Quei nove caduti ora riposeranno in pace – Di Ettore Zendri
Inaugurato, dopo il restauro, il cimitero militare italiano della grande guerra di Streva
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Nel Comune di Vallarsa, a poche centinaia di metri dal passo Pian delle Fugazze, confine con la provincia di Vicenza, quello che oltre cent'anni fa costituiva il confine tra il Regno d'Italia e l'Impero austroungarico, spicca il cimitero di Streva, oggi risistemato con la riproduzione di alcune croci in ferro, ad opera del Gruppo Alpini di Montegalda (VI) e altri Gruppi di volontari, in coordinamento con l'Associazione Pasubio100anni.
Nove croci sono state installate per il momento, quelle che corrispondono ai nove caduti finora censiti nelle ricerche d'archivio e, su ognuna, è stata affissa una targhetta identificativa.
Realizzato dopo i terribili momenti della Strafexpedition del maggio-giugno 1916, il cimitero si trova su un pianoro sottostante la Strada Statale 46 che passa per la frazione di Streva, nei pressi dell'ex casa cantoniera e ha custodito per alcuni anni le spoglie di un centinaio di soldati, fino alla loro esumazione avvenuta negli anni Venti, a seguito della costruzione del vicino Sacrario del Pasubio, inaugurato il 29 agosto 1926.
I lavori di ripristino hanno riguardato principalmente i resti della cappella che risultava sommersa dai rovi con la messa in sicurezza delle sue parti strutturali, il recupero dei cippi in pietra rinvenuti sotto terra durante la sistemazione del terreno, la riproduzione delle croci in ferro, l'installazione dell'asta per la bandiera, il ripristino dell'altare e la realizzazione della recinzione in legno.
Nelle valli del Leno, dove vi erano i fronti di combattimento più caldi del Trentino, lo sfollamento degli abitanti confinati in Liguria e a Mitterndorf in Austria, nonché i paesi e i campi trasformati in un enorme campo di battaglia fortificato, esistevano una quarantina di cimiteri, di cui nove, sul Monte Zugna.
In Vallarsa, su 952 abitazioni censite nel 1910, ben 853 erano state gravemente danneggiate o interamente distrutte.
Fino al 1928 i famigliari potevano esumare le salme senza particolari autorizzazioni, per riportarle nel cimitero dei paesi d'origine.
Risulta dunque difficile conoscere il numero esatto delle sepolture e la provenienza di quei giovani, anche perché, per ogni corpo esumato (solo il teschio e i due femori), veniva corrisposta una certa quota in denaro e, per i corpi degli ignoti, la cifra risultava maggiore.
Anche per tale motivo, oggi, risultano censiti più ignoti di quelli che vi erano effettivamente allora; tra i sepolti, oltre agli italiani, vi erano sicuramente austriaci, ungheresi, boemi (Rep. Ceca), russi, romeni e moltissimi ignoti nelle fosse comuni.
Quei nove ragazzi, erano tutti di età compresa tra i 20 e i 40 anni:
POLSINELLI VINCENZO - Broccostella (FR) 5.3.1887 - 5.9.1917 Pasubio, di anni 30;
STRADELLA PROIETTI Mariano - Canepina (VT) 19.11.1876 - 16.5.1917 Pasubio, di anni 40;
VAGNI Lorenzo - Castelleone (CR) 13.4.1879 - 11.12.1916 Pasubio, di anni 37;
BRAGHIN Luigi - Cavarzere (VE) 23.1.1890 - 5.9.1917 Pasubio, di anni 27;
PADOAN Luigi - Chioggia (VE) 7.11.1895 - 5.9.1917 Pasubio, di anni 21;
MONI-BIDIN Gian Battista - Fossalta di Portogruaro (VE) 27.5.1885 - 5.9.1917 Pasubio, di anni 32;
BOVOLENTA Luigi di Mesola (FE) 21.10.1896 - 12.12.1916 Pasubio, di anni 20;
AVEZZA Giovanni di Santo Stefano Belbo (CN) 9.9.1895 - 18.2.1918 Pasubio, di anni 22;
GALVANI Primo di Soragna (PR) 28.1.1884 - 5.9.1917 Pasubio, di anni 33;
I primi di questi caduti è stato VAGNI Lorenzo, di anni 37, l'11 dicembre 1916, mentre l'ultimo AVEZZA Giovanni, di anni 22, il 18 febbraio 1918.
Tra queste due date, erano state scavate altre decine di tombe, alcune delle quali multiple, in un'area di circa 250 metri quadrati che torna ad essere visitabile grazie alla collaborazione degli Alpini, che cureranno la manutenzione.
L'inaugurazione dell'area ha avuto inizio la sera di sabato 10 ottobre, con una commovente rappresentazione durante la quale sono state lette alcune lettere scritte dal fronte alla propria famiglia dal S. Ten. Luigi Casonato, perito nei fatti di Monte Corno del luglio 1916 e il cui corpo non è mai più stato ritrovato, il tutto con i sottofondi della zampogna e del rullo di tamburo, con i canti dei cori che hanno chiuso la serata intonando le commoventi parole de «Il Signore delle cime».
Domenica 11 ottobre, la cerimonia ufficiale al mattino, seppure sotto una pioggia battente, con gli interventi delle autorità civili e militari, dei presidenti delle associazioni Pasubio100anni e Gruppo Alpini di Montegalda, della delegazione austriaca della Croce Nera, dell'Associazione 3 novembre 1918, del Comandante del 2° Reggimento Genio Guastatori di Trento.
Tra tutti, dopo gli interventi dei Sindaci dei due Comuni confinanti (Vallarsa e Valli del Pasubio), il discorso del Senatore Franco Panizza che ha sottolineato quanto sia importante tenere viva la memoria di ciò che è accaduto per continuare sulla strada della pace e della fratellanza e, a seguire, quello del Sindaco di Castelleone (CR), giunto appositamente in rappresentanza della città d'origine del caduto VAGNI Lorenzo.
Al termine, la benedizione da parte del Cappellano Militare dell'Area di Memoria, con la deposizione della corona.
Presenti anche altre Sezioni e Gruppi di Alpini e Fanti, il Gruppo Storico Trentino con le uniformi degli Standschützen e la Croce Rossa.
L'evento, organizzato dall'associazione Pasubio100anni con la collaborazione del Comune di Vallarsa, rientra nel più ampio progetto di valorizzazione dei siti storici in Vallarsa e, in particolare nel gruppo del Monte Pasubio, il fronte più caldo e più a lungamente combattuto di tutto il Trentino.