La filastrocca di Capodanno di Giuseppe Maiolo, psicoanalista

«Tanti carissimi auguri con la mia abituale filastrocca. Buon anno!»

Se il buon anno, bella gente,
È augurar di non far niente
non so dir se son capace
di apprezzare quella pace
e star fermo oltre misura
a goder il sole e la calura
 
Che si torni un po’ piccini
e andar per orti e poi giardini
mi par bello e intelligente
e anche sano per la mente
in quanto serve a coltivare
erbe nuove anche se amare.
 
Il buon anno un po’ speciale
non vuol dire «non star male!»
ma augurare in quel momento
vele ampie e pronte al vento
Giorni neri e temporali?
Grandi ombrelli e pur speciali
da aprire prontamente
se piove forte o sei dolente

Che si provi a star vicini
Grandi e vecchi coi bambini
E s’impari a fare insieme
Canti dolci o buone creme
perché da un IO possiam passare
a un bel NOI per ricominciare!
 
Col Buon Anno andiam avanti
più attenti agli altri e men arroganti
e alla fine che lieto ognun sia
in speranza, rispetto e allegria!