Il Governo Conte II ha ottenuto la maggioranza tra urla e fischi
Ma il primo atto che ha prodotto è decisamente positivo, la nomina di Gentiloni alla Commissione Europea: gli è stata affidata l’economia della UE
Dando uno spettacolo non degno di un Parlamento occidentale, ieri alla Camera e oggi al Senato il governo ha chiesto e ottenuto la fiducia.
Le battute che si sono scambiate maggioranza e opposizione sono state inaccettabili da qualsiasi punto di vista. Alla faccia dell’«odio» che Zingaretti diceva di voler evitare.
Alla camera non ci sono stati problemi, al Senato i voti presi sono stati 169 sui 161 necessari.
Come abbiamo detto più volte, l’accordo tra 5 Stelle e PD non ci pare una unione naturale per una serie di motivi.
Il primo è che non si può passare da una coalizione con un partito di destra prima e con un partito di sinistra poi, giustificando la scelta con la visione filosofica del «post ideologismo».
La seconda è che il programma condiviso dalle parti ci pare uguale e contrario. In pratica si sono trovati d’accordo sui titoli ma non sui contenuti. Lo stesso Conte ha posto i problemi, senza indicare la soluzione.
Al momento la Ministro dell’Interno ha respinto - come Salvini - una nave di immigrati raccolti da una ONG. La ministro Luciana Lamorghese è un tecnico indipendente e si è limitata a seguire la prassi fin qui adottata in attesa di indicazioni da Palazzo Chigi.
Per l’ennesima volta è stato detto che si dovrà rivedere il trattato di Dublino e che si dovrà favorire una equa distribuzione degli immigrati in tutti i Paesi della UE.
Per quanto riguarda le pensioni, si è pensato di mantenere in piedi Quota 100 per due anni, poi si vedrà.
Il reddito di cittadinanza verrà «implementato», frase pronunciata più per Di Maio che per i cittadini.
L’autonomia delle regioni richiedenti avverrà in maniera certamente meno marcata di quanto non volesse Salvini. Sempre che avvenga.
La riforma della Giustizia dovrebbe prevedere la modifica dei termini per la prescrizione. Come dire che, non potendo abbreviare i tempi dei processi, si allungano i tempi della prescrizione.
Comunque sia, questo strano esecutivo è partito producendo un ottimo risultato, la nomina di Gentiloni alla Commissione Europea. Nomina che la presidente Ursula Von der Leyen ha premiato affidando al nostro ex premier la competenza più ambita, l’economia.
Va da sé che la presenza di Gentiloni al posto di Moscovici non significa in alcun modo l’allentamento dei cordoni della borsa per l’Italia, ma perlomeno si avrà a che fare con un uomo esperto che conosce i problemi del Paese e dell’Europa.
«Mi impegnerò innanzitutto per contribuire al rilancio della crescita e alla sua sostenibilità sociale e ambientale, – ha detto Gentiloni. – Cercherò di onorare l'Italia e il governo che mi ha proposto, lavorando nell'interesse di tutti i cittadini europei.»
In un momento così affannoso per l’economia della UE, ci pare che sia giunto il momento di affrontare il futuro con una visione diversa, non tanto finanziaria quanto, appunto, di sviluppo.
GdM