Proiezione a Trento del documentario «Col nome del delirio»
Sarà proiettato martedì 25 ottobre presso gli spazi dell’Officina dell’autonomia in via Zanella 1 – Presenti i registi Simone Malavolti e Bianca Pananti – Ingresso libero
Nell’ambito di «Acqua, aria, terra, uomo», la rassegna di eventi culturali legati al tema del benessere che si tiene ad Arco dal 24 al 30 ottobre, l’unico appuntamento a Trento è con la presentazione e proiezione del documentario storico e autobiografico di Bianca Pananti, Simone Malavolti e Leonardo Filastò Col nome del delirio (Italia, 105’, 2014).
L'Ospedale Psichiatrico Vincenzo Chiarugi di Firenze, o più semplicemente il Manicomio di San Salvi, venne inaugurato nel 1891 in una zona allora ai margini della città, oggi un'isola verde semi-abbandonata e silenziosa, sebbene ormai totalmente inglobata nel contesto urbano.
San Salvi è ancora oggi un luogo carico di suggestioni che rischia di venir dimenticato, ma che racchiude in sé le storie di migliaia di pazienti che per ragioni diverse vi hanno trascorso molto, troppo tempo della loro vita.
Il film è un racconto a più voci nel quale i protagonisti ci offrono la possibilità di rivivere alcune tra le pagine più significative della storia di San Salvi dal dopoguerra ad oggi.
Lo spettatore è accompagnato in un viaggio che parte dalle stanze buie e sporche dei reparti e giunge alle prime gite fuori dal cancello, all'elettroshock, alle prime esperienze di art brut, fino alla festa di chiusura del manicomio e alle difficoltà che ne seguirono.
Un documentario storico e autobiografico che ripercorre le vicende di un pezzo della nostra Storia per tanti anni ignorata, lasciata ai margini e ancora oggi per lo più rimossa dalla nostra incapacità di confrontarci serenamente con la malattia mentale.
Un pezzo di storia segnato da molte ombre, ma anche dai preziosi contributi delle persone che vi hanno speso una parte significativa della loro vita.
Nella serata del 25 ottobre interverranno i registi Simone Malavolti e Bianca Pananti, assieme allo storico Rodolfo Taiani.