«Pandora», quando la soglia è il corpo e la sua fragilità

Venerdì 14 aprile 2023 ore 20.45, al Teatro Comunale di Pergine l’ultimo appuntamento della stagione

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Venerdì 14 aprile il Teatro di Pergine ospita l'ultimo appuntamento della Grande Stagione.
Alle 20.45 andrà in scena Pandora, uno spettacolo che indaga una forma teatrale affidata al gesto, ai corpi con e senza maschere, a una parola-suono scarna e essenziale che supera le barriere linguistiche.

I Gordi, dopo aver conquistato nel 2019 il Premio Hystrio-Iceberg come Migliore compagnia emergente e nel 2020 il Premio ANCT (Associazione Nazionale Critici Teatro), completano con Pandora un’ideale «trilogia della soglia»: in Sulla morte senza esagerare la soglia è lo spazio tra l’aldiquà e l’aldilà, in Visite tra il presente e il passato.

In Pandora la soglia è il corpo, che, con la sua straziante fragilità, separa e congiunge noi e il mondo.
 

 
 Lo spettacolo  
Un bagno in fondo a un corridoio o sotto la piazza di una città. Può essere il bagno di un aeroporto, di un club o di una stazione di servizio.
Lo attraversa un’umanità variegata e transitoria. È un luogo di passaggio, d’attesa, d’incontro fra sconosciuti, un camerino improvvisato dove fare scongiuri, nascondersi, sfogarsi.
È un covo per i demoni, un’anticamera, una soglia prima di un congedo o un battesimo del fuoco. Se fuori ci si deve attenere alle norme sociali, ad una prassi, al gioco, dentro si dismette qualcosa; è uno spazio amorale, di sospensione, di nudità.
Il bagno pubblico è per eccellenza il luogo dove, per questioni culturali e di igiene, la presenza fisica dell’altro, la vicinanza, si avvertono in modo più problematico.
È un’immagine atemporale che può parlarci, oggi, senza fare attualità, che può rappresentare una situazione di riconoscibile, naturale diffidenza, di paura dell’altro, paura di sentirsi di troppo o addirittura una minaccia, del sentirsi corpo e basta, appiattiti al mero bisogno, al mantenimento e alla difesa di una vera o presunta integrità.
 
In Pandora si amplia la ricerca sulla maschera per metterne in discussione i confini. C’è anche qui la maschera di cartapesta, che ha caratterizzato i due spettacoli precedenti (Sulla morte senza esagerare e Visite), ma ci sono anche le maschere di tutti i giorni, come una benda o un paio di occhiali, come un’espressione o un volto. E poi ci sono maschere improvvisate, estemporanee e maschere mostruose, a rappresentare il dismorfismo e la dispercezione delle allucinazioni e delle paranoie.
Filo conduttore del percorso dei Gordi ad oggi è la ricerca di un linguaggio fatto di movimento, partiture di gesti concreti, oggetti, vestiti, maschere e musica.
Nel lavoro di scena ricercano sinestesie e un teatro poetico capace di emozionare e produrre immagini vive.