Si è spento Lucio Dalla, il 4 marzo avrebbe compiuto 68 anni
È stato uno dei più affermati cantautori italiani, con 50 anni di successi ininterrotti

Lucio Dalla era nato a Bologna il 4 marzo 1943. È stato cantautore, attore e regista italiano.
Sul piano musicale è stato uno dei più affermati cantautori italiani, considerando la continuità della sua carriera che sfiora i 50 anni di attività artistica.
Musicista di formazione jazz, riscopertosi poi autore dei testi delle sue canzoni in una fase matura, suona da clarinettista e sassofonista, e talvolta da tastierista.
La sua produzione musicale ha attraversato numerose fasi, dalla stagione beat alla sperimentazione ritmica e musicale, fino alla canzone d'autore, arrivando a varcare i confini della lirica e della melodia italiana.
Suo padre fu direttore in città del club di tiro a volo (sarà citato in ome è profondo il mare «Babbo, che eri un gran cacciatore di quaglie e di fagiani...^), sua madre, Iole Melotti (ritratta nella copertina dell'album Cambio), fu sarta casalinga, mentre suo zio Ariodante Dalla, fu noto cantante melodico popolare negli anni quaranta e cinquanta.
Nel 1950, a sette anni, Dalla rimase orfano di padre, che morì stroncato da un tumore, e la madre decise di istruirlo presso il Collegio Vescovile Pio X di Treviso, dove trascorse le scuole elementari e dove iniziò a esibirsi nelle recite scolastiche. Imparò quindi a suonare la fisarmonica.
Tornato adolescente a Bologna, si appassionò al jazz. La madre, per il suo tredicesimo compleanno, gli regalò un clarinetto, che il giovane Lucio imparò in fretta a suonare, esibendosi in alcuni gruppi dilettantistici della città e mettendosi subito in evidenza.
In questo periodo conobbe Gianfranco Baldazzi, che diventerà in seguito suo fido collaboratore.
La madre, di origini pugliesi, ogni anno era solita andare in vacanza a Manfredonia: da qui nacque l'amore di Dalla per il mare, San Cataldo e Lido Mancarell.
Per pagare dei lavori di sartoria, alcuni clienti residenti nelle Tremiti le diedero una casa nell'arcipelago: Così Dalla cominciò a trascorrervi tutte le estati, fino ad aprire in loco uno studio di registrazione nell'età matura.
Il percorso scolastico non fu lineare: iniziò ragioneria, passando poi al liceo classico e infine al liceo linguistico.
Fece parte, come clarinettista, di un gruppo jazz bolognese, la Rheno Dixieland Band, di cui fece parte anche il regista Pupi Avati, il quale, sentendosi chiuso dal talento di Dalla, abbandonò presto trovando la via del cinema.
Nel 1960 partecipò con la Rheno al Primo festival europeo del Jazz, ad Antibes, in Francia.
La formazione bolognese si classificò al primo posto tra le bande tradizionali.
Si fece così notare da un'orchestra di professionisti romani, la Second Roman New Orleans Jazz Band, composta da Maurizio Majorana, Mario Cantini, Peppino De Luca, Roberto Podio e Piero Saraceni; con loro ebbe, nel 1961, la prima esperienza in sala d'incisione, suonando il clarino nel brano strumentale Telstar, cover di un successo internazionale, pubblicato dalla RCA su 45 giri, che fu la sua casa discografica per la prima parte della sua carriera.
Alla fine del 1962 entrò invece nei Flippers collaborando quindi ad alcune incisioni di Edoardo Vianello, che i Flippers accompagnarono anche nelle serate. Si tratta dei tempi dei primi giochi da bar a gettone.
Come raccontò lo stesso Dalla a Torinosette (settimanale de La Stampa), proprio con i Flippers firmò il suo primo contratto, sempre nel 1962, poco prima di iniziare la collaborazione con Vianello, impegnandosi per alcune serate nella sala Le Roi Lutrario di Torino, dove ebbe dispute con i padroni del locale che non approvarono la sua abitudine di esibirsi scalzo.
Torino tornerà in numerose sue canzoni degli esordi scritte con Roversi.
Durante il Cantagiro del 1964, prese a esibirsi negli estemporanei gorgheggi in stile scat, che divenne poi una sua caratteristica vocale: una delle sue prime incisioni scat fu inserita in un album dei Flippers, intitolato At Full Tilt, nella canzone Hey you.
Coltivando lo studio dello stile di James Brown, con un uso della voce volutamente disarmonico e aspro e la tendenza jazzistica di decorare le linee melodiche con impreviste variazioni ai limiti delle più diffuse logiche musicali, Dalla iniziò a imporre un proprio marchio di fabbrica.
Il suo esordio al Cantagiro 1964 fu deludente, e sia durante le serate itineranti che (specialmente) durante gli spostamenti della carovana venne fatto segno di lanci di ortaggi e derrate alimentari.
«Fu un fiasco di rimarchevoli proporzioni, ogni sera infatti raccattammo una buona dose di fischi e di pomodori, uno spettacolo nello spettacolo, che durò quanto la manifestazione. Lucio, in ogni modo, si mostrò veramente un duro, e non si lasciò abbattere.»
Gli Idoli accompagnano Lucio Dalla nel 1967
A Sanremo si presentò nel 1966 e nel 1967.
Quando vi partecipò per la terza volta, nel 1971, con 4/3/1943, su parole della poetessa Paola Pallottino, si aggiudicò il terzo posto assoluto. Il brano, prima di essere ammesso alla manifestazione, conobbe gli strali della censura, essendo stato intitolato inizialmente Gesù Bambino, titolo giudicato irrispettoso, considerando anche la storia narrata di una ragazza madre, figlia di un ignoto soldato americano.
Insieme ad alcune parti del testo, anch'esse giudicate inadeguate, ne fu cambiato il titolo ex abrupto prendendo a spunto la sua data di nascita, pur non essendo una canzone autobiografica.
La giuria di Sanremo voleva premiare 4/4/43, ma viste le censure fatte e pressioni dai vertici della rai decise quella volta di istituire appositamente un premio per lui, «dedicato alle canzoni i cui testi meritavano per l’alto contenuto umanitario».
Il brano ottenne comunque un successo notevole, fino allora mai raggiunto da Dalla, fu interpretato anche in francese nello stesso anno da Dalida (il testo sarà firmato da Pierre Delanoë), e fu portata al successo oltreoceano da Chico Buarque de Hollanda, che la ascoltò direttamente da Dalla, la memorizzò a orecchio e ne scrisse un testo nella sua lingua.
Anche il riscontro commerciale nel nostro Paese staccò nettamente, in termini di vendite, l'abbinamento con la Equipe 84.
In quell'anno uscì l'album Storie di casa mia, contenente tra le altre Un uomo come me, La casa in riva al mare (storia di un detenuto), Il gigante e la bambina (sul tema delicato della pedofilia, scritta per Ron e da questi portata al successo), Per due innamorati, e Itaca, dialogo metaforico di un marinaio di Ulisse al suo capitano, dove ai cori Dalla fece cantare gli impiegati della RCA (qualche anno dopo Dalla spiegherà la canzone come una metafora della ribellione del proletariato, rappresentato dai marinai, agli industriali raffigurati da Ulisse).
Nel 1972 fu ancora a Sanremo con un pezzo fantastico, Piazza Grande, dedicato a un senzatetto, la cui musica fu scritta da Ron, pubblicato solo su 45 giri.
Ma la maturità artistica e il grande successo arrivarono dopo che Dalla decise di diventare referente unico della sua musica e di lì in avanti sarà in tutti i suoi album sia compositore che autore, senza però smettere di frequentare artisti, poeti e scrittori.
Pubblica nel 1977 un altro grande successo, Come è profondo il mare, insieme a Quale allegria e all’incredibile Disperato erotico stomp, che - alla faccia della critica dotta di allora - è una vera e propria poesia dedicata alla solitudine.
Conquista invece molti nuovi appassionati; una certa pubblicità al disco si ha anche per le polemiche legate al linguaggio di Disperato erotico stomp, così dalle pagine de L'espresso il cantautore viene attaccato da Sergio Saviane.
Na ormai il grande successo non lo lascia più. Come è profondo il mare è seguito da un disco ancora più famoso nel 1979, Lucio Dalla, che contiene Anna e Marco, L'ultima luna, L'anno che verrà, che raggiunge il milione di copie vendute.
Successo che viene bissato nel 1980 da Dalla, tra i cui pezzi ricordiamo Futura, Cara, Balla balla ballerino.
Anche le tournée legate alla promozione dell'album riscuotono grande successo: a Torino, ad esempio, la sera del 4 aprile 1979 si presentano ben 20.000 persone per ascoltare il suo concerto, e poiché il Palasport ha una capienza, all'epoca, di 15.000 spettatori, restano fuori dai cancelli 5.000 persone.
Tra i due album citati c'è il 45 giri Ma come fanno i marinai, scritto e cantato in collaborazione con Francesco De Gregori. Il brano è nato in modo abbastanza casuale, come racconta il cantautore romano: «La canzone, forse la gente non ci crede, è nata a pranzo, quando, dopo il caffè, ci siamo messi a suonare insieme».
Ad esso fa seguito qualche mese dopo Banana Republic, tour dei due cantautori (seguito da disco e film) che riempie nel 1979 gli stadi di tutta Italia, e che è lanciato da un concerto nel luglio dell'anno precedente allo stadio Flaminio di Roma, con ben quarantamila spettatori.
Nel 1981 pubblica Q disc (con Telefonami tra vent'anni) e due anni dopo l'incompreso 1983, che induce Dalla a cambiare rotta musicale: abbandona gli Stadio, ormai avviati a una carriera come gruppo, e inizia a collaborare con Mauro Malavasi, che accentua la ritmica degli arrangiamenti: il risultato è Viaggi organizzati, con la famosissima Tutta la vita, incisa anche in inglese da Olivia Newton-John e cantata anche anni dopo da De Gregori dal vivo, e Washington, con la parte musicale scritta da Tullio Ferro, storico autore di musiche per Vasco Rossi.
Nel 1986 torna a lavorare con gli Stadio per l'ottimo e sottovalutato album Bugie (dove partecipano come batterista e autore Giovanni Pezzoli e come corista Gaetano Curreri) e poi parte in concerto con il gruppo al completo (Ricky Portera, Marco Nanni, Aldo Fedele, Roberto Costa + Pezzoli e Curreri) per una serie di concerti all'estero, culminati con le esibizioni negli Usa da cui verrà tratto il doppio album dal vivo DallAmeriCaruso.
Memorabile è l'unico brano inedito dell'album, Caruso, che regalerà nuovamente a Dalla un successo incredibile che da anni stentava ad arrivare.
Nel 1988 arriva una nuova, trionfale esperienza, ovvero DallaMorandi, disco (con inediti scritti da Mogol, Mario Lavezzi, Battiato, Stadio e Ron) e lunghissimo tour (anche all'estero) nel quale i due miti della musica italiana, accompagnati (per l'ultima volta) dagli Stadio giocano a scambiarsi i brani, raccontando la loro storia e incantando il pubblico che interviene numerosissimo ad ogni concerto.
Rai 1 manda in onda in diretta la tappa conclusiva del tour estivo da Taormina (con la regia di Gabriele Salvatores) che avrà picchi di ascolto notevoli.
In seguito verrà tratta anche una vhs/dvd della data invernale registrata a Venezia e un ulteriore album (singolo) intitolato DallaMorandi in Europa (brani tratti dal doppio album).
L'avventura DallaMorandi chiude definitivamente, e con qualche polemica, la lunga collaborazione tra Dalla e gli Stadio e lancia la giovanissima Angela Baraldi, presente nei concerti come corista e in seguito affermatasi come cantante solista (inizialmente prodotta proprio da Dalla) e anche attrice.
Dalla e De Gregori al PalaFabris di Padova (ottobre 2010)
Superati i cinquant'anni, Dalla abbandona quasi completamente gli istrionismi. Dagli anni novanta i suoi album restano ottime raccolte di canzone d'autore tra cui vanno ricordati Cambio del 1990 (con il successo del singolo Attenti al lupo scritto da Ron e Come le rondini) e il malinconico Henna del 1993, ricco di piccole perle intimiste (vedi l'intensa Latin lover) e momenti di follia pura (come nell'ironica Merdman).
Nel 1996 esce Canzoni e ancora una volta l'album è trainato da un singolo di grossa presa popolare ovvero Canzone, il cui testo è stato scritto insieme a Samuele Bersani, giovane pupillo di Dalla.
Dopo Ciao del 1999, il nuovo millennio si apre con Luna Matana del 2001, contenente brani come: Siciliano con la partecipazione di Carmen Consoli, Kamikaze, Zingaro, Baggio Baggio e Agnese delle Cocomere con la partecipazione di Ron, brano dedicato ad uno storico ritrovo di Bologna frequentato oltre che da Lucio Dalla anche da altri cantanti e personaggi dello spettacolo come Gianni Morandi, Cesare Cremonini, Biagio Antonacci, Vasco Rossi, Enzo Iacchetti e molti altri: il brano non è solamente dedicato al locale ma anche ai bolognesi e alla bolognesità.
Dalla si esprime efficacemente anche come talent scout e negli ultimi anni riesce a dedicarsi ad iniziative che puntano a rivitalizzare il panorama musicale italiano.
Nel febbraio 2007 torna ad esibirsi con Ron, in uno spettacolo accompagnato da un'orchestra d'archi, dal violinista Lino Cannavacciuolo, dalla compagnia di mimo e danza Kataklò e la regia curata da Pepi Morgia; nello stesso periodo inizia a collaborare con Marco Tutino, sovrintendente e direttore artistico del Teatro Comunale di Bologna per un progetto sul Pulcinella di Igor Stravinskij, del 1920.
Nel 2008 Lucio Dalla mette in scena L'opera del Mendicante di John Gay, interpretata dalla cantante e attrice Angela Baraldi e Peppe Servillo degli Avion Travel. Lo spettacolo ha debuttato al teatro Duse di Bologna il 31 marzo.
Il 7 luglio 2008 il cantautore bolognese presenta l'inno ufficiale della squadra olimpica italiana, intitolato Un uomo solo può vincere il mondo ed appositamente composto per i Giochi di Pechino.
L'11 maggio 2009 è ospite per la prima volta di una trasmissione delle reti Mediaset (Mattino Cinque, Canale 5) e esegue col pianista Nazzareno Carusi, all'interno del suo spazio Pillole di Classica, l'aria Nessun dorma dalla Turandot di Giacomo Puccini.
Il 22 marzo 2010 conduce insieme a Francesco De Gregori la nuova trasmissione televisiva di Rai 2, intitolata Due, durante la quale i cantanti si esibiscono singolarmente e in duetto in cover e brani del loro repertorio.
Il tour continua per tutto il 2010 e buona parte del 2011.
Come degna conclusione di questo tour, i due partecipano al concerto del 1 maggio, presentato da Neri Marcorè, come punta di diamante dell'evento.
Nel 2012 è tornato al Festival di Sanremo a quarant'anni dall'ultima partecipazione, accompagnando il giovane cantautore Pierdavide Carone con il brano Nanì, del quale è anche co-autore.
Il 1º marzo 2012 si spegne all'età di 68 anni a Montreux, in Svizzera, per un infarto, mentre era in tournée.
Tre giorni più tardi avrebbe festeggiato il suo sessantanovesimo compleanno sul palco del teatro du Léman a Ginevra.
Si ringrazia Wikipedia perché senza l’enciclopedia virtuale non saremmo riusciti a scrivere questa bellissima pagina di storia della musica italiana.
Chi volesse leggere la pagina Wikipedia originale dedicata a Lucio Dalla, può farlo tramite questo link.