La grande inaugurazione del Festival dello Sport 2019
In un teatro Sociale strrapieno autorità e campioni hanno dato il via alla grande kermesse
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Una scoppiettante «Grande Inaugurazione» alle 18.00 in un Teatro Sociale strapieno.
I saluti istituzionali, il programma dei quattro giorni del Festival dello Sport snocciolato dal direttore scientifico Gianni Valenti, la spettacolare esibizione della nazionale di Break Dance, con dieci ballerini che hanno incantato il pubblico con le proprie dinamiche evoluzioni, il garbato e divertente faccia a faccia del direttore della Gazzetta, Andrea Monti, con la Divina dello sport italiano, Federica Pellegrini, che non esita a mettere a nudo le proprie debolezze (la fatica a mettere la testa sott’acqua in piscina da bambina; la paura confessata alla psicologa; la tranquillità che le dà la cagnolina) e che – su investitura del presidente del Coni Malagò – smessi i panni dell’atleta dopo Tokyo 2020, potrebbe aspirare a un posto nel Cio.
Un valore aggiunto della serata la conduzione spigliata e istrionica di Massimiliano Rosolino, in coppia con Diletta Leotta.
Quasi due ore di emozioni, ricordi, prospettive future nella cerimonia inaugurale della seconda edizione del Festival, che – parole del direttore scientifico Valenti – già nella prima giornata (feriale) ha attirato tanta gente e «ogni sera proporrà due grandi eventi, raddoppiando rispetto all’anno scorso».
La verve partenopea di Massimiliano Rosolino, che ha condotto con Diletta Leotta la cerimonia di inaugurazione del secondo Festival dello Sport di Trento, ha aperto il tardo pomeriggio della prima giornata della manifestazione.
Sul palco del Sociale, l’ex campione di nuoto, a proprio agio nei panni di conduttore frizzante e dalla battuta pronta, ha iniziato mostrando una foto della collega di conduzione, undicenne, in costume da giovane atleta di nuoto (a livello regionale).
Con brio, i due conduttori hanno chiamato sul palco i rappresentanti delle istituzioni locali. Il presidente della Provincia Autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, ha ricordato il ruolo del Trentino nell’organizzazione di alcune gare dell’Olimpiade invernale 2026, nella squadra di Milano-Cortina insieme all’Alto Adige.
Il sindaco di Trento, Alessandro Andreatta, ha invece sottolineato come la città metta tutta se stessa, le sue strade, le sue piazze, le sue sale, in questa manifestazione, che permette ai giovani di crescere, vedendo da vicino positivi modelli di riferimento del mondo sportivo.
Il presidente di Rcs Urbano Cairo ha promesso di rimanere al Festival fino a domenica, attratto dai tanti eventi, con un occhio di riguardo, lui che è presidente del Torino Calcio, all’evento di domenica dedicato al Grande Torino, «forse il primo dei Fenomeni».
Atleta simbolo dello sport trentino, l’ex ciclista Maurizio Fondriest ha ricordato la fertilità del Trentino nello sfornare campioni, da Moser a Nones, da Simoni a Zorzi, ai contemporanei Trentin e Moscon, con una grande tradizione nel ciclismo. Alla domanda se non sono davvero un numero enorme i campioni portati a Trento in questi quattro giorni, il direttore scientifico del Festival, Gianni Valenti, ha risposto «Ci piace alzare l’asticella».
Tra le chicche di questa edizione abbiamo Roberto Baggio, che si concede davvero poco; Buffon e la D’Amico, coppia nella vita, che si intervisteranno tra loro; Bobo Vieri in collegamento con Ronaldo (dal Brasile); il Milan di Sacchi; gli azzurri dello Sci; gli Harlem Globetrotter; Nibali; la mostra su Schumacher al Palazzo delle Albere, solo per citarne alcuni.
«Sono fenomeni anche gli atleti paralimpici che gareggiano e vincono con disabilità fisiche importanti, come di recente nel nuoto» ha voluto rimarcare il presidente del Cip, Luca Pancalli. Sportivi che sanno apprezzare con gioia quanto riescono a fare, anche quando la vita ha tolto loro qualcosa.
E poi è stato il turno della Divina, l’atleta italiana più conosciuta al mondo, Federica Pellegrini da Spinea. La Divina.
Quindici anni di successi. Il prossimo anno, a 32 anni, lascerà le corsie delle piscine. Dopo le Olimpiadi di Tokio.
«Il nuoto – ha detto al direttore Andrea Monti della Gazzetta – è così duro che non vai alle Olimpiadi solo per fare passerella…».
Elegante e disinvolta, Fede ha abbracciato la sua cagnolina Vanessa, un bulldog francese, portato sul palco da mamma Cinzia e papà Roberto («averla con me mi dà serenità»), ha annunciato che sta girando una docufiction che verrà presentata dopo Tokio, ha riconosciuto che non può che farle piacere essere chiamata la Divina, ma ha anche confessato le sue debolezze: che non ama nuotare nel mare aperto, dove non vede il fondo, e che da bambina, pur messa in vasca da piccolissima, non riusciva a mettere la testa sott’acqua.
Il presidente del Coni Giovanni Malagò, a fine cerimonia ha annunciato che a fine carriera Federica potrebbe essere candidata a membro del Cio, il Comitato olimpico internazionale.