Intervista a Paolo Duiella, un «ragioniere» alla presidenza dell’A22

Autobrennero Spa, un gioiello che fattura 300 milioni all'anno, producendo un utile di circa 100… Ecco come funziona il fondo destinato al Traforo Ferroviario del Brennero

Un mese fa scoppiò il «caso» del fondo speciale della Società Autostrada del Brennero Spa, costituito per finanziare il traforo ferroviario del Brennero, perché sembrava che lo Stato lo volesse incassare per finanziare così la costruzione del tunnel con quello che poteva sembrare un maldestro tentativo di appropriazione indebita. O almeno i giornali lo pomparono in questa dimensione.
Prima di parlarne sull'Adigetto.it, noi volevamo approfondire l'intera questione e avevamo chiesto all'allora segretario generale della Provincia autonoma di Trento dottor Paolo Duiella, di spiegarci i termini del problema. Il dirigente generale era il miglior testimone della faccenda proprio perché aveva seguito da vicino l'ultimo decennio di storia dell'Autobrennero Spa in veste di rappresentante della proprietà provinciale trentina. Purtroppo però, proprio in quei giorni il dottor Duiella era stato designato a ricoprire la carica di presidente della stessa Società Autobrennero e, giustamente, ci pregò di aggiornare la domanda a dopo l'eventuale nomina di presidente.
Una volta insediato in Via Berlino, prendemmo contatto con lui e ci sedemmo a un tavolo per parlarne in tutta libertà.

 


Dottor Duiella, anzitutto i complimenti non tanto per la nomina, quanto per l'unanimità con la quale è stato eletto. Con Grisenti erano andati alla conta e ce l'aveva fatta per lo 0,2 percento…
«Per lo 0,7 percento,- precisa. - Me lo ricordo perché avevo fatto io i conti per verificare l'eleggibilità di Grisenti.»

Lei invece l'unanimità… Ed è una carica di tutto rispetto, soprattutto operativa prima ancora che istituzionale.
«Sì, per tradizione la presidenza dell'Autobrennero porta con sé anche tutte le deleghe. Si potrebbe dire che si tratta di un Presidente - Amministratore Delegato.»

Tanto per inquadrare il contenitore, che giro d'affari ha la società?
«Un fatturato oltre 300 milioni di euro, con un utile lordo (post accantonamento pro ferrovia) di circa 100 milioni di euro e netto (post imposte) di circa 60 milioni di euro.»

Diomio… Un terzo dei ricavi va in utile?
«Quasi.»

Credo che con una società così, ci siano molti pretendenti allo scadere della concessione…
«Beh, faremo il possibile per conservarla.»

Da dove può cominciare a raccontarci la storia del fondo sul quale lo Stato vorrebbe mettere le mani?
«Da una legge, la numero 449 del 27/12/97, il cui articolo 55 riguarda proprio l'Autostrada del Brennero Spa.
[Ci consegna il testo della legge, che riportiamo per esteso a pié di pagina.]
«Guardi il punto 13 di questo articolo. Lo Stato Italiano, nel quadro di un più complesso impianto legislativo volto a stabilizzare la finanza pubblica, autorizza la nostra società ad accantonare una quota (anche prevalente) dei proventi per finanziare il traforo del Brennero. Nello stesso dispositivo di legge si precisa che l'accantonamento è esente d'imposta e che deve essere investito in titoli di stato.»

Quanto venne deliberato di accantonare?
«La pregevole somma di 27 milioni e mezzo di euro all'anno.»

Vuol dire quasi 53 miliardi di vecchie lire all'anno?
«No, più di 53 miliardi.»

E finora avete, mi perdoni il termine, messo da parte 275 milioni in 10 anni?
«No, di più. Attualmente il fondo conta qualcosa come 385 milioni, che alla fine del 2009 saranno 412 e mezzo.»

Fin qui è tutto chiaro, per quanto sbalorditivo. Poi cosa è successo?
A Roma qualcuno ha sollevato l'obiezione che la società Autostrada del Brennero Spa non è di proprietà pubblica al 100 percento e pertanto non può entrare, se non tramite gara, in una società pubblica al 100 percento come invece lo è la BBT (Brenner Basis Tunnel).»

Che è formata da
«Da Italia e Austria, 50% a testa. La parte italiana è posseduta dalla TFB (Tunnel Ferrovia Brennero), che a sua volta è costituita per l'83% dalla RFI (Ferrovie dello Stato) e per il resto da Provincia autonoma di Bolzano (6%), Provincia autonoma di Trento (6%) e Provincia di Verona (5%).
«L'ipotesi iniziale dell'Autostrada del Brennero Spa era quella di conferire i quattrini del fondo in quota capitale della TFB e di stabilire gli opportuni patti di governance con gli altri.
«Poi, è sorto il problema della incompatibilità per i motivi che ho detto.»

E quali sono le soluzioni possibili per proseguire nel progetto?
«Beh, ce ne possono essere tante, e tutte vanno prese dalla proprietà della nostra società e non da noi. L'ipotesi analizzata in sede ministeriale è quella di svincolare il fondo, pagarci le tasse e destinare il valore netto ai vari soci dell'Autobrennero. I soci conferirebbero poi la propria quota nel capitale di TFB.
Mi chiedo tuttavia perché non sia stata presa in considerazione l'ipotesi della gara cui Autobrennero parteciperebbe con assoluta tranquillità.»

Operazione piuttosto onerosa, dato che costerà il 34% di tasse…
Il cui 90 percento, peraltro, tornerebbe alle Province autonome di Trento e Bolzano, secondo i dettami del pacchetto. Le due Province dovrebbero peraltro conferire in TFB anche questi proventi fiscali.»

Non si possono liquidare i soci privati?
«Nell'ipotesi di svincolo del fondo, ogni socio (pubblico o privato) potrebbe decidere liberamente se conferire o meno in TFB quanto ricevuto. Trattandosi [il Traforo del Brennero - NdR] di un investimento sostanzialmente privo di redditività, è facile pensare che i soci privati, ma anche qualche socio pubblico, potrebbero decidere di utilizzare diversamente questi proventi straordinari.
«Liquidare i soci privati per rendere Autobrennero totalmente pubblica è un percorso solo teoricamente fattibile. Intanto i privati devono essere d'accordo. Poi bisogna negoziare con loro il valore delle loro quote azionarie di Autobrennero.»

Che, come abbiamo visto, ha una redditività eccezionale…
«Infine i soci pubblici devono assumersi il relativo onere finanziario in proprio (il che appare impossibile) o attraverso le casse di Autobrennero che sarebbe così depauperata di significative risorse finanziarie.»

Come è stato quantificato il costo del Tunnel del Brennero?
«Si parla di 6 miliardi di euro. L'Europa concorrerebbe con 800 milioni di euro. I restanti 5.2 miliardi sono ripartiti al 50% tra Italia e Austria. TFB deve quindi disporre di 2,6 miliardi di euro.
«Il fondo di A22, che tra l'altro dovrebbe servire anche per la tratta di accesso fino a Verona e per l'intermodalità, risolve quindi solo in piccola parte il nodo del finanziamento italiano, nodo che deve essere sciolto principalmente dal Governo.»

La prossima mossa quale sarà?
«Dellai e Durnwalder dovrebbero incontrare tra breve il Ministro Matteoli.»

Guido de Mozzi

Estratto dalla Legge del 27/12/1997 n. 449 - art 55

13. A decorrere dal 1 gennaio 1998 la società Autostrada del Brennero spa è autorizzata ad accantonare, in base al proprio piano finanziario ed economico, una quota anche prevalente dei proventi in un fondo destinato al rinnovo dell'infrastruttura ferroviaria attraverso il Brennero ed alla realizzazione delle relative gallerie. Tale accantonamento è effettuato in esenzione d'imposta. L'utilizzo delle disponibilità del fondo avverrà in base a un piano di investimento da presentare dalla società Autostrada del Brennero spa entro il 30 giugno 1998, da approvare, sentite le competenti Commissioni parlamentari, con decreto del Ministro dei lavori pubblici d'intesa con il Ministro dei trasporti e della navigazione entro il 31 dicembre 1998 e previa intesa con le province autonome di Trento e di Bolzano. In attesa di utilizzo le disponibilità su tale fondo sono investite in titoli di Stato e non possono comunque essere utilizzate per le spese di progettazione.
A decorrere dal 1 gennaio 1998 il canone di concessione in favore dello Stato è aumentato in misura tale da produrre un aumento dei proventi complessivi dello Stato compreso tra il 20 e il 100 per cento rispetto ai proventi del 1997.

 

Ad colorandum.
«Usi il computer?» - Gli chiedo a microfoni spenti. - Il mio giornale è solo in internet.»
«No. Per me il PC è un soprammobile. Me ho chi lo sa usare benissimo per me, mi farò stampare l'articolo. Ai miei tempi, al primo anno di ragioneria c'era ancora l'ora settimanale di calligrafia. Poi sono arrivate le macchine da scrivere.»
Duiella si è diplomato ragioniere al Tambosi di Trento e poi laureato in economia e commercio all'Università di Verona.
«Si sente che sei un ragioniere.» - Conveniamo entrambi, dandoci la mano.
«Il difficile è stato diventare ragionieri, collega. Il resto è venuto da solo.»
«Posso farti una foto?»
«Prego.»
Lo inquadro.
«Scusa, puoi sorridere?»
«Sto sorridendo.»