione avevano suscitato i vestiti dei greci giunti in Italia in occasione del Concilio di Ferrara e Firenze, convocato da papa Martino V nel 1431 per trattare l’unione con la Chiesa ortodossa, e le rappresentazioni dei Magi ad opera del Mantegna.
Si fa così strada l’idea di un mondo, quello orientale, dominato dal lusso, dal colore, dalla seta e dalle pietre preziose.
 
La professoressa Muzzarelli ha offerto una panoramica a 360 gradi sull’evoluzione conosciuta dalla moda, dall’antichità ai giorni scorsi, spiegando come nel Trecento - dopo le varie ondate di peste che misero in ginocchio l’Europa - l’abbigliamento diventò quasi un inno alla vita iniziando a valorizzare maggiormente il corpo grazie a pantaloni strettissimi per gli uomini e a profonde scollature per le donne. 
Per poi concentrarsi sul grande fascino esercitato dall’imperatrice bizantina Teodora sulle collezioni di grandi case di moda e stilisti come Chanel, Romeo Gigli, Marras e Dolce&Gabbana.