Il Presidio Slow Food presenta Miele di alta montagna alpina
Undici apicoltori trentini per il Presidio Slow Food del miele di Alta Montagna Alpina
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Sono 11 gli apicoltori che con la produzione dell’estate 2023 formano la nuova Comunità dei produttori del Miele di alta montagna alpina Presidio Slow Food.
Un progetto che l’associazione del buono, pulito e giusto ha già sviluppato nelle altre regioni dell’arco alpino e che fino all’anno scorso contava un solo produttore sul territorio Trentino.
Un Presìdio volto a sostenere, far conoscere e promuovere il difficile lavoro di quegli apicoltori che in estate portano le proprie arnie in alta montagna per permettere alle api di bottinare le preziose essenze delle quote più elevate.
Sono tre le tipologie che rientrano nel disciplinare: miele millefiori, rododendro e melata di abete.
Il primo è frutto del nettare raccolto e processato dalle api da una ricca varietà di fiori presenti sull’arco alpino ad altezze superiori ai 1.400 metri, i principali sono rododendro, campanula, lupinella, trifoglio, lampone, timo serpillo. Caratterizzato da una colorazione che varia dal giallo paglierino all' ambra scuro. L'odore e il sapore sono generalmente delicati e freschi, ma possono anche avere sfumature più intense.
Caratterizzato da una cristallizzazione rapida e regolare il miele di rododendro ha, invece, un colore molto chiaro, che diventa bianco nel prodotto cristallizzato. Fresco e raffinato, debolissimo al naso con un sapore delicato, molto leggero e fruttato, tra le suggestioni che si utilizzano per descriverlo si dice che «sa di neve». Infine la melata di abete, sostanza zuccherina prodotta da afidi, che si nutrono della linfa dell’abete, e viene raccolta dalle api. Ha colore scuro e rimane liquida molto a lungo.
A queste altitudini le condizioni climatiche, spesso rigide anche in estate, condizionano le fioriture e possono compromettere la raccolta del miele, rendendo difficili produzioni regolari e mettendo sempre a rischio il lavoro dell’apicoltore. Il risultato però sono produzioni di altissima qualità e lo svolgimento di una funzione fondamentale negli ecosistemi che vengono coinvolti. Gli insetti impollinatori, infatti, rivestono un ruolo importante nell’impollinazione anche delle aree montane e l’apicoltura favorisce questo processo. Inoltre, così come avviene per le altre attività agro-silvo-pastorali condotte in armonia con l’ambiente, si genera cura del territorio. Ne derivano infatti benefici ai prati nei quali pascolano gli animali, si contribuisce a combattere abbandono e impoverimento delle Terre Alte, difendendone anche la biodiversità.
La Comunità del Presidio del miele di alta montagna alpina si è formata grazie al coinvolgimento di undici apicoltori che potranno apporre la chiocciola che indentifica il progetto su tre mieli di rododendro, una melata di abete e otto millefiori. Oltre al rispetto di un rigido disciplinare che garantisce buone pratiche produttive e il rispetto delle api, i mieli sono stati sottoposti a un panel di degustazione (condotto da Daniele Biazzi e Maria Grazia Brugnara) per verificarne la rispondenza e accertare quindi il rispetto dei tre valori fondamentali per Slow Food: il buono, il pulito e il giusto.
Gli apicoltori provengono dalle diverse aree del Trentino. Dalla Val di Fassa Alessandro Suffriti di Casa do Parè (produttore che aveva già aderito al progetto nazionale due anni fa), importante la partecipazione di apicoltori della Val di Sole con Sergio Angeli e Francesco Moratti di Croviana, Apicoltura Zanini di Malè e Gentilini Carlo di Pellizano. Dalla Val di Non Sisinio Martinolli e Claudio Chini di Cles e l’Azienda Agricola Grum di Vervò. In Valsugana troviamo l’Apicoltura Francesco Mezzo e a Piazze di Bedollo Gocce d’oro apicoltura e giardino d’erbe. Infine nel Trentino occidentale troviamo Apicoltura Villi a Spiazzo in Val Rendena.
Gli apicoltori hanno realizzato un pendaglio identificativo per accompagnare la commercializzazione dei loro mieli sulla quale è stata posta l’etichetta narrante, un progetto che Slow Food sostiene per aumentare la conoscenza dei prodotti, delle aziende e delle famiglie che danno loro vita, dei territori e dell’intera filiera. Tramite un Qr-code sarà possibile essere aggiornati anche in merito a iniziative ed eventi organizzati per far conoscere ed apprezzare sempre più il miele di alta montagna alpina. Un modello di apicoltura eroico che è responsabilità di tutti difendere, in questo è coinvolta anche l’Alleanza Slow Food dei cuochi del Trentino che si è impegnata ad aiutare gli apicoltori aderenti al Presidio proponendo anche nelle proprie cucine preparazioni con miele di alta montagna alpina tra gli ingredienti.
Una rappresentanza degli apicoltori parteciperà il 28 novembre alla presentazione della guida «Osterie d’Italia 2024»: la grande serata che porterà nei tre piani del MUSE di Trento più di quindici osti provenienti dalle migliori osterie del Trentino con in assaggio i loro piatti rappresentativi. Sabato 18 novembre il Presidio sarà invece protagonista a Palazzo Torraccia di Terzolas in una serata dal titolo «L’identità della montagna attraverso le api, il miele e i prodotti caseari». I mieli del Presidio dell’area della Valsugana sono presenti anche nello spazio che Slow Food Valsugana Lagorai ha allestito in occasione dei Mercatini di Natale e dall’8 al 10 dicembre saranno al centro di laboratori di degustazione e assaggio.