Storie di donne, letteratura di genere/ 169 – Di Luciana Grillo

Gaia de Beaumont, «I bambini beneducati» (...andavano visti e non sentiti) – Letto con emozione, recensito con entusiasmo

Titolo: I bambini beneducati
Autrice: Gaia De Beaumont
 
Editore: Marsilio 2016
Collana: Romanzi e racconti
 
Pagine: 156, Rilegato
Prezzo di copertina: € 15,50
 
Due grandi famiglie alle spalle di una bambina: quella paterna, francese, con castello in Normandia, e quella materna, italiana, con grande villa in Toscana, dove sono stati ospitati la Regina Madre d’Inghilterra e il principe Charles, di fronte al quale «le ginocchia della nonna, delle zie e di mia madre si sfracellarono di colpo al suolo mentre abbassavano tutte la testa, il principe le sostenne con la punta di un dito per poi – non appena rialzate – baciare furtivamente l’estremità delle loro mani».
 
Al centro di questa storia vera di formazione di una bambina di buona famiglia, c’è proprio l’autrice, Gaia de Beaumont, che sa essere di volta in volta tenera, ironica, saccente, snob, e sempre sola.
Confessa candidamente: «Conoscevo poco i miei genitori e li vedevo ancor meno… A volte, la sera quando stavo per addormentarmi li ascoltavo litigare. Qualche oggetto andava in frantumi o cadeva una sedia mentre le grida diventavano sempre più acute. Spingevo il naso nella testata imbottita del letto e chiudevo gli occhi nella speranza di attutire i botti. La mattina dopo: nulla d’anormale. Era tutto a posto, pulito e impeccabile. Dunque, non era successo nulla.»
 
Ad accompagnarla fin dall’infanzia c’è Miss Blu, «selezionata a Londra raccomandata da una amica francese, molto elegante… non fumava, non beveva, non rideva, non prendeva caffè. Solo qualche tazza di tè senza zucchero. Ogni tanto, in un eccesso ascetico, eliminava anche quello».
Non perdeva occasione, la governante, di ricordare alla piccola che «Quando ci si chiama come ti chiami tu…» c’erano «doveri, ingranaggi, regole, attese, editti, encicliche che andavano eseguite…».
La bimba, dal suo osservatorio, si convince che «le persone che conoscevano i miei genitori si dividevano in “i Qualcuno” e “i Nessuno». I Qualcuno erano quelli che sapevano come era fatto il mondo e le persone importanti che lo abitavano. I Nessuno, erano tutti gli altri».
 
Crescendo, la bimba diventa «l’outsider loocking. La ribelle senza causa» secondo la nonna materna, sempre «concentrata a cercare gli occhiali sul tavolo. Quando credeva di averli trovati, provava a infilarli. Ma non erano gli occhiali bensì il bocchino. Impaziente, accendeva un’altra sigaretta direttamente attraverso i buchi della veletta, che prendeva vistosamente fuoco…».
Oltre le nonne, i genitori, gli zii e i cugini, miss Blu, il maggiordomo ecc. ecc., ci sono nel mondo di Gaia gli animali, i pesci rossi, destinati a vita breve e morte sicura, i cani come i cuccioli di Bebino e Toschina che un giorno «erano misteriosamente scomparsi in campagna nel periodo della caccia. Li amavo davvero come non avrei mai amato i miei genitori. Li tenevo stretti schiacciando la loro guancia contro la mia».
 
E quelli dello zio cacciatore, «pelli di leopardo, tigri bianche, leoni, pantere impagliate. Teste di antilopi africane, zoccoli di mulo, musi di cinghiale» e il cigno, infine, che «aveva un’aria cauta e provvisoria. Era un tipo molto per bene. Dignitoso e arrogante, sembrava essere consapevole di trovarsi lì solo per decorazione…».
Insomma, il vero modo per questa bambina beneducata, abituata a osservare e tacere («I bambini beneducati vanno visti e non sentiti – dicevano sempre i miei genitori e anche il nonno, la nonna, le zie, la governante…») di trovare buona compagnia si rivela la lettura: «Divoravo libri senza fermarmi e senza sapere il perché. Avevo scoperto che le parole avevano su di me un potere magico facendomi sentire meno sola… Mi permettevano anche di entrare in intimità col mondo…».
 
Così, circondata da tanti adulti, la bimba cresce, prova l’ebbrezza del primo bacio e, da grande, constatato che «la famiglia si è frantumata e le case sono state tutte vendute», comunque ringrazia i familiari e miss Blu «per virtuosismi e regole che mi sono state duramente insegnate e che, al dunque, mi risalgono di colpo in gola come una vecchia Madeleine».
Letto con emozione, recensito con entusiasmo.
 
Luciana Grillo – [email protected]
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