Cartoline di Bruno Lucchi: Matteo Lorenzi e «La Sesta Strada»
L'invito per la serata dello scorso 25 novembre, era arrivato molto tempo fa…
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Nelle fredde serate invernali apprezzo molto il tepore della casa. La sensazione che provo è quella di un caldo abbraccio che mi avvolge mentre fuori dalla finestra le temperature invernali sopraggiungono senza preavviso.
Leggere, disegnare sono le attività che mi rilassano di più.
Attualmente io e Graziella siamo nel bel mezzo del trasloco dallo storico studio in via Marconi a Levico Terme, al Molo51 la nuova area appena ristrutturata.
Arriva la sera, siamo stanchissimi e la nostra casa ci accoglie e ci coccola parlandoci di calore e di relax chiedendo solo la nostra presenza.
L'invito per la sera del 25 novembre, era arrivato molto tempo fa.
Matteo Lorenzi. Non è solo un amico, è anche il grafico che ha curato tutti miei libri e cataloghi più belli e importanti.
Abbiamo passato ore davanti allo schermo del computer, trovandoci di fronte a pareri contrastanti che alla fine risultavano essere costruttivi e soddisfacenti per entrambe.
Matteo e la Sua Rock Band in una serata a dir poco sorprendente festeggiavano i 25 anni di musica al teatro Mons. Caproni di Levico Terme.
Un anniversario tanto importante da creare un evento unico «La Sesta Strada».
Messo in scena con le canzoni che lo hanno accompagnato e visto crescere in questi anni con la collaborazione dei quattro ragazzi della Band Levicense «Sesto Elemento Vie» (Matteo Kabra Lorenzi il suo nome d'arte, assieme a Simone Magri, Daniele Moschen, Michele Virgilio e Mario Gaigher) con la partecipazione di Martina Rizzi (cori) Stefano Gasperetti (tastiere).
Un attore che racconta la storia di un musicista, commentata dal bravissimo Ugo Baldessari (voce narrante) ha accompagnato il pubblico nel mondo della musica rock e del pop e le canzoni della band rivisitate in chiave acustica.
Musiche che hanno accompagnato anche la nostra storia.
Matteo anticipa che sarà un evento irripetibile. Col senno di poi, io sono convinto che la creazione di un’esibizione così particolare e sorprendente non può finite così, senza lasciare tracce.
Vedo già un naturale proseguo di uno spettacolo-evento come questo.
Musica, luci, testi, recitazione. Tutto perfetto. «Performace» penso sia il termine giusto.
In prima fila, con Graziella e macchina fotografica alla mano, abbiamo apprezzato lo spettacolo scattando immagini e ripensando a tanti anni fa (più di 50) quando anch'io ho sognato e provato a fare il musicista in una band «i non famosi Fire Birds» con il mio basso elettrico comprato a rate.
Ci siamo esibiti in pubblico una sola volta.
Sono grato a quel primo concerto finito con una grande litigata... ci siamo sciolti per sempre nella prima gelida alba dell'anno.
Ma la storia non è finita. Anni dopo, ho barattato il basso elettrico con un banjo chitarra che non ho mai imparato ad usare.
Epilogo: una ventina di anni fa l’ho affidato a Giuseppe Chiari l’artista italiano più importante del movimento Fluxus e ora è diventata un’importante opera d’arte in una scatola di plexiglass appesa ad una parete di casa nostra.
Incredibile come «da cosa nasce cosa».
Dal tepore della nostra casa ad una serata a teatro ai ricordi di tanti anni fa.
Le giornate iniziano in un modo e finiscono sempre con il pensiero che vale la pena vivere ogni singola opportunità che ci dona la vita.
Bruno Lucchi
Bruno Lucchi Via Marconi, 87 - 38056 Levico Terme - Trento - [email protected] +39 (0)461 707159 studio - +39 329. 8632737 - www.brunolucchi.it https://www.facebook.com/Bruno-Lucchi-1758717671122775/ https://www.instagam.com/lucchibruno/ |