«Indipendenza e sovranità sono due cose diverse»
«Le regole non sono sufficienti per garantire l'indipendenza delle banche centrali. Sono indispensabili anche trasparenza e credibilità»
Oggi una revisione del mandato della Banca centrale europea (Bce) si impone, alla luce della crisi sovrana del 2010, che ha visto intervenire la Bce in modo massiccio per ricapitalizzare le banche dei Paesi fragili dell'Eurosistema, al fine di evitare il default. Inoltre la crisi non è finita e probabilmente si richiederanno altri interventi della Bce per diminuire il debito sovrano di un Paese.
Così Letizia Reichlin, professore di Economia e chair del dipartimento di economia alla London Business School, ha contestualizzato le preoccupazioni e i dubbi sull'effettiva indipendenza della Bce, che detiene il monopolio della creazione della moneta, rischiando la pressione dei governi, perché quella moneta si stampi finanziando il loro debito pubblico, con il rischio di creare inflazione.
«Manteniamo nel trattato il principio di indipendenza della Bce, ma diamoci una nuova governance che garantisca il coordinamento tra politica monetaria e politica fiscale. Il potere della Bce può essere evitato solo con un approfondimento comunitario delle politiche economiche.»
La Bce è messa in discussione da più parti. Sappiamo che la sua indipendenza è sancita dal Trattato europeo, ma durante la crisi la Bce ha dovuto fare una serie di azioni che hanno destato dubbi sulla sua indipendenza. Abbiamo visto come l'intervento di Mario Draghi «whatever it takes», ovvero «pur di scongiurare il fallimento dell'Euro, la Bce è pronta a comprare il debito di uno Paese membro» - a fronte di chiari impegni del Paese di fare riforme strutturali e di bilancio - sia stato criticato fortemente.
I cittadini oggi non sono più tanto d'accordo sul principio sacro dell'indipendenza della Bce.
In Europa per via della crisi le banche centrali hanno avuto un atteggiamento aggressivo, che in tempi normali non avrebbero fatto.
La Bce ha controllato la crisi prestando soldi alle banche con un tasso di interesse fisso.
È intervenuta nel mercato degli Stati Uniti, ha comprato titoli di Stato in Italia e in Gran Bretagna.
Tuttavia, prima con Trichet e poi con Draghi la Bce ha prestato soldi alle banche perché in Europa il mercato è finanziato dalle banche e non dal mercato come negli Usa.
Le preoccupazioni si basano sul dubbio che prestando soldi a istituzioni fragili, la Bce assuma anche un rischio di credito e quindi di perdita che ricade poi sui cittadini.
Inoltre il rischi di inflazione crebbe dietro l'angolo, anche se di fatto questa è al di sotto del 2% nell'area Euro.
Nella blogosfera si dice anche che la Bce dovrebbe comprare il debito pubblico, non deve essere indipendente. Indipendenza regole e trasparenza devono andare di pari passo. Il problema oggi però non è l'inflazione,ma l'instabilità finanziaria.
Dopo una breve ripresa dalla crisi, in Europa nel 2010 ritorna la crisi sovrana.
In Spagna dal 2008 le banche non si prestano più soldi fra loro e le banche tedesche non prestano più soldi alle banche locali spagnole.
Ora l'integrazione finanziaria nata con l'Euro non c'è più. Quindi la Bce comincia a prestare i soldi a tassi fissi.
Negli Stati Uniti si è fatta la ristrutturazione delle banche, ma in Europa no, e in tutti i Paesi membri il rapporto tra debito e Pil è peggiorato.
Intervenendo per aiutare le banche locali degli Stati membri, la Bce compra anche il rischio sovrano, ma indirettamente sta finanziando un Paese, mettendo in discussione il principio dell'indipendenza perché nel momento in cui una banca centrale si immischia nelle scelte di un paese specifico, c'è conflitto di interessi.
Oggi è messa quindi in discussione l'interferenza dei tecnocrati di Francoforte, tuttavia, non abbiamo più tassi di interesse sul debito, così alti come nel 2011 in Italia.
«Di fatto siamo davanti a un vuoto di governance - ha concluso Letizia Reichlin - la crisi non è finita e i tassi di interessi nel sud dell'Europa sono ancora più alti di quelli del nord,così la Bce forse dovrà fare prestiti alle banche di Paesi non solvibili. È ancora legittimo?»