Aperto il 12° Festival dell’Economia di Trento

Il tema: «Investire in salute può essere economicamente vantaggioso»

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Investire in salute e soprattutto in prevenzione, riducendo le disuguaglianze nell’accesso dei cittadini alla cure mediche può essere economicamente vantaggioso.
Da questo concetto parte la 12ª edizione del Festival dell’Economia di Trento che si è aperta oggi pomeriggio, in Sala Depero nel Palazzo della Provincia, con la cerimonia di inaugurazione, presentata dalla giornalista Maria Concetta Mattei.
Un tema, quello della «salute disuguale» scelto per l’edizione 2017, molto complesso che sarà esaminato da diverse angolature e punti di vista, non solo economici.
 
«Il Festival ci ha insegnato – ha detto il governatore Ugo Rossi – a non aver paura di confrontarci col resto del mondo, anche su temi difficili come quello dell’accesso alla salute e il Trentino non ha paura a mettersi in discussione.
«E se non ha paura è soprattutto merito dei suoi cittadini, che sono in vetta alle classifiche per il tempo che dedicano alla lettura, al volontariato e anche allo sport non agonistico.
«Così come – ha aggiunto – il nostro sistema sanitario provinciale si trova spesso in testa alle classifiche relative alla qualità dei servizi erogati.
«Il nostro compito è di assicurare decisioni rapide e chiare, mentre i cittadini - se le cose non funzionano - possono individuare le responsabilità di chi non le fa funzionare.
«È questo che intendiamo – a concluso Rossi – per autogoverno.»
 

 
«Ormai è dimostrato – ha sottolineato Tito Boeri, direttore scientifico del Festival – che chi ha avuto lunghi periodi di disoccupazione può avere, anche diversi anni dopo, problemi di salute molto seri.
«Nella lunga recessione – ha ricordato Boeri – ad esempio sono aumentati i disturbi di natura mentale e quasi metà dell'incremento di questi disturbi è associato ai dati di disoccupazione molto elevati.
«Per questo è importante affrontare i temi del lavoro e del precariato, soprattutto quello relativo alla disoccupazione giovanile, un problema sociale molto importante su cui dobbiamo discutere in maniera aperta.»
Uno spunto che ha dato l’occasione a Boeri, in veste di presidente dell’Inps, di parlare dei nuovi voucher proposti dal Governo.
«Il nuovo contratto – ha ricordato Boeri – prevede per ogni ora lavorata 12 euro a carico del datore di lavoro, che diventano 9 in tasca al lavoratore e sarà gestito dall'Inps che potrà verificare anche con il lavoratore che la prestazione sia effettivamente avvenuta.»
 
«Il Festival è un’occasione per fare il punto su quanto stiamo facendo come università e ricerca» – hanno detto il presidente e il rettore dell'Ateneo trentino, Innocenzo Cipolletta e Paolo Collini.
«Mi arrabbio sempre – ha sottolineato Cipolletta – quando sento parlare di sanità come di un costo.
«Anche da un punto di vista economico la spesa in sanità ha sempre un grande ritorno, in tecnologia e ricerca innanzitutto.
«Il tema scelto quest’anno – ha detto Collini – è molto forte e desta curiosità e consentirà di allargare il pubblico del Festival. Il ruolo dell’Università è quello di essere motore dello sviluppo di un territorio e attrattori di talenti.»
 

 
«La cosa strabiliante qui a Trento – ha evidenziato l’editore Giuseppe Laterza – e che c’è una grande attenzione per l’economia e che molte persone, studiosi ed esperti accettano di condividere la loro conoscenza con un pubblico ampio e facendosi capire da tutti.
«Quello del Festival è un modello interessante – ha detto Laterza – che funziona anche perché qui c’è una comunità capace di accogliere.»
Parole ribadite dal sindaco, Alessandro Andreatta.
«Trento è una città accogliente per tutti – ha detto – ed in particolare per i tanti studenti universitari e per i lavoratori che vengono da fuori, non solo per i servizi, ma anche per la qualità della vita che propone ricordando come a Trento vi siano 40 centenari.»
 
«Se la guardiamo dal punto di vista economico – ha detto Gregorio De Felice, Chief Economist di Intesa Sanpaolo e socio GEI – la sanità è una filiera che da lavoro e su cui conviene investire, anche perché con l’aumento dell'età media la domanda di salute è destinata a crescere.
«Investendo in prevenzione, in particolare, possiamo incidere positivamente sulla spesa sanitaria complessiva.
«È stato fatto un calcolo – ha aggiunto – che con 800 milioni si possono risparmiare circa 4 miliardi di euro.»