Conoscere i ghiacciai e gli ambienti di alta montagna

Inaugurato il nuovo allestimento del centro glaciologico «Julius Payer»

Ha inaugurato il nuovo allestimento del Centro Glaciologico «Julius Payer».
Grazie al contributo della Commissione Glaciologica SAT il Centro è stato infatti rinnovato e aggiornato nel suo allestimento interno rendendo più accessibili e immediate le tematiche scientifiche proposte al pubblico.
 
Il Centro studi «Julius Payer» si trova a 2.434 metri di altitudine, nel suggestivo anfiteatro che abbraccia i fronti dei ghiacciai della Lobbia e del Mandron, in alta Val di Genova ed è nato grazie al lavoro del Comitato Glaciologico SAT per far conoscere i ghiacciai e gli ambienti di alta montagna e promuovere studi e ricerche nelle diverse discipline.
Raccoglie oggi informazioni relative alla formazione e alla dinamica dei ghiacciai, e conoscenze naturalistiche, ambientali, geologiche e sociali molto importanti.
 
Così Cristian Ferrari, presidente Commissione Glaciologica SAT:
«La recente accelerazione dei cambiamenti climatici costringe gli alpinisti e chi vive e lavora in montagna a modificare con altrettanta velocità l'approccio alle terre alte.
«Così i dati scientifici corrono il rischio di diventare vecchi di anno in anno, abbattuti a suon di record di siccità alternata a piovosità e temperature alte.
«Un centro glaciologico in quota ha l'obiettivo di concentrare e diffondere agli utenti della montagna lo stato dell'arte degli studi più recenti nelle aree glaciali e periglaciali, così da condividere e sensibilizzare gli effetti dei cambiamenti climatici in quota.»
 
Il presidente del Parco Adamello Brenta, Walter Ferrazza:
«Il Parco ha messo i cambiamenti climatici al centro delle sue riflessioni, ma anche delle sue azioni concrete, come il progetto di ricerca Biomiti, che studia l'effetto dell'aumento delle temperature alle alte quote, o le tante iniziative di educazione ambientale sviluppate nelle scuole.
«Siamo felici che il Centro studi Julius Payer si rinnovi e rilanci il suo impegno, perché lo consideriamo un partner prezioso in questo sforzo comune che tutti dobbiamo affrontare, se vogliamo dare un futuro al pianeta.»
 

 
All’inaugurazione erano presenti: le sezioni SAT Besenello, Brentonico e Pinzolo; Iole Manica, vicepresidente SAT; Marco Giardino, vice presidente Comitato Glaciologico Italiano; Cristian Ferrari, presidente Commissione Glaciologica SAT; Monica Marinelli, vicepresidente Parco Adamello Brenta; Giovanni Laezza, presidente della Fondazione Museo Civico di Rovereto che ha ricordato la collaborazione della Fondazione per il contenuto di due pannelli presenti nel centro.
 
«Il monitoraggio dei ghiacciai alpini oltre che permettere di documentare la riduzione delle masse glaciali – ha aggiunto Marco Giardino, vicepresidente del Comitato Glaciologico Italiano – ci consente anche di valutarne gli effetti sul territorio in termini di perdita di Servizi Ecosistemici.
«La deglaciazione, infatti, condiziona il deflusso delle acque e il loro stoccaggio nei settori montuosi così come influisce sugli ecosistemi alpini nella loro globalità e sulla quantità e qualità delle risorse idriche che dalle montagne vengono utilizzate nelle zone di pianura.
«Già ora si osservano i primi effetti concreti sui Servizi Ecosistemici collegati: acqua potabile, raccolti, irrigazione, servizi igienico-sanitari, energia idroelettrica e risorse idriche per attività turistiche estive e invernali.»
 
Iole Manica, vicepresidente SAT, ha ricordato come sin dai dai primi anni '90 SAT abbia intrapreso l'attività di studio dei ghiacciai, ora in capo alla Commissione glaciologica.
«SAT è orgogliosa del lavoro che svolge la Commissione Glaciologica – ha detto Manica – un’attività di studio scientifico utile per il nostro futuro, rilevante e riconosciuta anche da più enti pubblici.
«Finalmente si parla sempre più spesso del cambiamento climatico, si discute se questo sia dovuto all'uomo tra produzione di energia, disboscamento, trasporti, consumi eccessivi o sia da imputare a fattori naturali come l'orbita terrestre, la radiazione solare, la circolazione degli oceani e le eruzioni vulcaniche.
«In alta quota vediamo i ghiacciai ridursi, in tempi brevi e questo ci spaventa, ma non abbastanza.
«La nostra percezione può essere diversa da quanto la scienza può comunicare e per questo è fondamentale stimolare la divulgazione scientifica alla portata di tutti anche attraverso i centri scientifici come il nostro Centro glaciologico Payer.»