Provincia Autonoma di Trento: osservazione di Paolo Farinati

Importante assestamento di bilancio 2024-26, ma Rovereto e la Vallagarina ci sono?

È di recente approvazione da parte del Consiglio provinciale di Trento di un’importante manovra finanziaria, che aggiorna i bilanci 2024 / 25 e 26 con cifre assai significative che ne aumentano i valori in maniera importante. Per il solo corrente anno 2024 le risorse disponibili aumentano di circa 1 miliardo e 42 milioni di euro, portando la disponibilità di cassa della nostra Provincia ad oltre 6 miliardi di euro. Questo assestamento di bilancio trova le risorse per quasi 540 milioni nell’avanzo di gestione 2023 e il resto da entrate tributarie e di altra natura.
Il dibattito in Consiglio provinciale è stato comprensibilmente molto ampio e «combattuto» tra la maggioranza e le minoranze. Queste ultime hanno ottenuto molti NO, ma hanno pure concorso a migliorare parecchie voci di spesa.
 
Del miliardo e 42 milioni di nuova disponibilità oltre 700 milioni sono stati destinati agli investimenti, il restante andrà nei capitoli di parte corrente, in cui è giusto sottolineare le cifre destinate ai contratti scaduti e di prossima scadenza nel settore della sanità e del pubblico impiego, con lo scopo di migliorarne la qualità del servizio e premiare la meritocrazia.
Sul tema, invece, delle ridotte risorse assegnate allo strategico settore dell’industria concordo con il Segretario generale della CGIL del Trentino Andrea Grosselli.
 
Vorrei qui soffermarmi sul tema degli investimenti o delle opere pubbliche e delle infrastrutture: 400 milioni di euro sono destinati alla realizzazione del nuovo polo ospedaliero e universitario di Trento, 43 milioni al finanziamento della funivia Trento – Monte Bondone, in aggiunta ai 37 già ottenuti dal Governo nazionale, 100 milioni alla variante di Tenna lungo la statale della Valsugana e 140 milioni a copertura dell’aumento dei costi su opere già finanziate. Si aggiungono risorse per altri interventi sugli istituti scolastici, sui plessi sanitari, depuratori e altre infrastrutture.
 
Osservando l’entità e la destinazione delle risorse già inserite nel Bilancio di previsione della PAT per l’anno 2024, mi sorgono osservazioni, dubbi e domande. E vado, in particolare, alla mia Rovereto e alla Vallagarina, comunità che ormai conta ormai 90 mila abitanti, circa un quinto dei residenti in Trentino, e che da molti anni, ma posso dire troppi, attende opere significative e improrogabili per la qualità della vita dell’intera valle. Nulla vi è, ad esempio, al riguardo della tangenziale di Rovereto, o meglio della Vallagarina, opera attesa da tutti da decenni, per la quale, in verità, dal 2008 esiste un’ipotesi inserita nel P.U.P. del Trentino, che parte dall’ultima galleria in località «Murazzi» (scendendo da Trento), corre parallela ad ovest della ferrovia fino alla rotonda dello Stadio Quercia, per poi allargarsi a nord della città andando ad occupare l’attuale sedime della A22, che passerebbe in galleria, e rientrare a sud di Rovereto inserendosi nella rotonda della Favorita. Per me questa è l’unica soluzione che risolverebbe definitivamente il traffico di passaggio da Rovereto, ancora oggi convogliato su Piazzale Orsi (dove sottoterra avrei mandato i veicoli e non le persone!).
 
Il resto, mi permetto di scriverlo, sono «cure palliative» da un punto di vista urbanistico e della mobilità. Nulla tolgo al valore della variante di Tenna, ma ritengo che l’importanza di dare una definitiva soluzione al traffico della Vallagarina sia prioritaria. Destinare quei 100 milioni di euro alla viabilità della Vallagarina sarebbe stato un messaggio forte. Se poi aggiungo che la suddetta opera potrebbe trovare il finanziamento e la realizzazione da parte dell’Autostrada del Brennero, per quanto scritto nello Statuto e nei patti para sociali tra i Soci della stessa, la mia sorpresa e la mia delusione crescono non poco.
 
Se poi verifico, sempre in ordine agli investimenti, la considerazione che si è meritata la mia Rovereto, lo sconforto non diminuisce certamente. Faccio alcuni semplici esempi di opere attese dai miei concittadini da molto tempo: infrastrutturazione di Piazzale Leoni o Follone con indispensabile parcheggio interrato da almeno 500 / 600 posti macchina, nuova stazione delle corriere, studentato all’ex CRAL di Borgo Sacco, costruzione di una o meglio due nuove RSA, destinazione immobile ex ANMIL, utilizzo immobile ex GIL e di Palazzo delle Trifore (proprietà della Regione T.A.A.), inizio lavori della nuova sede dell’Istituto d’Arte «Fortunato Depero», e potrei proseguire. Di tutto questo non trovo alcunché, salvo una mia lettura poco attenta, ma non credo.
 
E qui chiudo portando all’attenzione della Giunta provinciale una questione, di cui ho già scritto più volte: ovvero la maggior autonomia finanziaria riconosciuta ai Comuni di Trento e di Rovereto, stante il loro indiscusso essere capoluoghi di Provincia il primo e di un’ampia parte del Trentino meridionale il secondo. Entrambe le Municipalità sono detentrici di un patrimonio immobiliare e mobiliare pluri – miliardario, cosa questa che potrebbe metterle tranquillamente nella condizione di accendere loro direttamente dei finanziamenti in presenza di opere ritenute importanti per le due Città.
 
La sola partecipazione azionaria nel Gruppo Dolomiti Energia ha un valore stimato per ognuna delle due Città tra gli 800 milioni e il miliardo di euro. Ecco che, ad esempio, i 10 milioni prevedibili per il parcheggio interrato e per le strutture in superficie nella strategica centralissima area del Follone, potrebbero trovare posto nel bilancio del Comune di Rovereto, autorizzato in tal senso dalla PAT ad attivare una propria «leva finanziaria» nel rispetto di ogni Patto di Stabilità nazionale ed europeo (un mutuo di 10 milioni di euro acceso a 30 o 40 anni peserebbe ogni anno poche centinaia di migliaia di euro su un bilancio della seconda città del Trentino che supera ormai i 130 milioni di euro!).
 
Il mio più sincero augurio finale è che la Giunta provinciale del Trentino, l’intero Consiglio provinciale, le due Giunte comunali di Trento e soprattutto di Rovereto, abbiano a riflettere su quanto fatto e su quanto di più si potrebbe fare in particolare per Rovereto e per la Vallagarina. Si tratta solo di incontrarsi, proporre, ragionare e decidere. L’esperienza mi fa dire che non è mai solo questione di denari, ma di visione, di relazioni, di coraggio, di determinazione e di responsabilità. Il recente toccante ricordo della figura e dell’opera di Alcide Degasperi ci deve sempre accompagnare, soprattutto qui in Trentino.

Paolo Farinati