Leonardo Giustiniani Savino, il 27 dicembre, andrà in pensione. Di Minella Chilà
«A Trento lascio il cuore perché la comunità Trentina, apparentemente fredda, in realtà mi ha sorpreso con la sua grande umanità e disponibilità»
La famiglia del dottor Leonardo Giustiniani Savino, nato a Bari 62 anni fa, risiede a Venezia. Ed è lì che il Vice Prefetto Vicario del Commissariato del Governo per la Provincia di Trento andrà a vivere insieme a moglie e figlia.
Infatti, il 27 dicembre sarà collocato a riposo per raggiunti limiti di età.
Laureato in Giurisprudenza, ha iniziato la carriera prefettizia nel 1978, essendo stato destinato alla Prefettura di Venezia dove è rimasto fino al 2005, anno in cui ha assunto l’incarico vicariale presso il Commissariato del Governo per la Provincia di Trento.
A Venezia ha iniziato la carriera al Gabinetto del Prefetto, successivamente è stato assegnato presso gli Uffici Amministrativi dove ha diretto il Servizio Segretari Comunali, il Servizio Espropri, l’Ufficio Polizia Amministrativa e infine l’Ufficio Elettorale.
È stato nominato Dirigente (Vice Prefetto) nel 1988. È stato Presidente della Commissione Provinciale presso i locali di pubblico spettacolo e successivamente Dirigente del Settore Unico di Mestre (depenalizzazione, invalidi civili, e codice della strada).
È stato nominato anche Commissario Prefettizio nei Comuni di Mira, Campolongo Maggiore e Venezia.
Oggi, al termine del consueto ricevimento natalizio presso il Palazzo del Governo, abbiamo avuto l’opportunità di rivolgergli qualche domanda.
Dott. Giustiniani, cosa lascia a Trento?
«Sinceramente, il cuore. Perché l’accoglienza della comunità Trentina, anche se apparentemente fredda, in realtà, a distanza di tempo mi ha sorpreso con la sua grande umanità e disponibilità.»
Un bilancio dei sette anni trascorsi a Trento?
«Sono stati anni pieni di soddisfazioni, dovute soprattutto al particolare clima favorevole che ho trovato al Commissariato del Governo e anche presso l’apparato Provinciale e Comunale.
«Approfitto per ringraziare i Prefetti che nel frattempo si sono susseguiti e che mi hanno sempre trattato da pari, nonché i miei colleghi per il prezioso apporto e la piena collaborazione dimostrati in questi anni.»
Quali sono i suoi programmi futuri?
Mi dedicherò alla famiglia, che in questi anni ha dovuto sopportare e condividere gli oneri del mio ruolo. E ai miei interessi legati soprattutto alla lettura (Storia) e all’approfondimento delle lingue straniere.
Qual è stato il momento più difficile che ha affrontato durante il suo mandato?
«Il momento più difficile, e allo stesso tempo più esaltante, è stato quello in cui nel 2007 ho retto per alcuni mesi l’Ufficio del Commissario del Governo rimasto vacante in attesa del nuovo titolare.
«Sono stati mesi in cui ho potuto verificare ictu oculi le difficoltà e nello stesso tempo i privilegi che può offrire una Provincia autonoma come quella di Trento, sicuramente unica nel panorama nazionale, e che mi ha arricchito di nuove esperienze e di nuovi stimoli.»
Vuole rivolgere un saluto ai trentini?
«Auguro al popolo trentino di poter affrontare la difficile crisi economica che sta attraversando il Paese e che sicuramente potrà superare grazie alla capacità e alla lungimiranza del suo Presidente.
«Un saluto affettuoso, con la prospettiva di tornare al più presto ad ammirare le belle montagne che ho avuto modo di apprezzare durante i miei soggiorni estivi a Moena.»
I colleghi, che durante la festa abbiamo avuto modo di sentire, erano tutti commossi e hanno rivolto al loro Dirigente pensieri di gratitudine e di stima, sottolineando le sue doti professionali, unite a quelle umane.
Con il dottor Giustiniani se ne va da Trento un uomo professionalmente moderno, ma d'altri tempi quanto a levatura morale. I suoi valori morali, improntati non solo alla rettitudine ma anche alla bontà d’animo, resteranno ai suoi colleghi tra gli insegnamenti e i ricordi più cari.
Minella Chià
[email protected]
(L’articolo è stato redatto con l’aiuto di Nicoletta Conci)