Centrale di Fies, al via da giovedì 18 luglio con una mostra

Una mostra collettiva con Sonia Kacem, Sandra Mujinga, Caroline Achaintre, Julien Creuzet, Benni Bosetto, Rehema Chachage, Chiara Bersani

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Si apre giovedì 18 luglio la programmazione estiva di Centrale Fies con l’opening di Material Self (18 luglio - 21 settembre), mostra collettiva di natura performativa con Sonia Kacem, Sandra Mujinga, Caroline Achaintre, Julien Creuzet, Benni Bosetto, Rehema Chachage, Chiara Bersani, a cura di Simone Frangi e Barbara Boninsegna con la curatela esecutiva di Maria Chemello, che prosegue il ciclo di esposizioni che Centrale Fies dedica alla relazione tra gli oggetti e le loro attivazioni.
Durante l’opening Julien Creuzet, Benni Bosetto, Rehema Chachage attiveranno le loro opere in mostra, diventeranno oggetto o soggetto delle performance.
 
Nella performance «Babau & Brouny», Benni Bosetto ritrae un atto d’amore tra figure ibride e mostruose, riprendendo l’immaginario dalle antiche tradizioni folcloristiche pagane e carnevalesche attraverso la mimesi e un processo di tipo animistico eco-femminista, movimento che dal 1974 si propone di evidenziare l'esistenza di un terreno comune tra ambientalismo, animalismo e femminismo.
 
Due figure vagamente antropomorfe rivestite da elementi botanici si muovono nello spazio scambiando gesti di cura e affetto.
Babau ripercorre criticamente la mitologica figura fiabesca europea dell’uomo nero, l’orco, il mostro, nucleo immaginario dalle caratteristiche indefinite.
Uno strutturale animismo irriflessivo e inconsapevole che diventa strumento per offrire una differente visione della natura, sostenuto da un approccio all’amore di matrice interspecista.
 
Le opere di Rehema Chachage emergono da una pratica espansa, caratterizzata da una ricerca basata sui processi in cui sono coinvolte sua madre e sua nonna. Insieme, creano un «archivio performativo» che «colleziona» e «organizza» in modo non tradizionale storie, pratiche, rituali e altre tradizioni orali in diversi media.
 
Nell’opera dal titolo «Nitakujengea Kinyumba, na Vikuta Vya Kupitia» (Una casa per te creerò, dotata di vie d’uscita), Chachage si addentra nella complessità del fenomeno del radicamento, performando sulla scia di narrazioni e ricordi ereditati per via matrilineare.
Al cuore della performance sono la natura transitoria del ricordo e le sue implicazioni politiche intrinsecamente fragili.
 

 
All’interno della programmazione di LIVE WORKS SUMMIT (19 - 21 luglio) a cura di Barbara Boninsegna (direttrice artistica, curatrice e founder di Centrale Fies) e Simone Frangi (curatore, ricercatore, critico) con la curatela esecutiva di Maria Chemello, per il terzo anno Centrale Fies presenta la AGITU IDEO GUDETA fellowship, da quest’anno in collaborazione con Fondazione Sandretto Re Rebaudengo (Torino) e Palazzo Grassi (Venezia) -pensata come a una affirmative action- che vede la sociologa e curatrice Mackda Ghebremariam Tesfaù e il curatore e attivista Justin Randolph Thompson affiancare la board curatoriale di Live Works Free School of Performance: un’azione per creare strumenti utili a contrastare le discriminazioni nel mondo della ricerca artistica performativa.
A LIVE WORKS SUMMIT si incontreranno fellow di entrambe le edizioni, quella attuale e quella a venire.
 
In questa nuova edizione sarà possibile assistere ai progetti realizzati dai fellow 2023 nel corso di un anno di ricerca sviluppata per Live Works Free School of Performance a Centrale Fies: verranno presentate opere di Eloy Cruz Del Prado, Alessandra Ferrini, Liina Magnea, Melis Tezkan con Nil Yalter (Leone d’oro alla Biennale Arte 2024).

A seguire il medesimo percorso di residenze artistiche e free school anche Mohamed-Ali Ltaief, artista selezionato da Consortium Commission Mophradat assieme alla commissione curatoriale di LIVE WORKS, dando così l’avvio a una collaborazione tra Centrale Fies e la piattaforma Mophradat nata per sostenere gli ambiti delle arti contemporanee.
Come ogni anno i Fellow saranno accompagnati da Guest Artist del calibro di Sammy Baloji, (artista visivo, menzione speciale alla 18 mostra The Laboratory of the Future, Biennale Architettura 2023), Sama’ Abdulhadi (Dj che si è esibita sui palcoscenici internazionali più famosi del mondo tra cui Coachella, Glastonbury), e Kae Tempest (poeta e rapper, Leone D’Argento Biennale Teatro 2021) con la sua Acapella Performance, una spoken word performance dal sapore forte, tipico della sua poesia.
 
Durante il weekend si terranno incontri e lezioni aperte al pubblico gratuitamente a rinforzare le linee culturali e i processi sommersi che guidano una programmazione di Centrale Fies e che costituiscono parte del suo valore.
Ad attivare spazio e pensiero saranno: Suhaiymah Manzoor-Khan (scrittrice e poetessa), Mackda Ghebremariam Tesfaù (ricercatrice, sociologa), Francesca Albanese (giurista) e Karem Rohana (blogger), Mohammed El Hajoui (artista visivo), Brigitte Vasallo (scrittrice).
 
Durante le tre serate si alterneranno le performance di Valerie Tameu Agitu Ideo Gudeta Fellow Vol3 - (19 luglio) con Time and Again, lavoro attraverso cui l’artista desidera mettere in discussione la frequente semplificazione dei corpi afrodiscendenti e celebrarne invece la fluidità, tramite la complessità autobiografica e la disorganizzazione delle forme.
Melis Tezkan (19 luglio) presenta 8938th song: With Nil Yalter: performance che vede in scena l’artista assieme a Nil Yalter (Leone d’Oro alla carriera della Biennale Arte 2024) e che ruota attorno a una playlist composta da registrazioni di conversazioni tra Melis e Nil sull’arte, sulla solidarietà, sul femminismo, sul concetto di casa e sulle varie forme che possono assumere l’amore, l’amicizia e la cittadinanza.
 
Kae Tempest (19 luglio) è poeta ed è una delle voci più influenti della scena letteraria e musicale contemporanea del Regno Unito, Leone D’Argento Biennale Teatro 2021, con la sua Acapella Performance, una spoken word performance dal sapore forte, tipico della sua poesia.
Alessandra Ferrini in Unsettling Genealogies (20 luglio) intreccia una serie di storie familiari con un’indagine sulla storia coloniale, la questione di classe e l’eredità della politica culturale fascista.
L’opera riflette sull’istituzione della Mostra Internazionale del Cinema di Venezia, fondata dal Conte Giuseppe Volpi di Misurata, Antonio Maraini e Luciano de Feo nel 1932, nonché sul coinvolgimento e l’intervento di Maraini e Volpi nelle edizioni della Biennale d’arte di Venezia durante il regime fascista.
 
Queste considerazioni sono accostate alla storia di tre membri della famiglia Ferrini, impiegati presso l’azienda agricola Maraini a Firenze negli anni ‘30 e ‘40 come lavoratori domestici.
Mohamed-Ali Ltaief, presente con Lamin Fofana e Tarxun. Ltaief è l’artista selezionato da Consortium Commission Mophradat che dà il via a una collaborazione tra Centrale Fies e la piattaforma nata per sostenere il «mondo arabo» negli ambiti delle arti contemporanee. Il suo lavoro «The concretely WE»:
«Voices from within the camp» (20 luglio) è un progetto di performance che cerca di riattivare e negoziare il significato degli archivi sonori nordafricani nella collezione del Berliner Phonogramm-Archiv, ripercorrendo specificamente alcuni documenti fonogrammatici classificati durante gli anni ’10 del ‘900 che coinvolgevano soldati nordafricani dell’esercito francese, al tempo prigionieri di guerra in Germania.
 
L’artista infatti è particolarmente interessato alle storie non consolidate dell’arte, perdute o dimenticate dalla storia universale della modernità.
A concludere la serata Sama’ Abdulhadi (20 luglio), prima DJ palestinese ad ottenere riconoscimento internazionale. Abdulhadi è riconosciuta oggi come una delle DJ più conosciute al mondo (e come attivista culturale).
Ha suonato in molti eventi di rilievo, inclusi Coachella, Glastonbury, Circoloco, Primavera e il festival AVA di Belfast e il leggendario Dance Arena del festival Exit in Serbia.
 
Eloy Cruz del Prado apre la terza giornata di LIVE WORKS SUMMIT con Good job, Good boy II (sketch I) (21 luglio), performance che indaga i temi dell’intimità, dell’immaginazione, delle strutture familiari e delle differenze di classe. Raccogliendo ricordi personali di giovinezza, desiderio queer e vita rurale, l’opera esplora la necessità di una continua ricerca di validazione all’interno del contesto del lavoro.
Sammy Baloji, special guest dell’ultima serata presenta Missa Utica (21 luglio) nuovo capitolo di un corpus di lavori in evoluzione: Fragments of Interlaced Dialogues, che abbraccia diversi anni di ricerca e produzione artistica, sviluppata in dialogo con una serie di oggetti provenienti dal Congo, raccolti in Europa negli ultimi cinque secoli e oggi conservati in vari musei.
 
Dopo i capitoli dedicati a Firenze, Parigi e ad altre città chiave della storia del Congo, questo capitolo conduce l’artista a Utica, Tunisia, dove nel XVI secolo fu nominato il primo vescovo africano in seguito a numerosi scambi tra l’Europa cristiana e il Regno del Congo. Baloji crea un’opera che oscilla tra concerto, installazione e performance. Liina Magnea in ssassin’s Creed (Lady says Stop) (21 luglio) tratta delle conseguenze della follia delle persone il cui potere e la cui posizione sociale non vengono più dati per scontati: persone che si dichiarano vittime e cadono preda di una follia autoreferenziale o che si considerano capaci di migliorare il mondo e si proclamano figure profetiche prescelte.
 
Per info e prenotazioni +39 3312545825 – [email protected]
Visita il programma completo: https://www.centralefies.it/liveworks24/