Storie di donne, letteratura di genere/ 456 – Di Luciana Grill
Caterina Falconi, «Dimmelo adesso» – Un romanzo duro e vero che va letto con attenzione: c'è il bullismo dei giovani e l’impegno distratto degli adulti
Titolo: Dimmelo adesso
Autrice: Caterina Falconi
Editore: Vallecchi Firenze, 2021
Genere: Narrativa italiana contemporanea
Pagine: 128, Brossura
Prezzo di copertina: € 12
Caterina Falconi ha pubblicato già romanzi e racconti, spesso si è occupata degli adolescenti, e questo romanzo ne è una prova.
I protagonisti sono Angelica, bidella laureata, e alcuni studenti, Mosè, Guido, Luigi, Carla.
Ciascuno a suo modo racconta esperienze, delusioni, conquiste… le conquiste sono poche, questi adolescenti sono soli, si sentono potenti di riflesso – se i genitori sono importanti – e provano sentimenti violenti verso i coetanei.
Si tratta di bullismo, di scarsa attenzione degli adulti nei loro confronti, di comportamenti dovuti ad ansia di prestazione.
Considerano il sesso un passatempo, manifestano la loro prepotenza nei confronti dei più deboli, dei diversi.
Sono immaturi e troppo soli.
Angelica avrebbe voluto insegnare, non osservare questi adolescenti dalla sua postazione di bidella. Vorrebbe che la scuola fosse più accogliente, invece vede che «qualcosa di spettrale aleggia tra i banchi vuoti. Ho sempre pensato che la scuola sia un posto sinistro che si risveglia assorbendo l’ansia degli alunni e la crudeltà sottile degli insegnanti, per riaddormentarsi al suono dell’ultima campanella. Una specie di luogo di detenzione e tormento».
Mosè è lo studente di colore, emarginato e deriso.
Per un atto di bullismo contro di lui, Carla è stata costretta a cambiare scuola. I genitori ne hanno scelta una privata, «con tutte quelle signorine leziosine e ammodino in uniforme di piquet, e i cerberi delle insegnanti… E dire che le avevano raccomandato di lasciare stare gli extracomunitari, che sono un’altra razza e sono primitivi e imprevedibili».
Sono rimasti nella stessa scuola i suoi compagni Bestia, Italia e il Chiaretta, che tormentavano Mosè.
A lei, in fondo faceva pena, il povero orfano di colore.
Luigi qualche volta vorrebbe aiutarlo, «ma poi si vergogna e torna a sedere».
Così va avanti l’anno scolastico, e «quella combriccola di adolescenti aggressivi intimoriva anche me», pensa Angelica che cerca di sedare le liti, mentre nella scuola si avventano le madri dei violenti, sempre pronte a difendere i figli, e l’ambulanza porta via il Chiaretta, colpito con un pugno da Mosè.
Le riflessioni di Angelica, i pensieri dei ragazzi invitano noi che leggiamo all’assunzione delle nostre responsabilità, come genitori, come insegnanti e come bidelli.
Nessuno può far finta di non vedere e girarsi dall’altra parte.
Questo romanzo, così duro e vero, va letto con attenzione: da una parte c’è il bullismo dei giovani da sconfiggere, dall’altra l’invito all’impegno maturo degli adulti, distratti dai loro impegni e dalle loro velleità.
Luciana Grillo - [email protected]
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