Medici senza frontiere: «Il mercato ha fallito nei confronti dei poveri»
La denuncia al Festival dell'Economia: «Vi è una tendenza pericolosa nei conflitti in atto che è quella di attaccare anche le organizzazioni sanitarie»
Costituita 42 anni fa da medici e giornalisti, con lo scopo di prestare assistenza umanitaria a coloro che si trovano in difficoltà, Medici Senza Frontiere in questi ultimi anni si trova di fronte a una doppia sfida, come ha spiegato Unni Karunakara, presidente internazionale dell'associazione, al Mart di Rovereto nell'ambito del Festival dell'Economia.
«Spesso non riusciamo ad arrivare alle persone che necessitano del nostro intervento, perché vi è una tendenza pericolosa nei conflitti in atto che è quella di attaccare anche le organizzazioni sanitarie.
«Inoltre non riusciamo ad applicare la terapia giusta e questo perché il mercato ha fallito, è venuto meno alle proprie responsabilità nei confronti dei poveri.»
In molte parti del mondo ci sono infatti malattie che colpiscono solo i poveri, malattie che invece non si vedono in Europa o in America, ma…
«Non c’è ragione per cui le case farmaceutiche – ha proseguito Karunakara – facciano ricerca e sviluppo su questi farmaci, perché non c’è profitto.»
A introdurre il presidente Karunakara vi era il giornalista Pietro Veronese, che ha evidenziato proprio questa crescente negazione, nei conflitti, dello spazio di neutralità, che ormai ha fatto venir meno il detto «non si spara sulla croce rossa».
Veronese ha anche messo in luce il recente concetto di «responsabilità di proteggere» che dovrebbe essere uno dei principi guida delle azioni internazionali.
«Nel 2005 il concetto di 'responsibility to protect' ha avuto un riconoscimento dalle Nazioni Unite che hanno affermato come in presenza di crimini di guerra, genocidio, pulizia etnica le nazioni abbiano la responsabilità di intervenire, ignorando l'eventuale sovranità dello stato.»
Ma su questa strada c'è ancora molto da fare, anche perché «manca una chiarezza – ha spiegato a questo proposito Unni Karunakara – ovvero non si sa come e quando intervenire».
A fianco del presidente di Medici Senza Frontiere anche Vittorio Emanuele Parsi, direttore dell'ASERI, l'alta scuola di economia e relazioni internazionali e professori alla Cattolica, che ha elogiato il Mart.
«Pur essendo veronese non avevo mai visto questo posto, è bellissimo. – Ha detto prima di affrontare l'argomento dei conflitti nei quali è coinvolta l'organizzazione. – In tempi recenti sono drammaticamente aumentate le guerre civili, anzi si può dire che praticamente tutti i conflitti in cui siamo stati coinvolti negli ultimi 20 anni siano state guerre civili internazionalizzate.
«È cambiata la natura della guerra, il suo scopo e i teatri periferici sono sempre di più. Dal punto di vista militare l'Occidente è ancora il signore della guerra, ma il paradosso è che questi conflitti non producono più i risultati che producevano un tempo.»