Pinzolo e la puntualità sospetta dell'avviso di garanzia a Salvini

Il Ministro dell’Interno ha cavalcato abilmente l'iscrizione, ma poi ha avviato male la campagna elettorale della Provincia

È possibile che l’iscrizione del Ministro dell’Interno Matteo Salvini nel registro degli Indagati sia un atto dovuto, ma abbiamo tanto l’impressione che sia più che altro un atto politico.
La notizia, fatta scivolare proprio in occasione dell’avvio della campagna elettorale di Maurizio Fugatti a Pinzolo, ricorda molto quella volta che un «avviso a comparire» fu notificato a Berlusconi che stava per avviare una conferenza internazionale sulla criminalità organizzata a Napoli nel 1994.
Non se ne fece nulla allora, come probabilmente non se ne farà nulla oggi, ma in entrambi i casi l’effetto era quello di colpire l’immagine di un uomo politico in un momento importante della sua carriera.
Ma se quella volta a Napoli la credibilità di Berlusconi venne seriamente compromessa nei confronti dei potentati della terra, stavolta l’avviso di garanzia ha invece galvanizzato Salvini, che è riuscito a passare da eroe presso il popolo della Lega raccolto a Pinzolo.
 
A Di Maio la cosa è piaciuta meno, dato che secondo le Tavole dei 5 Stelle un avviso di garanzia dovrebbe comportare le dimissioni dell’indagato. Ovviamente il leader M5S ha trovato la logica per fare un’eccezione, anche se i reati in ipotesi non sono da poco.
 
Quello che invece ha segnato un punto a sfavore di Salvini a Pinzolo è stata la battuta sulla campagna elettorale.
«Non toccheremo l’Autonomia – ha detto in premessa, contrariamente a quanto la Lega asseriva i tempi di Bossi. – Ma con noi termineranno gli sprechi e non si daranno più soldi agli amici degli amici.»
Comprendiamo che in campagna elettorale tutto va bene, ma quando si fanno battute di una certa gravità, sarebbe bene essere più circostanziati.
Anzitutto che bisogno c’era di precisare che la Lega non toccherà l’Autonomia? Non era neppure da mettere in discussione per un partito che candida alla presidenza della Provincia autonoma di Trento.
Ma soprattutto, di che sprechi si parla? E quali sarebbero gli «amici degli amici» che riceverebbero soldi dalla Provincia?
 
C’è tutto il tempo di chiarire questi aspetti, dato che la campagna è appena cominciata.
Ma se queste sono le prime battute, la campagna si annuncia dura come ai vecchi tempi delle parti contrapposte, dove non c’erano avversari ma nemici.