Nel centenario della nascita di Chiara Lubich (1920-2020)
Visita della delegazione trentina al centro internazionale dei Focolari
Alessandro Andreatta, Maurizio Fugatti, Maria Voce, Jesus Moran, Roberto Pradel.
«Se oggi noi siamo qui è per il grande lavoro che questa donna trentina ha fatto in Italia e nel mondo.»
Ha esordito così Maurizio Fugatti, presidente della Provincia Autonoma di Trento in visita ieri mattina a Rocca di Papa (Roma), al Centro internazionale dei Focolari insieme a una delegazione trentina, in vista delle celebrazioni per il centenario della nascita di Chiara Lubich previste per il 2020.
«Come trentini siamo orgogliosi di essere qui oggi – ha continuato il presidente – per rappresentare questa unità d’intenti. Occorre partire dal fatto che la Lubich era una donna trentina e non era scontato che una donna riuscisse a fare ciò che ha fatto, considerati i momenti storici non facili che ha vissuto. Da insegnante qual era c’insegna la capacità di educare e formare, ma soprattutto di ascoltare. E la sua vocazione di insegnante l’ha portata ad ascoltare tutti, ad ascoltare il mondo.
Insieme alla città di Trento e alla comunità del Trentino ci teniamo ad organizzare in modo importante questo evento perché il Trentino è una terra di mezzo, di confine: Chiara Lubich ha saputo assumere le caratteristiche di questo territorio ed esportarle. Quando nel giugno 2001 parlò a Trento di fraternità nell’orizzonte della città, invitò a rispettare tutti i soggetti di una città e ad ascoltarli. È in questo modo che si riesce ad interpretare al meglio gli interessi e i bisogni delle persone. È stata una donna di grandi valori, in un momento come questo in cui c’è bisogno di grandi valori cattolici e cristiani.»
Alessandro Andreatta, sindaco di Trento ha spiegato che il centenario non sarà occasione di sola celebrazione: «Non siamo qui per fare di Chiara Lubich un monumento o per consegnarla alla storia. Siamo qui per riviverne il messaggio, per raccoglierne l’eredità e per confrontarci oggi con il suo carisma. Penso che ci sia un po’ del pensiero di Chiara anche nel preambolo all’articolo primo dello Statuto della nostra città in cui si dice che Trento è la città dell’incontro, del dialogo e del confronto con tutte le culture, le religioni e le categorie del pensiero.»
Presenti anche il presidente della comunità di Primiero Roberto Pradel e il direttore della Fondazione Museo storico di Trento, Giuseppe Ferrandi e Maurizio Gentilini (archivista e storico al CNR), autore di una biografia della Lubich in uscita nel 2020.
Ad accoglierli c’erano la presidente Maria Voce, il copresidente Jesús Morán e una rappresentanza dei 60 membri del Consiglio Generale dei Focolari.
Sono intervenuti anche alcuni primi cittadini dei comuni dei Castelli Romani dove la Lubich ha vissuto e operato per oltre cinquant’anni: Emanuele Crestini e Veronica Cimino (rispettivamente sindaco e vice-sindaco di Rocca di Papa), Milvia Monachesi (sindaco di Castelgandolfo), Luciano Andreotti (sindaco di Grottaferrata) e Roberto Mastrosanti (sindaco di Frascati).
Giuseppe Ferrandi.
Scopo della visita è il rafforzamento del vincolo di amicizia e collaborazione fra Trento e la comunità trentina e il Movimento dei Focolari, promotori, insieme, di numerose iniziative nell’anno del centenario, in città e nella valle del Primiero, oltre che in molte città nel mondo.
Le celebrazioni avranno inizio il 7 dicembre 2019 con l’inaugurazione della mostra multimediale «Chiara Lubich Città Mondo» promossa dal Centro Chiara Lubich e dalla Fondazione Museo Storico del Trentino, ospitata nelle Gallerie di Piedicastello.
«Vorremmo che molti conoscessero Chiara, il suo pensiero – ha spiegato Alba Sgariglia, corresponsabile del Centro Chiara Lubich – come pure la sua spiritualità, la sua opera, la sua figura di promotrice instancabile di una cultura dell’unità e della fraternità tra i popoli.»
Giuseppe Ferrandi ha raccontato la sfida culturale e le complessità affrontate nel percorso di realizzazione della mostra: «Si tratta di prendere lo straordinario patrimonio di vita e di pensiero di Chiara Lubich e trasformarlo in un format comunicativo con lo stile essenziale ed immersivo che le Gallerie consentono. Come recita il titolo della mostra, la categoria città è centrale nel pensiero della Lubich; per lei la città è un polo dialettico che può relazionarsi con il mondo. Ci offre quindi la possibilità di non restare chiusi nel locale ma di aprirci.»
La mostra avrà anche un distaccamento nella valle del Primiero che, a partire dagli anni ’40, ha ospitato dapprima la Lubich con un piccolo gruppo, poi migliaia di persone da tutto il mondo che vi si recavano per fare esperienza di uno stile di vita incentrato sulla fraternità.
Successivamente la mostra verrà riproposta in nove capitali extraeuropee e si annuncia molto differenziata a seconda della cultura del luogo, in una visione che si allarga sul mondo.
Nel corso dell’anno, oltre all’afflusso a Trento di visitatori da tutto il globo, sono in programma anche una serie di convegni nazionali e internazionali che si svolgeranno sia a Trento che nei vari centri dei Focolari sparsi nei cinque continenti.
Inoltre, in Italia è in corso l’approvazione da parte del Miur del progetto di un concorso nazionale rivolto alle scuole secondarie di primo e secondo grado dal titolo «Una città non basta. Chiara Lubch cittadina del mondo».
A conclusione della mattinata, anche Maria Voce ha sottolineato il valore dell’azione di Chiara Lubich per la città: «Si trovava nella valle del Primiero quando ha compreso da Dio che doveva tornare a Trento e nelle città del mondo che ha incontrato lungo la sua vita – molte delle quali le hanno conferito la cittadinanza onoraria – ha trovato ovunque quel fascino che veniva dalla scoperta dei dolori e dei problemi, assumendoli e portandovi germi di vita e di amore.»