«Brasile: democrazia e pace sono indispensabili»

È il titolo dell’editoriale che sta per uscire il primo numero del 2023 del periodico «Trentini nel mondo»

Quanto successo in Brasile l'8 gennaio aveva fatto temere per la tenuta dello stato di diritto nel paese sudamericano: è stato un evento che richiama tutti al rispetto delle regole della convivenza civile.

I Trentini in Brasile sono tantissimi. Da quelli che sono emigrati dal Tirolo - circa centocinquanta anni fa - sono via via derivate comunità, che nel corso della storia hanno dato il loro sostanziale contributo all'evoluzione economica e sociale di intere regioni, soprattutto nel sud del Paese.
Qualcuno parla di un numero di trentini in Brasile prossimo ai due milioni e il dato presunto può essere preso come sufficientemente realistico.
 
La comunità Trentina si riunisce in Circoli, quasi sempre molto attivi e molto legati alla terra degli antenati: attualmente sono sessanta i Circoli che l'Associazione annovera nei suoi registri.
Nello stato di Santa Catarina l’anno scorso sono nati due nuovi Circoli Trentini e questo conferma lo stato di “salute” della comunità trentina in Brasile.
Per tutti questi motivi abbiamo seguito con apprensione quanto accaduto nella capitale federale l'8 gennaio, quando le sedi istituzionali nazionali sono state prese d'assalto, invase e danneggiate.
 
Nel vedere quelle immagini siamo stati colti da una grande preoccupazione: cioè che la democrazia in Brasile potesse essere in pericolo.
Indipendentemente dal colore politico di chi le compie e dalle motivazioni che le ispirano e in qualsiasi paese avvengano, azioni come quelle dell'8 gennaio a Brasilia sono da condannare senza appello, perché minano le basi della convivenza civile.
 
Questo non significa che il dissenso debba essere represso e impedito: in democrazia anche chi la pensa diversamente dalla maggioranza ha piena cittadinanza ed ha il diritto di manifestare liberamente la sua opinione.
Un diritto legittimo che deve però essere esercitato con forme che escludano in modo assoluto la violenza e lo sfregio dei simboli della democrazia, quali sono i palazzi che ospitano Parlamento e Governo di un paese.
 
Come già detto, le immagini che arrivavano da Brasilia ci avevano fatto temere per la tenuta della democrazia e dello stato di diritto in Brasile.
Un timore che fortunatamente si è poi rivelato infondato, a dimostrazione che le istituzioni democratiche hanno anche in Brasile basi solide.
E questo ci conforta, soprattutto pensando al passato, al presente ed al futuro delle nostre comunità di origine trentina che vivono in Brasile.
 
Nella Vale dos Vinhedos, nel Rio Grande do Sul, si produce il novanta per cento del vino di tutto il Paese; sono quasi tutti trentini i coltivatori e produttori di un vino che migliora progressivamente in qualità, grazie alla competenza ed alla passione trasferite di generazione in generazione e anche grazie ai progetti di formazione.
Il successo di queste attività imprenditoriali testimonia quale contributo può dare l'emigrazione allo sviluppo di un Paese e quindi al progresso ed al benessere della sua popolazione.
 
Ecco perché per la Trentini nel mondo e per la Fondazione Campana dei Caduti di Rovereto è importante che persistano le condizioni di democrazia e di pace, affinché non venga vanificato quanto finora costruito dalle comunità trentine e affinché le loro potenzialità possano continuare ad esprimersi al meglio.
 
Armando Maistri
Presidente Associazione Trentini nel mondo
Marco Marsilli
Reggente Fondazione Campana dei Caduti