La grande cucina dell’Adigetto.it – Di Massimiliano Putortì/ 21

«Le Strascinate con cime di rapa», un classino pugliese e una bontà unica per tutti

                                  «Le Strascinate con cime di rapa»                                
 INGREDIENTI PER 4 PERSONE 
400 g di strascinate
800 g di cime di rape
5 filetti di acciuga
1 spicchio d'aglio
1 peperoncino (facoltativo)
olio extra vergine d'oliva
sale
 PROCEDIMENTO
Mondiamo le cime di rape eliminando le foglie più dure, quindi le laviamo per bene e le cuociamo in abbondante acqua salata per circa dieci minuti.
Scoliamo le cime e nella stessa acqua cuociamo le strascinate.
Intanto in una padella mettiamo l'olio, lo spicchio d'aglio, il peperoncino tagliato a rondelle, le acciughe e facciamo rosolare leggermente.
Una volta cotte le strascinate, le scoliamo, tenendo un po’ d'acqua di cottura, uniamo le cime precedentemente cotte, e saltiamo il tutto nella padella insieme alle acciughe, l'aglio e il peperoncino, quindi serviamo.
 
Consiglio di Max
possiamo servirle con una spolverata leggera di pan grattato tostato, darà un sapore più intenso al nostro piatto.
Il vino che consigliamo per questo piatto è il Riesling della Cantina Endrizzi.

 Alcune curiosità
Questo piatto ha origini Pugliesi, e per la precisione è un piatto tipico Barese.
Le strascinate non sono altro che delle orecchiette schiacciate;delle credenze antiche raccontano che durante la dominazione spagnola a Bari, nel '600, dal castello svevo venivano trasferiti gli uomini ribelli della città verso il porto, e le donne del borgo antico, al passaggio dei loro uomini trascinati in catene, omaggiavano le guardie con della pasta, promettendo loro altre bontà.
Così facendo distraevano i soldati permettendo la fuga dalle prigioni dei loro uomini.

 Massimiliano Putortì 

Come vuole la nostra tradizione, Massimiliano non è uno chef «stellato», anzi è un cuoco semplice, cui piace fare il suo mestiere con passione.
Il suo maestro è stato Mario Giovanella, un grande chef trentino che - come dice lo stesso Massimiliano - gli ha insegnato davvero tanto: «Per me è uno degli chef trentini, della tradizione trentina, più bravi che ci siano».

Ha lavorato al Ristorante Chiesa dal 2002 al 2006, anno in cui è passato al Party Service (sempre targato Chiesa), dove si occupava del servizio catering, cosa che ha fatto fino allo scorso dicembre 2010.
Con l'anno nuovo ha deciso di voltare pagina e fare una scelta di vita, avendo una moglie e una bimba di due anni e mezzo. E poiché la sede della Party Service si é trasferita fuori dalla città di Trento, ha colto al volo l'occasione di lavorare presso l'istituto Salesiano di Don Bosco a Trento.
«Adesso faccio da mangiare per i ragazzi della scuola media e... sono felice.»

Tra le sue esperienze «stellate» (gli piaccia o no, ne ha anche lui) nel 2007 ha cucinato nel palazzo della Provincia per il presidente del Mozambico Emilio Armando Guebuza e il presidente Dellai, in occasione della visita ufficiale a Trento.
Nel settembre 2010 ha preparato colazione e cena al Castello del Buonconsiglio per Lech Walesa, premio nobel per la pace ed ex premier polacco.
Ma gli è capitato anche di cucinare per qualche personaggio famoso come Paolo Villaggio, o per dei campioni del ciclismo come Moser, Gimondi, Bugno, Simoni, Bettini, Fondriest, Motta...