Cartoline di Bruno Lucchi: Le stanze dell'anima da Varroni design

Spilamberto MO. Prendere per mano l’uomo e metterlo in comunicazione con il mondo dell’arte. Oltre lo spazio. Oltre il tempo. Oltre la materia

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Il cambiamento è inevitabile. Cambiare è sempre difficile, soprattutto le idee.
Nel dicembre del 2000 parlando con Beba Marsano, critica d’arte che ha scritto il testo di un mio catalogo allegato alla rivista Arte Mondadori, avevo confessato il mio timore che le opere potessero essere scambiate per dei soprammobili e per questo motivo ho creato dei semplicissimi supporti in ferro a sostegno delle stesse.
 
Venerdì 6 aprile 2024 ho dovuto ricredermi e inevitabilmente cambiare idea.
Monica Varroni, dell’omonimo Showroom di Spilamberto MO, in occasione della mostra «Le stanze dell’anima» all'interno dell'elegante negozio, ha creato un allestimento come non avevo mai né pensato né immaginato.
Le opere sono state collocate sui mobili, sul pavimento e senza supporti. Vedendole esposte in questo modo mi è arrivato un brivido improvviso. Come fossero nate lì, come fossero a casa loro.
Ancora oggi, dopo tanti anni di studio e lavoro, incontro anime delicate che riescono ad aggiungere incanto alla mia vita.
Ancora una volta sicuro di conoscere le mie creazioni e riscoprirle con occhi nuovi.
Ancora una volta fortunatamente ho cambiato prospettiva.
Ancora una volta capisco che le mie opere sono per chi riesce a farmele apprezzare con gli occhi di uno sconosciuto.
Un nuovo luogo. Prendere per mano l’uomo e metterlo in comunicazione con il mondo dell’arte.
Oltre lo spazio. Oltre il tempo. Oltre la materia. Rendere i nostri spazi e la nostra vita più bella colmandola di emozioni e bellezza. Lo dobbiamo a noi stessi.
 
Cosi la critica Marsano scriveva in quel dicembre del 2000
La sua paura è che diventino soprammobili. Comuni pezzi d'arredamento sistemati senza attenzione, senza rispetto per la loro natura astrale e sacrale, per la loro vocazione a testimoni di un altrove di cui l'uomo ha nostalgia ma nessuna memoria.

Per questo, le figure di Bruno Lucchi vivono su piedistalli che le isolano dagli uomini per non interromperne il dialogo con le energie del creato. Senza spazio queste figure non vivono.

Perché figlie dei quattro elementi. L'aria e la terra che le formano, il fuoco che le cuoce, l'aria e la luce che le pervadono. Aria e luce che piovono dalle pareti a vetrata del grande, chiarissimo, felice atelier dell'artista.

Vetrate che si affacciano sul verde smagliante dello storico parco del Imperial Grand Hotel Terme di Levico, già residenza estiva dell’Imperatore d’Austria Francesco Giuseppe.

Lo studio in cui l'artista lavora è tutt'uno con la galleria dove si dispiega l'inesauribile produzione di Lucchi scultore, ceramista, designer.

Uno scaffale ingombro di volumi e riviste d'arte separa gli spazi dell'esposizione dai luoghi deputati della creazione: vasti piani di lavoro, due forni di cottura (uno grande uno più piccolo), ripiani affastellati di figure ai vari stadi di lavorazione, strumenti di ogni tipo in un disordine solo all'apparenza casuale, statue monumentali che dal giardino vegliano come custodi sul lavoro del loro autore.


Chi passa può trovarlo qui, impegnato a fermare nell'argilla un'intuizione, ad inseguire nella forma la perfezione.

Sono tre, quattro, forse cinque le sculture di prova che separano l'idea dal risultato finale, dal raggiungimento della forma definitiva, perfetta. Quella che oltre a rimanere terra sarà anche tradotta nel bronzo.

Per Lucchi la perfezione sta nel sottile equilibrio della sproporzione. In quella tensione ascensionale che imprime ad ogni singola figura lo slancio verso territori desiderati e forse mai esplorati. Lo slancio che la ricongiungerà a quella che è insieme origine e meta. L'armonia cosmica.

 

Beba Marsano

























 Bruno Lucchi 
Via Marconi, 87 - 38056 Levico Terme -  Trento - [email protected]
+39 (0)461 707159 studio - +39 329. 8632737 - www.brunolucchi.it
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