Niccolò Fabi, la musica che unisce « due volte»

Lunedì 24 agosto al Palafiemme in Val di Fiemme per I Suoni delle Dolomiti

Tornato in Trentino e atteso da moltissimi fans il cantautore romano ha deciso di bissare l'esibizione per accontentare tutti coloro che non erano riusciti ad aggiudicarsi uno dei 650 biglietti disponibili per l'ingresso gratuito.
Così il Palafiemme di Cavalese si è riempito per due volte.

Mancavano le montagne, l'erba e la roccia al concerto del cantante romano Niccolò Fabi, visto che per le avverse condizioni meteo si è dovuto scegliere di spostare l'esibizione di ieri 24 agosto de I Suoni delle Dolomiti al Palafiemme di Cavalese.
Nonostante la pioggia e le temperature basse si sono formate, fin dal primo pomeriggio, lunghe file per poter ritirare il biglietto di ingresso gratuito e assistere al concerto.
Tanti appassionati, così tanti che i posti non sarebbero mai bastati.
E così Fabi ha deciso di raddoppiare l'esibizione, per non scontentare nessuno, ma soprattutto per ribadire – come poi ha spiegato agli ascoltatori – che il festival trentino di musica in quota è quello a cui si sente più legato e nel quale si sente «più protetto».
Così il Palafiemme con i suoi 650 posti a sedere si è riempito per due volte di fan entusiasti che hanno cantato i brani assieme al loro beniamino dall'inizio alla fine.
Basterebbe questo per raccontare la specialità di quanto accaduto ieri a Cavalese. Fabi solo sul palco con la chitarra e – per qualche brano – alla tastiera.
Un concerto che a prima vista si sarebbe pensato ispirato al minimalismo, invece la carica di energia che è riuscito a far sprigionare dal mix voce e chitarra è stato tale che nessuno ha più pensato che fosse solo sul palco.
Semmai la scelta di una line up di questo tipo ha creato una intimità che si vede raramente.
 
Sin dalla prima «Dentro» scelta probabilmente per spiegare a tutti che non c’è dolore senza gioia, sole senza pioggia.
In una esibizione senza soluzione di continuità in cui i testi sono passati dalla bocca del cantautore a quella del pubblico si sono succeduti «Offeso», cantato per lunghi tratti solo dagli ascoltatori, «È non è» centrata sul senso del tempo e - con lo sguardo ai sogni che ciascuno di noi fa sul proprio futuro o alle somme che prima o poi tiriamo nella vita - «Una buona idea!» interpretata alle tastiere.
Applausi travolgenti hanno segnato l'incipit de «Il negozio di antiquariato» e in prossimità della conclusione della prima parte c'è stato spazio ancora per «Ecco», per i ritmi travolgenti di «Oriente», per «L'amore non basta» che l'ha spinto a ripensare agli amici di viaggio e musica Max Gazzè e Daniele Silvestri, esponenti di quella magica stagione musicale che è stata quella romana degli anni Novanta.
«La promessa», «Solo un uomo», «Costruire» e infine «Lasciarsi un giorno a Roma» - con tutto il pubblico in piedi a cantare e applaudire ha disegnato ancora uno volta, se ce ne fosse stato bisogno, un mondo fatto di interiorità, di tante domande e voglia di mettersi in gioco come del resto Fabi ha dimostrato più volte di voler fare.
 
Non ultimo ha deciso di condividere pensieri intimi, la gioia per «il profondo rapporto costruito negli anni» e, visibilmente commosso dal pubblico che ha cantato ogni strofa, ha poi intrapreso la seconda parte del suo viaggio canoro in compagnia di chi ha riempito per la seconda volta il Palafiemme, cambiando pure parte del repertorio.
Ha così regalato nuove emozioni con classici come «I miei capelli», «Lontano da me» e «Milioni di giorni» che ha introdotto così.
«L'ultima volta che ho suonato ai Suoni delle Dolomiti era un’estate un po' complicata. Di quel concerto in internet si trova ancora un video proprio di questa canzone che credo sia stata l'esecuzione migliore che abbia mai fatto.»
Applausi, manifestazioni di vicinanza e commozione hanno chiuso la presenza de I Suoni delle Dolomiti in Val di Fiemme in attesa dell'ultimo appuntamento, il prossimo 28 agosto, al rifugio Roda di Vaèl sul Catinaccio in Val di Fassa con i Mahler Chamber Soloists.