Giorno della memoria, Kompatscher al muro di via Resia
«La celebrazione del Giorno della memoria deve essere unica, condivisa tra i gruppi linguistici come monito per la dignità e i diritti delle persone»
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Nel Giorno della memoria delle vittime del nazionalsocialismo ricorrono quest'anno i 70 anni dalla liberazione del campo di concentramento di Auschwitz nel 1945.
Quel giorno sono diventati visibili l'orrore e le dimensioni dell'Olocausto con milioni di persone uccise.
«Questa giornata deve essere celebrata come ricordo ma anche come monito ad essere impegnati ogni giorno personalmente per esprimere una posizione chiara e netta contro le ideologie che negano l'identità e la dignità uguali per tutti, – ha sottolineato il presidente della Provincia Arno Kompatscher. – Per questo è importante il segnale di partecipazione di tutta la società altoatesina con le sue istituzioni.»
Il Presidente in mattinata aveva lasciato temporaneamente i lavori in Giunta per partecipare alla cerimonia al muro del lager di transito di via Resia.
Proprio occasioni come queste richiedono una partecipazione condivisa e unitaria della società altoatesina.
«È importante che tutti i cittadini, indifferentemente dal gruppo linguistico, celebrino assieme il Giorno della memoria.
«La nostra popolazione è stata vittima di nazionalsocialismo e fascismo, se oggi ogni giorno siamo confrontati con notizie di guerre civili, massacri, vittime innocenti, atti di terrorismo, dobbiamo sempre ricordarci che settant'anni fa anche nelle generazioni dei nostri nonni e dei nostri genitori ci furono vittime e carnefici, – ha ribadito Kompatscher. – Da anni, del resto, la conoscenza della memoria storica trasversale a tutti i gruppi linguistici è un impegno della Provincia: I giovani di lingua tedesca, italiana e ladina compiono assieme il percorso sino ad Auschwitz, un'iniziativa di formazione esemplare per l'intera società.»