Un salvagente, per non annegare in questo mare di cavolate

Degasperi (M5S) pronto a chiedere di tagliare gli incarichi pubblici alle tv che licenziano

È davvero singolare leggere il documento che il Consigliere provinciale Filippo Degasperi, del Gruppo consiliare MoVimento 5 Stelle, ha inviato alle redazioni per esprimere la propria negatività sulla vicenda di Trentino TV, che si trova costretta a licenziare tre giornalisti.

Nel comunicato, che pubblichiamo per esteso nel riquadro che segue, si dichiara «pronto a chiedere di tagliare gli incarichi pubblici alle tv che licenziano».
Abbiamo letto più volte il testo per vedere se si trattava di una bufala - che di questi tempi va di moda - ma purtroppo il discorso che fa è serio.
Quindi ci troviamo costretti a esprimere anche noi le nostre considerazioni.
 
La prima è di puro buonsenso.
L’idea di tagliare le forniture a un’azienda in difficoltà è come volerla far chiudere. Se Trentino Tv si trova costretta a licenziare metà dei giornalisti perché non ha redditi sufficienti per pagarli, tagliare le commesse rimaste in essere significa far licenziare anche quelli che sono rimasti.
 
La seconda è di carattere amministrativo.
Se l’emittente in questione, non licenziando nessuno, si trovasse in condizioni di non poter pagare tasse e contributi, INPS, INAIl e quant’altro, non sarebbe più in grado di presentare un DURC tale da consentirgli di continuare a lavorare per la Pubblica Amministrazione.
 
La terza è di natura politica economica e merita qualche parola in più.
Nelle imprese la pubblicità è un investimento che deve rientrare nei costi. O funziona e fa aumentare le vendite e quindi il valore aggiunto in cui ammortizzarla, oppure non la si può fare.
Nella grande crisi che ha attraversato il mondo e l’Italia in particolare, c’è stato un momento in cui la pubblicità è diventata del tutto inutile. Se c’è mercato, la pubblicità può gestire gli atteggiamenti comportamenti dei consumatori potenziali. Se la gente non consuma, la pubblicità non serve a nulla. Quindi la sospendi e cerchi di far sopravvivere l’azienda finché non si intravvede una pur minima ripresa.
 
Per l’Ente Pubblico è diverso: la pubblicità serve per far sapere qualcosa ai cittadini, o per fare formazione, o per ottenere risultati in termini di PIL.
Comunque sia, il conto non si fa più nel rapporto costi-benefici, ma nelle disponibilità finanziarie. In altre parole, se hai soldi la fai, altrimenti non la fai.
Ed è un po’ quello che è accaduto per la Provincia autonoma di Trento. Con i tagli che ha dovuto subire - indipendentemente dal proprio residuo fiscale - si è trovata costretta a ridurre un po’ tutte le spese. Quindi anche la comunicazione.
 
Come spiega bene lo stesso Degasperi, ognuno degli ultimi anni la Provincia ha dovuto tagliare sempre più le disponibilità anche per le TV private.
E in un momento come questo, in cui la pubblicità commerciale si è ridotta ai minimi termini, le difficoltà si sono decuplicate.
I lavoratori dipendenti sono il patrimonio dell’azienda, tanto più se l’impresa è una emittente televisiva.
Al di là quindi dagli aspetti sentimentali - che pur sempre esistono anche nelle soluzioni pragmatiche – quando si deve licenziare qualcuno è sempre una tragedia.
 
La legge sull’editoria è finalizzata a due funzioni.
La prima è quella di consentire agli editori di investire in formazione, che da troppo tempo sono costretti a situazioni marginali.
La seconda è quella di garantire ai fruitori della comunicazione (e quindi ai cittadini) di continuare a essere informati gratuitamente.
Sappiamo che questo infastidisce coloro che l’informazione la fanno pagare, ma la legge sull’editoria è stata pianificata per tre anni, in modo da rivedere il gioco delle parti in un momento più favorevole.
 
G. de Mozzi

Leggiamo con interesse quanto riportato in una nota odierna della FNSI riguardo al ventilato licenziamento di 3 giornalisti trentini.
La decisione dell'editore di una TV locale, arrivata giusto prima di Natale, di lasciare senza lavoro 3 giornalisti dimezzando così l'organico della propria emittente desta anche in noi parecchio stupore. Da un lato è del tutto incredibile che si pensi di poter fare informazione di qualità con numeri tanto risicati. In secondo luogo risultano stupefacenti le motivazioni addotte per giustificare i licenziamenti, collegati apertamente al taglio dei contributi provinciali alla medesima emittente TV.
 
Dal punto di vista umano spiace molto per questi lavoratori e per le loro famiglie, ma anche dal punto di vista imprenditoriale c'è da ritenere questa scelta assai singolare: dire che si deve licenziare metà dello staff perché la PAT riduce i contributi fa pensare che l'emittente abbia improntato la propria sostenibilità economica sull'accesso ai fondi pubblici e non sulla capacità di stare sul mercato con le proprie gambe. Se questo fosse il caso ci sarebbero da porre serie domande all'editore sul come e il perché abbia deciso di occuparsi di TV.
 
La PAT non ha però tagliato i contributi al settore. Lo stesso M5S trentino, pur con qualche titubanza, ha votato la legge a sostegno dell'editoria perché vincolata all'approvazione di un Ordine del Giorno che fa esplicito riferimento al mantenimento dei livelli occupazionali.
A ottobre il M5S ha inoltre presentato un'interrogazione al Presidente della Provincia per conoscere il dettaglio dei finanziamenti concessi dalla PAT a chiunque avesse svolto attività di produzione audio/video, documento a oggi ancora privo di replica.
L'atto è stato rivolto anche al Presidente del Consiglio Provinciale, il quale ha confermato che Il Consiglio non solo non ha ridotto gli stanziamenti all'editoria locale ma li ha addirittura aumentati.
A novembre qualcosa si è riusciti a sapere anche dalla Giunta grazie a una nostra domanda a risposta immediata. In maniera piuttosto sommaria ci è stato comunicato quanto segue: nel 2013 la PAT ha assegnato incarichi per 554 mila euro, nel 2014 per 480mila e nel 2015 per 471mila euro.
Come si vede il sostegno al settore non è dunque mai venuto a mancare.
 
Va infine ricordato come l'emittente in questione goda dell'incarico provinciale per la trasmissione di numerosi eventi, fra i quali ad esempio tutte le sedute del Consiglio Provinciale, e sia per questo profumatamente remunerata.
Il sostegno di cui gode questa TV è vincolato alla sua capacità di offrire un servizio su base provinciale. Se i propositi dell'editore di dimezzare la forza lavoro trovassero compimento risulterebbe però chiaro che il presupposto diverrebbe del tutto irrealizzabile.
Con una redazione di 3 persone infatti ci si potrebbe occupare forse della sola città di Trento.
 
Qualora l'editore di questa emittente confermasse i licenziamenti, in qualità di membro dell'Ufficio di Presidenza provvederò quindi a proporre di toglierle ogni commessa da parte del Consiglio.
A quel punto sarebbe infatti conclamata l'impossibilità da parte della TV di offrire un servizio provinciale del livello richiesto dall'ente pubblico e si renderebbe quindi necessario trovare un' altra emittente capace di valorizzare le proprie risorse cui assegnare il servizio».
 
Cons. prov. Filippo Degasperi
Gruppo consiliare MoVimento 5 Stelle