I Pinot Nero di Elena Walch – Di Giuseppe Casagrande

Spettacolare degustazione a Termeno delle storiche annate di «Ludwig» e «Aton», i mitici Blauburgunder che hanno fatto la storia enoica dell'Alto Adige

Elena Walch (a destra) con le figlie Julia e Karoline.

Confesso - come ho già avuto modo di sottolineare più volte nei miei servizi giornalistici - di avere una predilezione particolare per il Pinot Nero, nobile vitigno che ammalia con la sua eleganza sia i winelover che i buongustai gaudenti e impenitenti.
Culla privilegiata del Pinot Noir è la Borgogna, in particolare la Côte d'Or suddivisa tra la Côte de Beaune e la Côte de Nuits (con il mitico Clos de Vougeot).
In Italia una delle zone più vocate è l'Alto Adige, in particolare le colline terrazzate di Montagna di Egna e Mazzon, zone privilegiate grazie ai terreni alluvionali calcareo-argilloso, ad una felice esposizione e alle brezze provenienti dal Lago di Garda.
Qui nasce il famoso Blauburgunder altoatesino, alias Pinot Noir.

 

L'enologo trentino Stefano Bolognani con Karoline e Julia Walch.
 
 Vino aristocratico, ma al tempo stesso ribelle, spesso difficile da domare 
Vino aristocratico, ma al tempo stesso ribelle, spesso difficile da domare, solo nelle annate migliori il Pinot Nero regala emozioni. E poche sono le aziende che riescono a raggiungere l'eccellenza. Una di queste è sicuramente la tenuta Elena Walch.
Nei giorni scorsi abbiamo avuto l'opportunità di verificarlo personalmente in occasione di una straordinaria ed esclusiva degustazione tenutasi nella storica residenza della famiglia Walch a Termeno.
«Il Pinot Nero - ha confessato Elena Walch - mi ha sempre affascinato per la sua complessità e per la raffinata eleganza. Per questo agli inizi degli anni Duemila abbiamo deciso di puntare su questo nobile vitigno che, già all'esordio, si è imposto sul mercato incontrando l'apprezzamento dei winelover e delle guide essendo stato più volte premiato come uno dei migliori Pinot Nero a livello nazionale.»
 

Gli assaggi del Pinot Nero nella cantina d'affinamento dei gioielli di Elena Walch.
 
 La lunga storia del Blauburgunder, il vino simbolo dell'Alto Adige 
Vino simbolo dell'Alto Adige, il Blauburgunder vanta una storia secolare avendo accompagnato nel corso degli anni lo sviluppo della regione vitivinicola altoatesina.
Nei giorni scorso il fascino di questo nobile vitigno è stato celebrato dalle figlie di Elena Walch, le sorelle Julia e Karoline che, insieme all'enologo trentino Stefano Bolognani, hanno presentato alcune storiche annate dei loro gioielli: il «Ludwig» e la Riserva «Aton».
Il privilegio di aprire le danze non poteva che essere assegnato a Sua Maestà il Pinot Noir «Ludwig» con la storica annata 2002, una rarità assoluta sottolineata da una corale standing ovation, cui ha fatto seguito la degustazione delle annate 2010 e 2017 fino ad arrivare alle vendemmie più recenti.
Tre volte vincitore del concorso nazionale del Pinot Nero a Montagna di Egna, il «Ludwig» nasce nei vigneti di Glen (Montagna di Egna) e Barleith (Caldaro).
 

Julia, Karoline ed Elena Walch brindano con i Pinot Nero della casa.
 
 Il Pinot Nero «Ludwig», il gioiello creato da Elena Walch nel 2002  
Il Pinot Nero «Ludwig» è stato creato da Elena Walch nel 2002 con le uve di vecchie viti, alcune allevate anche con il sistema tradizionale della pergola trentina.
La piccola produzione di 12 mila bottiglie indica la rigorosa selezione dei vari lotti, premessa indispensabile per produrre un Pinot Nero di altissima qualità: elegante, complesso e intrigante. I numerosi riconoscimenti nazionali ed internazionali ricevuti dal Pinot Nero «Ludwig» (il più alto è l'exploit in occasione del 12° Concorso nazionale sul Pinot Nero nel 2013, riconoscimento confermato poi nel 2020) hanno evidenziato la bontà delle scelte adottate in campagna e in cantina dal team dell'azienda ed in particolare dall'enologo trentino Bolognani cui va il merito di aver esaltato al massimo livello la tipicità di questo nobile vitigno.
 

 
  Il Ludwig 2021: speziato, morbido, vellutato, elegante e persistente 
La degustazione dei giorni scorsi a Termeno ha confermato che anche l'annata 2021 del «Ludwig», l'ultimo nato, promette bene grazie all'eleganza e ad una vigorosa struttura. Un autentico gioiello con quel bouquet speziate di cannella, chiodi di garofano e «nuances» di frutti di bosco che lo rendono complesso, ma al tempo stesso morbido ed invitante. Al palato il «Ludwig» 2021 sprigiona tutta la sua forza. I tannini vellutati, il sentore di spezie e l'equilibrata mineralitá conferiscono a questo Pinot Nero freschezza, eleganza e una lunga persistenza.
 
  Il Pinot Nero «Aton» un omaggio al dio del sole, origine della luce e della vita 
A partire dal 2017 Elena Walch ha completato la collezione dei grandi vini rossi della cantina con il Pinot Nero Riserva «Aton».
Con una piccola produzione di sole 3.395 bottiglie «Aton» è la massima espressione di Pinot Noir della rinomata cantina altoatesina. Il nome scelto per tenere a battesimo l’ultimo nato in casa Walch si deve al dio egizio del sole, rappresentato da un luminoso disco solare che si innalza su tutte le altre divinità: è l’origine della luce e della vita.
«Aton» è il risultato di una rigorosa selezione delle migliori particelle di vecchie viti. Il culmine della serata è stata la degustazione delle tre annate prodotte di «Aton» e la presentazione in anteprima dell'annata 2020.
 

 
  Aton nasce da una selezione delle migliori parcelle dei vigneti di Glen e Barleith 
«Aton» nasce da una selezione delle uve provenienti da vigneti situati tra i 400 e 600 metri sul livello del mare disposti su entrambi i lati della Valle dell'Adige a Glen (Montagna di Egna) e a Barleith (Caldaro): sono terreni complessi, principalmente argillosi e calcarei e con residui marnosi.
Tanto più alto è il vigneto, tanta più luce ed ore di sole e freschezza ricevono le viti. Una lunga esposizione alla luce solare, insieme al clima fresco e alla notevole escursione termica tra la notte e il giorno, rappresentano le caratteristiche ambientali ideali per il Pinot Noir. Sui pendii scoscesi sono coltivate viti giovani (di 15 anni) e viti più anziane (60 anni e più) da cloni francesi a bassa resa, le cui uve vengono raccolte esclusivamente a mano e selezionate con rigore.
La scelta delle parcelle migliori nei vigneti e una combinazione ottimale di esposizione e di altitudine permettono una maturazione fenolica più elevata delle uve senza eccessivi contenuti zuccherini. In tal mondo ne guadagna l’acidità naturale che ha reso l'«Aton» Pinot Noir Riserva 2019 straordinario per struttura, eleganza, freschezza.
«Con Aton - hanno ribadito Karoline e Julia Walch - abbiamo intrapreso un cammino sensoriale unico che investe tutti i sensi alla scoperta della sua sorprendente personalità. Un percorso capace di raccontare il territorio e far emozionare gli amanti del Pinot Noir e, in generale, del vino.»
 

 
 Il Pinot Noir «Aton» 2019: struttura, raffinatezza ed eleganza senza tempo 
L’«Aton» Pinot Noir Riserva 2019 esprime una raffinatezza ed una eleganza senza tempo. Al bicchiere si presenta di un intenso color rubino e il bouquet è un trionfo di eleganti note che ricordano le more bi boso con un tocco di liquirizia e un leggero sentore fumè. L'eleganza si fonde con la complessità di questo impareggiabile vino. Con il fascino dei frutti di bosco e la mineralità bilanciata da raffinati e freschi tannini, «Aton» conquista il palato con un finale persistente e speziato. L'annata 2019, oltre che per l'eleganza, si distingue per l'eccezionale complessità, la struttura e l'equilibrio. Un gioiello quello firmato da Elena, Karoline e Julia Walch che ha raggiunto i vertici della qualità esaltando il fascino di questo nobile vitigno. Un modello che può essere preso come prototipo dei Pinot Noir altoatesini (e non solo).

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Giuseppe Casagrande - [email protected]