Parte un innovativo progetto di turismo sociale e sostenibile

Nelle Giudicarie, vecchie malghe in disuso trasformate in strutture ricettive, masi di proprietà collettiva recuperati fatti rivivere sotto altra forma

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L’iniziativa, finora unica in Trentino, nasce dall’entusiasmo e dall’amore per la propria terra di un gruppo di abitanti delle Giudicarie esteriori, che fino a pochi mesi fa si incontravano solo per organizzare un circuito di corse in montagna sulle cime più belle delle Giudicarie, il Comano Mountain Circuit.
Da lì è scoccata la scintilla che ha fatto nascere «Fuoco», la prima cooperativa di comunità del Trentino.
Una formula già sperimentata in altre parti d’Italia solitamente usata per far rinascere borghi e località abbandonate.
In Trentino la cooperazione tradizionale presidia già efficacemente le zone periferiche, ma «Fuoco» si propone di fare qualcos’altro: utilizzare strutture non più in uso, come ex malghe e masi, tipicamente di proprietà collettiva come le Asuc, per farle rinascere e nello stesso tempo promuovere il territorio.
 
Un progetto a cui è chiamata a partecipare l’intera comunità, e in futuro persino gli ospiti che potrebbero diventare soci.
«La cooperativa Fuoco – afferma il suo presidente Marco Buratti - nasce dalla volontà di portare le Valli Giudicarie al livello turistico che meritano, perché abbiamo una valle fantastica e incontaminata, dove si può vivere il contatto puro con la montagna e la natura.
Fuoco perché è un simbolo di unione e passione, un fuoco che riscalda, illumina il cammino e accende le passioni. Vogliamo che la nostra cooperativa diventi il focolare della comunità delle Giudicarie.»
Oggi la festa di inaugurazione a Misonet, sulla montagna sopra Favrio nel Lomaso: una malga in disuso che ora servirà pasti e prodotti della zona ad escursionisti curiosi ed interessati.
 
Nello stesso periodo è partita da poco la gestione di maso Limarò, una splendida casa rurale da poco ristrutturata, ma chiusa dopo una breve esperienza con una gestione precedente.
Per ora è in funzione un servizio di bed & breakfast, in futuro si aprirà anche alla ristorazione.
Mobili fatti a mano da artigiani locali, prodotti e quant’altro rigorosamente a «metri zero» per rispettare le specificità del luogo.
Della cooperativa fanno parte per ora nove soci, persone ed enti territoriali. Ma l’obiettivo è di allargarla a tutti i soggetti che vogliano partecipare.