Grillo a Trento, tra amarcord e lungimiranza – Di Sandra Matuella

Contrariamente a Mentana, Grillo elogia l’Autonomia: «Tenetevela stretta trentini l’autonomia, voi siete il futuro»

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Messi tra parentesi, almeno per un paio di ore, i grattacapi della politica pentastellata Beppe Grillo venerdì sera è tornato ad essere il fuoriclasse della comicità italiana e al Teatro Auditorium di Trento ha presentato la prima nazionale di «Fake», il suo nuovo spettacolo. Questo evento proposto dall’Agenzia Showtime di Merano, ha registrato il quasi tutto esaurito con tanti giovani e meno giovani, accorsi da tutta la regione.
Come sempre nei suoi spettacoli, una sedia sul palco è l’unico elemento scenografico, ma resta vuota, perché Grillo rimane tutto il tempo in platea, sempre a stretto contatto con gli spettatori.
Il titolo di questo suo one man show è «Fake», ossia sulla falsificazione: «Su di me hanno detto di tutto, perfino che spargevo il morbillo!
«Oggi non abbiamo più gli strumenti per capire cosa è vero da cosa non lo è; l’ultima fake è che sono un bestemmiatore, ma non lo sono.
«Un hacker ha inserito una bestemmia nel mio blog, e io la ho tolta immediatamente, perché una bestemmia va detta e non scritta, eppure due quotidiani hanno ripreso sul loro sito il mio pezzo con la bestemmia, e le loro visualizzazioni sono aumentate insieme alle inserzioni pubblicitarie.
«Capite, la bestemmia io l’ho tolta, loro l’hanno scritta: se le cose funzionano così allora l’hacker me lo faccio da solo.»
 
Parla del cervello e della sua evoluzione e delle straordinarie capacità di adattamento, e da perfetto neuroscienziato pazzo scuote energicamente la testa a diversi spettatori per farli uscire dal torpore, dall’inerzia, dai pregiudizi.
Dal cervello passa all’intestino, detto anche secondo cervello, e qui il riferimento va ai suoi soliti avversari politici: anziché definirli trufoli, menomati morali che dicono tutto e il contrario di tutto e causano fastidiosi sommovimenti intestinali, sostiene che «bisogna parlare bene di loro, dire che sono onesti, brave persone…».
«Pensate. – osserva. – Io non mi sono mai iscritto a niente, nemmeno ai boy-scout, però non digerivo, non dormivo più, e stando sveglio ho fondato un movimento. Se avessi digerito bene…».
C’è spazio anche per una gag con noi de L’Adigetto.it, quando Grillo intende scovare in sala gli amati-odiati giornalisti «nei loro articoli scrivono le battute mie ma prendono loro i soldi»; ci strappa di mano il quaderno degli appunti e lo legge davanti a tutti, naturalmente alla sua maniera. Ma non ci è andata male…!
 
In netto contrasto alla recente posizione di Enrico Mentana, propenso ad abolire l’autonomia del Trentino Alto Adige, Grillo tuona: «Tenetevela stretta trentini l’autonomia, voi siete il futuro, chiudete anche l’autostrada, vi tenete le tasse, ve le spartite insieme a qualche bustarella…e se c’è la crisi, vi compreremo anche le mele che avete in frigo da quattro anni».
Non a caso Grillo ha spiegato più volte nel corso dello spettacolo che il mondo va verso il decentramento, ed ha parlato di città all’avanguardia in cui il futuro è già presente come Teheran, Abu Dhabi, Dubai che è passata dai pescatori di perle ai grattacieli, Lagos e Shanghai che da sola contiene tutta la popolazione italiana: sono le città-stato che contano, perché dettano le loro leggi, sono delle potenze mondali, mentre lo Stato non è più funzionale dal momento che deve i suoi servizi alle multinazionali private.
Beppe Grillo non risparmia nemmeno il quartiere delle Albere: «Lo dico senza ironia, il mio amico Renzo Piano ha fatto un bel lavoro, però quando sono arrivato in albergo non c’era nessuno, solo vetri, vetri, vetri… testate nei vetri».

Dopo i convenevoli trentini, Grillo ripercorre un po’ tutta la sua vita, il percorso scolastico dalle elementari a economia e commercio passando per ragioneria (formazione che a detta sua non faceva per lui perché era più portato per le Lettere e la poesia francese, però è stata utile per fargli prevedere in tempi non sospetti i guai della Parmalat), e quello lavorativo, dall’officina di suo padre a fare il saldatore e tornitore - incendiandola ben due volte - scherza, per poi osservare «Io ho lavorato, non i sindacalisti che parlano tanto», alla vendita di abbigliamento da Anna Mode, «vendevo tanto perché facevo ridere».
Licenziato però, perché faceva tardi la sera in teatro, e la mattina non arrivava sempre puntuale al lavoro, Grillo si reca a Milano, e su indicazione dell’amico Fabrizio De André e del chitarrista di Bruno Lauzi, arriva in una pizzeria dove si faceva cabaret. Lì conosce Marangoni, che dopo 50 anni è ancora il suo manager.
Inizia la sua carriera con Pippo Baudo, dal provino in Rai all’enorme successo popolare. All’Auditorium di Trento piovono applausi quando Grillo ripropone la fatidica battuta fatidica sul viaggio di Bettino Craxi in Cina: «Lì sono tutti socialisti: a chi rubano?».
Bastò questa battuta per allontanarlo dalla Rai per ben 15 anni.
 
Nel corso dello spettacolo c’è anche una battuta non tanto politically correct sulle questioni di genere: «I travestiti, oggi transgender, noi li chiamavamo uomini che parlano troppo: erano dei portuali di Genova e non si depilavano nemmeno».
Nell’ultima parte dello spettacolo Fake, la vita vissuta di Beppe Grillo cede il passo alle visioni sul futuro, e dopo l’iniziale accenno all’evoluzione del cervello ora si sofferma sull’evoluzione degli spazi architettonici, della mobilità e delle energie rinnovabili.
Insomma, in un mondo «dove l’elettronica fa passi da giganti, dove la Cina insieme alla Russia ha la banca più potente del mondo, e costruisce ferrovie avveniristiche che attraversano interi continenti, in Italia di cosa parliamo? Di Renzi che prende il treno…».
 
Esilarante sempre, graffiante e irriverente come solo lui sa esserlo, il Grillo comico avvince come non mai e il gradimento del pubblico trentino, è proprio il caso di dirlo, era alle… stelle.
E, a fine spettacolo, la standing ovation non si è fatta certo aspettare.
 
Sandra Matuella – [email protected]