L’FBI riapre l’inchiesta sulla Clinton a 11 giorni dalle elezioni

Il direttore del Bureau ha informato il Congresso che «va verificato se le email sequestrate contengano materiale classificato»

Comunque la si voglia vedere, l’iniziativa dell’FBI è quantomeno intempestiva.
Mancano solo 11 giorni dal voto per l’elezione del presidente degli Stati Uniti e il direttore dell’FBI ha informato il Congresso che, pur avendo archiviato l’indagine a settembre, alcuni aspetti vanno ancora verificati.
Il capo del Bureau ha comunicato che è tuttora da verificare se nella corrispondenza elettronica dei collaboratori della Clinton ci fossero notizie «classificate», ovvero riservate o segrete.
Poi - e questo è penoso - ha precisato di non essere in grado di prevedere quanto tempo sarà necessario per effettuare questi accertamenti.
 
Si tratta dunque di un’altra devastante sorpresa che si abbatte sulla più tormentata campagna elettorale del dopoguerra, perché l’inchiesta sulle email dello staff di Hillary Clinton quando era Segretario di Stato riapre le speranze a Trump.
Infatti l'avversario di Hillary Clinton ha esultato in un momento in cui i sondaggi lo davano per spacciato, e sta gridando allo scandalo sulla «verità nascosta».
La Clinton dal canto suo ha evitato qualsiasi risposta alle domande di fila dei giornalisti.
E quello che ci si domanda è per quale motivo l’iniziativa non sia andata avanti a settembre quando era partita, oppure perché non dopo le elezioni. Tirata fuori a 11 giorni dalle elezioni può legittimamente lasciar pensare che ci sia qualcosa che va più in là del semplice dovere dell’azione penale.