Paolo Ober, «Pictures at an Exhibition» – Di Daniela Larentis

A Trento, è in corso la mostra dell’artista, omaggio a Modest Musorgskij, presso Sala Thun di Torre Mirana – L’intervista

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È in corso a Trento, presso gli spazi espositivi di Sala Thun di Torre Mirana, la personale di Paolo Ober dal titolo «Pictures at an Exhibition - Omaggio a Modest Musorgskij».
Inaugurata lo scorso 30 agosto innanzi a un folto pubblico, con presentazione di Nicoletta Tamanini, rimarrà aperta fino a domenica 8 settembre 2024 nei seguenti orari di apertura: 10-12| 16-19.
 
Sottolinea la curatrice della mostra Nicoletta Tamanini, in alcuni passi del suo contributo critico:
«Da sempre impegnato in una lunga e complessa ricerca artistica che lo ha portato nel tempo e con successo a indagare le varie modalità espressive offerte dalla pittura e dalla grafica, sin dagli anni ’80, Poalo Ober è anche attratto dall’arte multimediale e dalle sue infinite potenzialità che egli esplora realizzando video e creazioni in cui arte, fotografia, musica e poesia si fondono in narrazioni di particolare impatto visivo e profondo coinvolgimento emotivo.»
 
«Appassionato conoscitore di tutti i generi musicali e sedotto dalla magia del pentagramma quanto dalla tavolozza tanto da assicurarsi, nell’atelier in cui crea le sue composizioni, un raffinato, costante accompagnamento musicale, l’artista muove il pennello sulla tela delineando un’armoniosa, colorata danza in cui tutto sembra leggero, fluttuante e spontaneo, ma nulla è lasciato al caso.»
 

 
«Animo gentile, sensibile e apparentemente pacato, in realtà spirito curioso, ironico e inquieto, inguaribile sognatore alla perenne, incessante ricerca del misterioso equilibrio che regola le cosmiche armonie, Paolo Ober è oggi un artista completo e complesso, in cui ciascuno dei suoi molteplici interessi artistico-culturali gioca un ruolo essenziale nell’accurata progettazione e altrettanto puntuale elaborazione di composizioni visive del tutto originali e personali.»
 
«Partendo da un linguaggio chiaramente figurativo, dalla scelta di cromie vivaci e decise e da un velato, garbatamente ironico, intento narrativo, elementi questi marcatamente presenti nelle sue prime opere, Ober elabora nel corso degli anni una consapevolezza artistica di particolare spessore che lo induce a quella mirabile sintesi formale e cromatica che ne rappresenta l’attuale cifra connotativa.
«Una sintesi raffinata ed elegante che, tralasciando dettagli e compiacimenti virtuosistici, magistralmente si focalizza sulla sinuosità della linea e sull’equilibrata distribuzione dello spazio compositivo di ogni opera e, grazie all’oculata, fattiva gestione del tratto pittorico in campi cromatici sapientemente sfumati, offre all’osservatore visioni ritmiche complesse, anche tridimensionali, sempre esteticamente armoniche e coloristicamente delicate, sottese a numerosi piani di lettura.»
 
«Se l’occhio meno allenato ed attento si sofferma infatti ingenuamente e superficialmente - spiega la curatrice - solo sulla bellezza estetica delle costruzioni fantastiche elaborate da Paolo Ober o sull’evidente sentore poetico di alcune sue visioni oniriche, si smarrisce inevitabilmente la vera chiave di lettura che permette di comprendere il lungo e complesso lavoro di ricerca svolto da un artista per il quale il processo creativo finalizzato alla suprema armonia, mai scevro, come in natura, da un preciso, rigoroso ordine.»
 

 
 Alcune brevi note biografiche prima di passare all’intervista  
Paolo Ober espone i suoi dipinti sin dai primi anni Ottanta, periodo in cui ha iniziato a interessarsi all’arte multimediale.
Già allora ha sperimentato con spettacoli che combinavano diapositive in dissolvenza e commenti sonori sincronizzati, tra cui il pionieristico «Immagini libere» (1996), presentato in numerose esposizioni di arte contemporanea.
Tra il 2003 e il 2007 ha realizzato video per il gruppo musicale Trotanix e, dal 2012 al 2016, ha collaborato con la compagnia internazionale di teatro contemporaneo «La Quarta Parete», curando il montaggio di clip video integrate nella scenografia e nell’acting.
 
Parallelamente, ha continuato a produrre brevi video d’arte, molti dei quali visibili su YouTube, caratterizzati da visioni oniriche e surrealiste che riflettono la sua solida formazione pittorica e grafica.
Nella pittura, Paolo Ober traduce le sue emozioni in narrazioni visive affidate a figure stilizzate e sinuose, dove le tematiche spaziano liberamente, attingendo da esperienze reali, testi poetici, spunti musicali e letture. I colori giocano un ruolo fondamentale, diventando veri e propri interpreti delle emozioni. Nelle sue opere più recenti, l’artista attribuisce grande importanza alla geometria, cercando di esprimere rapporti ed equilibri che richiamano l’armonia universale.
Abbiamo avuto occasione di porgergli alcune domande.
 

 
Come è nata l’idea della mostra?
«La mostra è idealmente dedicata al compositore russo Modest Musorgskij, noto per il suo stile innovativo, e prende ispirazione dalla celebre suite Quadri di un’esposizione, Ricordo di Viktor Hartmann, composta per pianoforte nel 1874 e ripresa da numerosi musicisti fra i quali Maurice Ravel anche in forma strumentale.
«L’opera, nata come omaggio di Musorgskij all’amico architetto e pittore prematuramente scomparso e a seguito di una antologica a lui dedicata, è una sorta di viaggio immaginario, un percorso musicale lungo i dipinti di Hartmann selezionati per l’occasione a Pietroburgo.
«La suite è suddivisa in quindici brani, dieci prendono ispirazione dai dipinti dell’amico pittore e cinque stacchi, le Promenade (passeggiate) che simboleggiano il movimento del visitatore all’interno del percorso espositivo.
«Al contrario, io sono partito dall’ascolto attento della celebre opera, da cui ho tratto ispirazione, traducendola pittoricamente, in sequenza.»
 
L’opera pittorica complessiva a forma quadrata da lei realizzata è composta non da quindici ma da sedici tele. Perché è stata fatta questa scelta?
«Il quadrato è l’equilibrio elevato a potenza. I lati del quadrato e le sue diagonali tutte eguali tra loro esprimono l’apoteosi festosa dell’equità formale.
«Se per gioco si vuol poi dividere segmenti e angoli, il quadrato offre una curiosa danza di effetti ciclici, di ritmi musicali… Ho aggiunto alle cinque Promenade, per completare il quadrato, una tela conclusiva intitolata Uscita
 
Come è organizzato il percorso espositivo?
«In occasione della mostra, le sedici tele, originariamente concepite come parti di un’unica opera quadrata, sono state esposte singolarmente lungo il percorso per agevolare il visitatore.
«Il percorso espositivo inizia con Promenade I e prosegue con Lo gnomo, passando poi per Promenade II che introduce Il vecchio castello, fino ad arrivare a La grande porta della capitalee, infine, alla sedicesima tela, intitolata Uscita
 
Progetti futuri/sogni nel cassetto?
«Continuare a dipingere, ho un’idea che mi piacerebbe sviluppare ma per scaramanzia preferisco non anticipare nulla.»

Daniela Larentis – [email protected]

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