Ferie, il tempo dell’inconscio – Di G. Maiolo, psicoanalista
In genere per tutti la notte in vacanza è magica, complice, trasgressiva…
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Le ferie sono il tempo del riposo. La parola viene dal latino «festus» che indicava il giorno dedicato al culto degli dei in cui già secondo i Latini, non si lavorava. Agosto è il mese della vacanza per antonomasia delle ferie collettive. Il che significa uscire dal consueto e aprirsi al tempo interno, quello dell´ inconscio.
Di fatto in ferie ci si allontana dall’abituale e dalla routine vischiosa dei giorni lavorativi. Si va in vacanza lontano quasi a porre distanza tra noi e la vita di tutti i giorni, ma anche per scoprire nuovi universi dove l’esistenza scorre con ritmi e modalità differenti.
In questo tempo ci si separa ad esempio dell’orologio, feticcio che regola per noi il tempo ed è un gesto che serve perché utile a riprendere contatto con il proprio tempo interiore, disintossicare la mente e far ripartire il flusso del desiderio. Così tentiamo di ristabilire un equilibrio tra noi e il mondo esterno.
Il tempo feriale allora assume il compito di riassestare il baricentro, risanare le parti logore e ritrovare i ritmi di vita più in sintonia con la natura. Non a tutti risulta facile anche perché la percezione del bisogno di libertà dai doveri, confina con l’idea della trasgressione che non è concessa nella vita di tutti i giorni. Ma che in ferie però possiamo consentirci. Anzi ai vacanzieri è consentito deporre la maschera sociale ed è permesso più degli altri scoprirsi.
Non solo perché è estate, ma in vacanza si possono ridurre anche gli abiti mentali usuali e avere comportamenti meno ingessati e più spontanei. I vestiti però la fanno da padrone perché mettiamo in valigia quelli che non metteremmo mai dove ci conoscono. Sono quelli che rivelano il desiderio di mostrare l’altra faccia di noi, nascosta e soffocata, quella notturna. Di fatto in ferie gran parte dell’abbigliamento lo esibiamo alla sera, di notte.
Di giorno il corpo in ogni caso è più scoperto. Allude anche alla possibilità di liberare stati d’animo ed emozioni che solitamente fatichiamo ad esprimere e comunicare. Così il corpo svela sé stesso: si scopre e si copre allo stesso tempo. I vestiti che usiamo nascondono e insieme mostrano. Fanno vedere senza togliere la fantasia e nemmeno il segreto. Seducono infatti attraverso la trasparenza.
Poi la gestualità e la mimica, come linguaggi antichi consentono di esprimere ciò che spesso è controllato o represso. Per qualcuno si tratta finalmente di «osare», e dare spazio all’«ombra», al proprio lato oscuro, quello «notturno» informale e spontaneo.
Ma in genere per tutti la notte in vacanza è magica, complice, trasgressiva. Si dilata. Diventa desiderio e palcoscenico di fantasie contratte e soffocate. È la notte lunare che conduce nel regno dell’eros, degli amori travolgenti che nascono da uno sguardo in penombra e muoiono all’alba.
Ma tutto questo fa parte del gioco. O meglio delle ferie, che sono un diversivo, cioè qualcosa di diverso dal solito e insieme divertente.
Giuseppe Maiolo - psicoanalista
Università di Trento