Carlo Busetti e i suoi «Percorsi paralleli» – Di Daniela Larentis
È il titolo dell’opera in «digital painting» dell’artista trentino, installata nell’atrio della nuova stazione della Trento Malé appena inaugurata a Mezzana
Carlo Busetti - Percorsi paralleli.
Nell’atrio della nuova stazione di Mezzana, Trento, è installata l’opera dal titolo Percorsi Paralleli (2016), una creazione artistica in digital painting realizzata dall’artista trentino Carlo Busetti.
Gli spazi interni della stazione sono allestiti richiamando i contenuti e il layout grafico di TtrAM Trentino trasporti Archivio Museo; si viene così a costituire il primo nucleo del sistema museale promosso da Trentino trasporti che verte sulla storia della mobilità in provincia di Trento.
Sottolinea la curatrice Loredana Trestin, presente all’inaugurazione dello scorso 23 luglio: «Come i binari percorrono distanze in modo parallelo, così le vite delle persone che si interfacciano in questi luoghi costituiscono percorsi che si susseguono in modo equidistante gli uni dagli altri.
Il realismo poetico, di un linguaggio sociale dell’artista, emerge nelle raffigurazioni in cui istanze cromatiche e i rapporti prospettico spaziali danno vita ad una traslitterazione della realtà; i piani e le linee che si intersecano esprimono elementi strutturali caratterizzanti l’architettura della nuova stazione, trasformandosi anche in rappresentazioni del vivere comune.
Una narrazione del paesaggio e di elementi concreti, in una dimensione di sobria suggestione, sottolineata da una atmosfera rarefatta che interagisce con le forme dell’ambiente esistente, facendo percepire la simbiosi tra costruzione e natura».
Abbiamo rivolto alcune domande direttamente a Carlo Busetti, un artista che seguiamo da tempo e che ha al suo attivo numerose e prestigiose mostre, l’ultima delle quali è una collettiva allestita presso l’ex caserma sul Monte Rite in Cadore, curata da Loredana Trestin.
Atrio principale della nuova stazione di Mezzana.
Lei è uno degli artisti presenti alla Biennale Arte Dolomiti 2016, appena inaugurata in Cadore: ci può raccontare qualcosa dell’evento?
«Devo dire che l'invito a questa importante Biennale mi ha colto all'improvviso, sapendo soprattutto che i partecipanti erano tutti di alto livello artistico, molti dei quali già presenti alla Biennale di Venezia.
«Sapere di confrontarmi con circa 25 artisti provenienti da tutti i continenti è stato per me fonte di grande soddisfazione e nel contempo di grande responsabilità.
«Oltre a questo non posso dimenticare l'emozione che ho assaporato nel momento in cui sono venuto a conoscenza dagli organizzatori dell'evento che l'artista Yoko Ono avrebbe partecipato con una sua opera.»
Qual è l’opera da lei presentata in quell’occasione?
«L'opera presentata alla Biennale Arte Dolomiti è Archetipo; è stata realizzata mediante iPad ed è stato accettato che venisse proposta nelle sue due declinazioni; pittura digitale riprodotta su poliestere retroilluminato e video che ne riporta il processo creativo.»
Da cosa ha tratto ispirazione?
«Dall'osservazione della società contemporanea che, nonostante la sua globalità, conserva in ciascun individuo il proprio archetipo.»
Ci può parlare dell'opera che ha realizzato per la nuova stazione di Mezzana?
«Per me si è trattato di una sfida particolarmente impegnativa, non tanto per i contenuti che avrei dovuto rappresentare (la storia della ferrovia, l'immagine della nuova stazione che, osservata dal mio punto di vista di ingegnere, si presenta come una costruzione sapientemente integrata nell'ambiente circostante, caratterizzata da ardite strutture ed elementi architettonici di notevole pregio, il fiume Noce solcato dalla nuova passerella il cui tetto si trasforma in binari.....), ma piuttosto per il fatto che non mi sono mai cimentato nell'esecuzione di un'opera di così grandi dimensioni, misura infatti 3.60 m di larghezza per 2 m di altezza.»
Inaugurazione stazione di Mezzana
Come si è sviluppata la fase creativa della sua opera?
«C'è stata una gestazione piuttosto lunga e intensa, nel corso della quale ho pazientemente raccolto, attraverso sopralluoghi, immagini, sensazioni, dettagli, pensieri, emozioni, spunti, idee.
«Come tante diverse tessere di un puzzle le ho poi fuse in una rappresentazione organica e unitaria, nel momento in cui l'istinto creativo ha preso il sopravvento facendo scorrere velocemente e facilmente le mie dita sullo schermo dell'ipad, dal primo all'ultimo tratto, senza soluzione di continuità.
«È interessante osservare che il processo creativo di quest'opera, come è avvenuto per altri miei lavori, è stato condensato in un video della durata di 4 minuti.»
Lei disegna sempre su una «tavolozza virtuale» di piccole dimensioni: quali difficoltà ha incontrato nell'ideazione, sapendo di dover trasformare il suo lavoro in un’opera di grandi dimensioni?
«Confesso che non è stato facile disegnare in piccolo sull'Ipad, immaginando quale sarebbe stato in grande il risultato finale.
«L'esperienza che ho maturato in questi anni, utilizzando il tablet quale tavolozza virtuale, mi è stata sicuramente di grande aiuto nel portare a termine con molta soddisfazione un lavoro per me così importante.
«E accanto all'esperienza è stato di supporto l'entusiasmo e la passione che hanno accompagnato questo percorso, ingredienti fondamentali, in questa circostanza come in altre, per raggiungere qualsiasi obiettivo.»
Progetti futuri?
«A settembre terrò una personale presso il Palazzo della Regione di Trento, sarò inoltre presente alla mostra d'arte contemporanea Art Escape presso Palazzo Zenobio a Venezia. E' inoltre di questi ultimi giorni la notizia che la commissione dell’ESPOSIZIONE TRIENNALE DI ROMA ha deciso di approvare la mia partecipazione alla prossima edizione 2017 con l'opera Eterei voli.
«Essere stato selezionato anche a questa seconda edizione, dopo la mia partecipazione a quella del 2014 con l'opera Volti, rappresenta nel mio percorso artistico una tappa molto importante di cui andare fiero. Oltre a questi appuntamenti, vi sono altri progetti in cantiere e, perché no, altri sogni da realizzare.
«A proposito di sogni, mi piace concludere ricordando questa citazione: Non rinunciare a un sogno solo perché pensi che ti ci vorrà troppo tempo per realizzarlo. Il tempo passerà comunque.»
Daniela Larentis - [email protected]
Biennale Arte Dolomiti - Archetipo - Messner-Busetti.