Nel 2011, in Trentino l’evasione fiscale è stata di 510 milioni
Ma quanti di quei milioni entrano effettivamente nelle casse della Provincia?
Non molto tempo fa, la Guardia di Finanza di Trento ha comunicato alla stampa i risultati di un anno di attività delle Fiamme Gialle, il 2011, nel corso del quale ha messo alla luce redditi imponibili nascosti per un totale di 510 milioni.
Una cifra decisamente importante, anche perché il 90 percento delle imposte evase deve andare alla Provincia autonoma di Trento.
Importo che, in un momento come questo, avrebbe potuto significare il pareggio delle richieste del Governo Monti per sanare le difficoltà di bilancio dello Stato.
Il Patto di stabilità infatti si gioca sui saldi di bilancio e non sui tetti di spesa. Che significa, detto in parole povere, che allo Stato interessa solo che venga rispettata la cifra che non deve mandare a Trento.
Conti alla mano, tuttavia, le cifre non sono così eclatanti come potrebbe sembrare di primo acchito.
Ferma restando l’importanza dei 510 milioni fotografati dalla Guardia di Finanza sull’economia trentina, le cose vanno poi avanti secondo le procedure di uno Stato di Diritto. Nel senso che poi vanno garantiti i diritti dei soggetti individuati come evasori.
I risultati, verificati sia pure per grandi linee con l’Agenzia delle Entrate e con Equitalia, dicono infatti che i risultati finali sono abbastanza al di sotto delle aspettative iniziali.
Anzitutto quei 510 milioni sono «imponibile» e non tasse mancate. Secondo la media rilevata dall’Agenzia delle Entrate, si può parlare concretamente di recuperare imposte non pagate per un terzo dell’imponibile messo in luce.
Il secondo aspetto sta invece sul contenzioso. Tra ricorsi (più o meno giustificati), accordi di convenienza (anche per l’Agenzia spesso vale la regola dei pochi, maledetti e subito), o impossibilità oggettiva di recupero, quel terzo si riduce ancora a un altro terzo.
Il 33% del 33% porta dunque al 10%. Quei 510 milioni si riducono quindi a 51 milioni di entrate effettive per il fisco. Poiché alla Provincia spetta il 90 percento, si arriva alla cifra – comunque non trascurabile – di 46 milioni.
Ad colorandum, precisiamo che anche il 90% delle sovrattasse va nelle casse della Provincia, mentre le pene pecuniarie rimangono allo Stato (né più né meno di quelle detentive…).
L’insegnamento di tutto questo si esprime in due direzioni.
La prima è che comunque l’azione della Guardia di Finanza è fondamentale, sia per lo Stato che per tutti i cittadini che invece le tasse le pagano regolarmente. La messa in luce in un anno di 510 milioni di redditi non denunciati può certamente spingere gli evasori a mettere giudizio.
La seconda è che il PIL non risente della caccia all’evasione. A meno che i soldi di attività fiscalmente illecite non vengano portati all’estero, vanno a incidere sull’economia reale come tutte le altre disponibilità finanziarie. Quindi apprezziamo particolarmente l’attività delle Fiamme Gialle che seguono da vicino anche le possibili esportazioni clandestine di denaro, ancorché generate da attività fiscalmente regolari.