Verso le elezioni provinciali di fine ottobre – Di Guido de Mozzi
Se questi sono gli inizi della campagna elettorale, ci aspettano momenti davvero bui
Lo scorso lunedì 8 aprile si è aperta in commissione del Consiglio Provinciale una discussione su due proposte di legge volte sostanzialmente a cancellare la Solidarietà Internazionale trentina.
Come si sa, infatti, una legge della Provincia autonoma di Trento stabilisce che almeno lo 0,25% del bilancio provinciale venga destinato a iniziative di carattere umanitario nei confronti di paesi al di fuori dell’Unione Europea.
Insomma si tratta di beneficienza attivata nei paesi più poveri del mondo, dove già sono operative le quasi 500 associazioni benefiche trentine che da anni per tradizione si adoperano per alleviare le sofferenze dei meno fortunati.
Lo 0,25% può sembrare una cifra enorme, ma in realtà non va dimenticato che il Legislatore provinciale aveva deciso di autotassarsi in una misura davvero minimale a confronto del restante 99,75% che la Provincia spende invece per la Comunità Trentina.
Una decisione che, con quei 12,5 milioni di Euro, aveva voluto istituzionalizzare un sentimento che ha sempre animato la nostra gente, impegnando le generazioni future a non dimenticarsi dei più deboli.
Tale cifra, per volontà della Giunta Provinciale, è stata concessa a fronte di un identico impegno profuso dalle Associazioni umanitarie trentine.
Come dire quindi che i Trentini (tra ONLUS e PAT) devolvono ai miserabili del mondo la rispettabile cifra di 25 milioni di Euro.
In termini di dignità, questa voce ha portato il Trentino al di Sopra della Stessa Italia, che con i tagli di bilancio ha praticamente cancellato la sua presenza nella cooperazione internazionale.
Una cosa fantastica perché, come aveva detto lo stesso giornalista Gian Antonio Stella in un suo intervento pronunciato a Trento, l’Italia si è invece tagliata fuori dalla posizione di leader del Mondo, un’Italia che – allo stato – non può più contare sulla benevolenza del Terzo Mondo all’ONU come spesso era invece riuscita a ottenere negli anni della nostra Repubblica, qualunque fosse il sacrificio.
La proposta di legge portata in discussione ieri propone di cambiare la dicitura «Per almeno lo 0, 25% del proprio bilancio» in «Non oltre lo 0,20%».
Il che non sarebbe poi molto, dato che lo 0,05% non è un taglio irresistibile (tanto, sacrifichiamo gente che trentina non è).
Ma quella parola «non oltre lo 0,20%» potrebbe significare praticamente sempre Zero, giustificando il taglio nella crisi e in migliaia di altre voci di comodo.
Sì, siamo convinti che i 30 milioni all’anno che costano i musei trentini siano fondamentali per la crescita equilibrata della nostra gente, siamo certi che i 200 milioni in ricerca rappresentino la marcia in più per il futuro dei nostri ragazzi, così come troviamo sacrosanto il diritto di spendere 1 miliardo all’anno nella Sanità (che è un po’ più del resto del Paese).
E abbiamo applicato per primi (e forse unici in Italia) il reddito di garanzia… (per i Trentini, ovviamente).
Tutte belle cose che noi approviamo in pieno, come quasi tutte le altre voci del nostro bilancio, che ci sembrano ponderate, anche se a volte si potrebbe fare di meglio. Il migliorarle spetta proprio alla politica.
I cittadini fanno presto a pensare cosa farebbe ognuno di loro se avesse a disposizione quei 12 milioni all’anno, anche se poi in realtà gliene verrebbero solo 20 (20 euro, non 20 milioni).
Ma il demagogico senso dell’egoismo e della faciloneria populistica saranno, ahimè, un grande argomento da gettare al popolo per ottenere il consenso elettorale.
Osservando come l’altro giorno qualcuno ha provato a far fuori l’assessore Lia Beltrami per aver chiesto di pregare per il suo futuro e quello dei poveri, oggi possiamo purtroppo pensare che la campagna elettorale per le prossime provinciali di fine ottobre sarà sanguinosa.
Egoismo, avidità, potere. Non è questo il Trentino che conosco.
Guido de Mozzi